Stories, il brand sostenibile 100% Made in Italy protagonista anche a Venezia
Stories è il brand di moda italiano protagonista anche alla 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che vuole essere parte di un cambiamento globale: i valori della sostenibilità vengono espressi attraverso i tessuti 100& Made in Italy, i filati, il packaging e la Stories' House, la nuova location dai sistemi sostenibili.
"La moda è un ingranaggio. Un ingranaggio oggi fermo come il resto dell’intera macchina. È fermo il paese. È fermo il sistema moda. Ripartiremo, prima o poi accadrà e dovremo essere pronti a farlo in maniera diversa, con più consapevolezza, con maggiore empatia e probabilmente anche un maggior amor proprio. Questo discorso vale per tutti i principali attori del mercato coinvolti: produttori, fornitori di materie prime, fornitori di attrezzature, utenti finali, commercianti, distributori. Adesso vi racconto il mio punto di vista."
Con queste parole Stefano Giordano, Designer & Co-Founder di Stories, brand italiano che attraverso l'hashtag #respectyourself vuole centrare l'obiettivo della sostenibilità, descrive l'intento dell'azienda. Un ingranaggio che vuole essere parte di un cambiamento globale, poiché la qualità non può più essere un optional.
Partendo dai tessuti, completamente Made in Italy, tecnologici e a base naturale, realizzati in lana merino 100%, performanti, con straordinarie proprietà idrorepellenti e isolanti. Capi che saranno come una seconda pelle: da qui la scelta di lavorare sul concetto di visibilità, sviluppato in giacche antivento interamente realizzate con lana tecnica e una Membrana Luminor, rifinita con pigmenti fluorescenti che si caricano con i raggi solari. Tre le ore di autonomia di questa luce senza batteria, che fa luce senza usare energia ed è etica “non solo” perché oggi è di moda esserlo. Il tutto siglato da quattro certificazioni, visibili sulla scheda tecnica del prodotto.
Anche il packaging dei capi è stato rivoluzionato: niente più buste di plastica in favore di quelle di carta con cerniere in plastica riciclata.
Il manifesto di Stories in 6 punti
L'approccio di Stories alla moda è descritto in sei punti, in ordine cronologico: sei obiettivi da raggiungere, sei linee guida di un progetto che ha preso vita e che molti addetti ai lavori tra stilisti, designer, sarte, fotografi, modelle e buyer hanno deciso di adottare:
1. Creare prodotti con un design riconoscibile
Occorre costruire un’identità forte attorno ai singoli capi. Perché un brand non è solo un nome riconoscibile e un logo che vi distingue sul mercato. È soprattutto uno stile di vita, con le scelte che ne comporta.
2. Creare prodotti 100% Made in Italy
Mantenere gli alti livelli di qualità che ci si aspetta da un capo di moda italiano. Far si che tutta la filiera (dalla creazione dei singoli capi, alla scelta delle materie prime da utilizzare, fino alla produzione di una collezione e al suo ingresso sul mercato) sia tracciabile e italiana.
3. Creare prodotti di alta qualità e performanti
Serve che i capi durino nel tempo. Oggi la gente vuole avere tutto. Vuole capi che siano futuristici e trendy, tecnici e performanti e che garantiscono la massima comodità, e restino glamour e cool.
4. Usate solo filati e tessuti naturali
Naturali o derivanti da circuito di riciclo. Perché non si spreca e perché mai come oggi si sente il bisogno di autenticità, quella che si trova in natura, la stessa che non è ancora stata contaminata. Le fibre naturali sono ricavate da piante vegetali da cui è possibile estrarre delle fibre, oppure quando possibile da materiali di origine animale. La fibra tessile si usa per realizzare filati, e successivamente tessuti: vari filamenti vengono uniti tra loro e intrecciati per “dare” un filato. Diversi filati permetteranno di confezionare un tessuto. Questa è la strada che deve fare una materia prima “naturale” per farsi capo. Ma quanto sarebbe speciale quel capo se fosse in grado di raccontarti quel percorso, compresa ogni mano che lo ha lavorato, fino ad arrivare talmente indietro nel tempo da riuscire ad individuare la fattoria in cui è stata allevata e tosata la pecora da cui arriva la lana?
5. Dite sempre la verità
Se sei sostenibile al 60% dillo. In altre parole, dì la verità, perché sarà ciò che potrà realmente fare la differenza. Oggi le persone non comprano oggetti, comprano motivazioni e le cose per funzionare hanno bisogno di rimanere umane, e in quanto tali imperfette: è ciò che fa la differenza.
6. Fate goal
Il consumo e la produzione sostenibile puntano a “fare di più e meglio con meno”, aumentando i benefici in termini di benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita. Parliamo quindi di un approccio sistematico e cooperativo che i soggetti attivi nelle filiere, dal produttore fino al consumatore, devono sviluppare. Il sistema moda non può prescindere da questo. Non può ignorare tutto ciò, non può rimanere cieco davanti alle esigenze del mondo di oggi.
Stories' House: un'azienda dai valori solidi e chiari
Sorge a Bèrgolo, comune di 68 abitanti in provincia di Cuneo, la casa madre di Stories: qui Stefano Giordano, proprietario del terreno di 2.000 mq su cui verrà edificato il Palazzo Stories, è al lavoro con una squadra di professionisti su un progetto concreto. Uno studio di fattibilità già fatto, un architetto già al lavoro e uno studio sulle energie rinnovabili realizzato in parallelo. All’interno troveranno posto gli uffici, le sale riunioni, una sartoria adibita alla customizzazione dei singoli capi, un magazzino per stoccare quanto verrà prodotto anche in virtù della messa on line dell’e-commerce e una sala shooting attrezzata per scattare le nuove collezioni. All’interno troverà ampio lustro una lingua di verde, lateralmente percorsa da un corso d’acqua figlio di un circuito chiuso che andrà a recuperare l’acqua piovana.
Non solo: l'edificio sarà composto da ampie vetrate in vetro per la massima illuminazione naturale, in termini di risparmio energetico; schermature solari regolabili, poste sulla facciata sud, che consentono di modulare la luce in funzione dell’orientamento solare, con materiali utilizzati nelle pergole sono riciclabili al 99%; camino solare, per migliorare la ventilazione; impianto geotermico e pannelli solari, per produrre acqua calda e riscaldamento; pannelli fotovoltaici, per la produzione di energia elettrica; sistemi indipendenti per il controllo della temperatura interna, per un impiego ragionato dell’energia.
"Néo Kòsmo", il corto presentato a Venezia vestito da Stories
Secondo capitolo di una trilogia iniziata con "La Macchia Umana" (2017), per la regia di Adelmo Togliani, "Néo Kósmo" è il corto con protagonista Giorgia Surina presentato alla 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che raccoglie e lancia al pubblico interrogativi di natura etica, regalando uno sguardo sul futuro e sulle conseguenze del progresso umano. E quale migliore brand se non quello che tutti conoscono come "il brand degli ingranaggi" poteva vestire il protagonista maschile Giorgio Consoli con polo, dolcevita e maglie girocollo, figlie di due collezioni e una giovanissima Sabrina Nardò.
Lo sceneggiatore e regista Adelmo Togliani ha spiegato il perché della scelta di Stories: "Nell’elaborare il concept di "Néo Kósmo" i costumi sono stati un tassello importantissimo. Grazie alla collaborazione della costumista Simonetta Antonucci abbiamo dato uno sguardo agli anni ’60, alla cinematografia di genere sci-fi di allora. Siamo partiti da lì perché era idea comune che quella visione del futuro, tutt’altro che barocca, fosse anticipatrice dei tempi odierni e del nostro futuro prossimo, quello raccontato nel cortometraggio appunto. Linee nette, pulite, minimali e colori tenui era la strada e Stories veniva incontro a questa esigenza di fondo: un vestiario del futuro poco vistoso, ma allo stesso tempo elegante e quindi perfettamente calzante per un’opera di questo livello".
Ma cosa c'entra la moda con la scienza, il digitale e il progresso umano? Lo spiega Stefano Giordano, il cui approccio al mondo della moda che non può in alcun modo trascendere dai problemi reali che oggi la società si trova a dover fronteggiare: “Alla base del nostro lavoro c’è una chiara idea di sostenibilità, senza la quale il mondo del fashion non può andare avanti ma prima di questo occorre che la nostra mente e il nostro approccio alla vita di tutti i giorni siano mossi da un’educazione sociale, che parte da una sostenibilità ambientale e da una attitudine al rispetto che dovrebbe essere la base del vivere civile. Ancor prima di parlare di moda e di cinema. Ecco perchè per me è un onore essere nel corto di Adelmo Togliani con i miei capi, in un momento storico in cui non basta esserci o apparire ma occorre generare cultura e sapere. “Faccio” vestiti, direte voi, e non posso darvi torto ma è il modo in cui lo faccio che fa la differenza. Io ci provo, e voi?”.
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Giorgia Brandolese
Da The Wire ai Pearl Jam, passando per Grant Achatz. Musicista, Giornalista, laureata in Comunicazione pubblicitaria, nel corso degli anni si specializza in Cinema, Serie Tv, Alta Cucina.
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