"A volte mi sembra di stare in un gigantesco allevamento intensivo di esseri umani"- Intervista al cantautore Wasichu
In bilico tra folk, rock-blues, country e incursioni reggae (si ascolti “L’irriverenza”) “L’Effetto della cifra di sinistra”, secondo album del cantautore Wasichu, nasce come taccuino privato e diventa una sorta di caustico bignami di storture universali, vergato con deciso piglio autoriale.
Tuttavia Wasichu sembra dirci, con Lewis Hyde, che del sarcasmo si può fare solo un uso “emergenziale”, a pena di farsi piacere la propria gabbia.
L’antidoto alle derive sociali risiede, ieri come oggi, nel coltivare, insurrezionalmente, l’aspirazione ad una libertà di cui Cavallo Pazzo (probabilmente uno dei capi indiani maggiormente inscritti nell’immaginario collettivo mondiale) e l’orso M49, conosciuto come Papillon, sono l’emblema.
Nerospinto ha incontrato Wasichu per una chiacchierata, in cui il cantautore varesino ha detto la sua-come consuetudine- senza filtri o assoggettamenti al politically correct. Con un consiglio finale, ad eventuali hater.
Wasichu, ci vuole dare una spiegazione del suo nome d’arte?
Seguo con interesse la cultura e la filosofia dei nativi americani.
In particolare dei Lakota, il popolo di “Cavallo pazzo”.
Wasichu è il modo (dispregiativo) con cui i Lakota chiamavano i “bianchi”; letteralmente significa “ladri di grasso”, ossia ingordi, avidi, famelici, divoratori di tutto, razziatori insaziabili.
Ed è esattamente quello che siamo…sempre di più.
Ha all’attivo due album, “Non è un disco per giovani” e “L’effetto della cifra di sinistra”, entrambe accomunati da una cifra caustica. Per lei la musica è essenzialmente denuncia delle storture sociali?
La musica è una forma di comunicazione, a me viene spontaneo provare a parlare di ciò che mi colpisce …vedo quello che succede e ho delle reazioni …e mi risulta difficile rimanere indifferente alle brutture dei nostri tempi.
Detto ciò …non è obbligatorio …non c’è una regola…Ognuno canti ciò che vuole!
Ritiene di fare, principalmente, musica “derivativa”?
Direi di sì, negli anni ho divorato musicassette e CD di quasi tutti i grandi cantautori italiani: è quella la musica che mi piace, o che mi piacerebbe fare …
Non mi interessa sperimentare nuove sonorità… o forse, per meglio dire, non ne sarei capace. Non sono un musicista, non ho le competenze per azzardare, sono un semplice chitarraro da falò in spiaggia.
“La novità è la cosa più vecchia che ci sia.” (Jacques Prévert.) E’ d’accordo?
Perché spesso ciò che viene spacciato per novità è banale finzione e in realtà non porta nulla di nuovo ..
La novità, quella vera, rivoluziona, azzera, porta cambiamenti, resetta il sistema, lo rende obsoleto e lo sostituisce con un sistema nuovo ..magari accadesse davvero …per questo esiste la censura, per stoppare novità “inopportune”.
Qual è il suo pubblico?
Non so …non credo di averne …i giovani ascoltano altro; i cinquantenni ascoltano i classici; non ho i social, non ho riscontri… guardi …se dovessi fare un terzo album pensavo di intitolarlo: “Le mie canzoni piacciono solo a me”!
Qual è a suo avviso lo stato di salute della canzone d’autore in Italia?
Agonizzante. Nei media dominanti si vedono solo spettacoli rap/trap/pop per ragazzini.
Un volta potevi scegliere: c’era la musica che ti faceva riflettere, pensare…e la musica che ti faceva ballare e sballare senza pensieri …e non erano incompatibili.
Oggi mi sembra una musica asettica, vuota, lobotomizzante, che ha l’unico intento di bollire i cervelli ai ragazzini.
Ma quanto sono vecchio?
Ce l’ha ancora con i rapper?
…hanno tutti la stessa voce, basi quasi identiche …mi ricordano i bicchierini dei distributori automatici di caffè: metti il soldino…scende …bevi e butti …tutti uguali.
I testi sono costruiti tutti intorno ai soliti dieci sostantivi d’ordinanza (sbirri-pistola-prigione-soldi-autodilusso-sesso-cazzo-culo-figa-fuckyou-); qualche aggettivo; qualche verbo, rime, video che trasuda violenza e ribellione …e i ragazzini sbavano. Se mi trova un trapper che celebra la panda 30, i boyscout e le tisane allo zenzero …cambierò idea!!
“Rughe di guerra” è drammaticamente attuale. Che futuro sogna?
La scrissi nel novanta …ero a militare e cominciava la guerra in Jugoslavia; cadde una bomba a Sarajevo davanti ad una panetteria e fece una strage.
Che vuole che le dica? Che sogno la pace nel mondo?
Sogno milioni di militari disertori!
La canzone che vorrebbe aver scritto lei?
La lista è lunga, lunghissima…ma la sorprenderò citando “Il mare” di Massimo Priviero.
Sono tante le belle canzoni e i bravi cantautori sottovalutati
Non ci risultano sue esibizioni dal vivo, non le interessa la dimensione live?
Non l’ho mai fatto (ad eccezione di una performance in chiesa al matrimonio di nostri amici) …
Non ho una band…non conosco musicisti che potrebbero o vorrebbero suonare con me…poi lavoro…Ho poco tempo…
Però mi piacerebbe provare …sì …chissà!
Uno dei suoi temi ricorrenti è la ricerca della libertà. Libertà fa rima con solitudine?
…forzando un po' il ragionamento…direi di sì!
Siamo circondati da 1000 leggi, divieti, restrizioni, sensi unici, condizionamenti …
La libertà è un concetto anacronistico …ed è faticosa …è badare a se stessi …è rischiosa.
Molto più comodo lasciare che siano gli altri ad occuparsi di noi, ad organizzarci la vita, a dirci cosa fare, cosa è giusto e cosa no. Ubbidire rende la vita facile.
A volte mi sembra di stare in un gigantesco allevamento intensivo di essere umani, dove ci danno tutto ciò che ci serve: cibo, svago, occasione per accoppiarsi, malattie e cure …tutto.
Restare soli dà la sensazione di evadere un po' da quel recinto, di uscire dalle gabbie, di allontanarsi dalla mangiatoia dove si stanno alimentando gli altri 100.000 polli in batteria.
La solitudine mi fa sentire diverso dagli altri, meno conforme, addirittura migliore …quindi quasi libero …so che non è così…Ma a volte è utile mentirsi; sono bugie a fin di bene.
Cosa pensa del pericolo, spesso adombrato dai media, di nuove pandemie? La sua posizione nei confronti della medicina sembra abbastanza critica…
Tocca un tasto dolente…
Guardi, molti secoli fa, quando non c’erano medicinali, disinfettanti, vaccini…c’era una pandemia ogni secolo. Oggi siamo tutti vaccinati, disinfettati e abbiamo armadi pieni di farmaci, eppure pare che le pandemie siano quinquennali… Com’è possibile? non ci credo più.
La medicina per me non è più credibile, risponde soltanto a leggi di mercato, è pura economia …è finanza d’assalto …è speculazione ..è scienza applicata al profitto ..dove tutto è lecito.
Le case automobilistiche, per campare, hanno bisogno di automobilisti.
Le case farmaceutiche di malati ; più ce ne sono e meglio è…se cronici sono il top!
Io sono curioso…leggo…provo ad informarmi…
Le cito questo episodio: nel 2004 (se non ricordo male) le grandi aziende farmaceutiche hanno “deliberato” di modificare, abbassandoli, i parametri delle 3 patologie più comuni (diabete, ipertensione e colesterolo).
Risultato : l’acquisizione di 280 milioni di “malati”, quindi, di clienti, in più rispetto a prima …
Persone che il giorno prima erano sane il giorno dopo erano in procinto di cominciare una cura farmacologica per rientrare nei nuovi valori…
Per tornare a tempi più recenti il dottor Burla ha fatto ancora meglio (da nobel per l’economia).
Ha venduto il ghiaccio agli eschimesi…
4 miliardi di persone sane hanno subito un trattamento medico per due anni facendosi una puntura ogni 4 mesi …
Se sta pensando che sono il solito complottista no vax. ed ha intenzione di manifestare il suo disappunto da “haters” non lo faccia sui social, essendone io sprovvisto.
Mi odi come negli anni 90 …un chiodo e una bella “rigata” sulla portiera della macchina!!
Mi farebbe sentire un po' più giovane!!!