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Spazio Oberdan, Fondazione Cineteca Italiana presenta dal 22 luglio all’1 agosto 2015 THE TRIBE, un interessante lungometraggio che è apparso solo recentemente in alcune sale italiane.

La durata del film, girato in Ucraina nel 2014, è di 130 minuti. La regia e la sceneggiatura è affidata a Myroslav Slaboshpytskiy, gli interpreti sono invece Grigory Fesenko, Yana Nivikova, Rosa Babiy, Ivan Tishko, Alexander Dsiadevich.

La trama ruota attorno alle vicende di una comunità di giovani sordomuti che vivono in una scuola speciale dove la violenza è sempre dietro l'angolo. Sergey per essere accettato dai compagni deve sottoporsi ai riti selvaggi messi in atto dalla "tribù", ovvero la banda che detta legge all'interno dell'istituto. Ce la fa, ma quando si innamora di Anna, una ragazza che si prostituisce per racimolare i soldi necessari per fuggire dal Paese, si trova costretto a violare tutte le regole imposte dalla impietosa gerarchia della tribù.

Gli aspetti più significativi del film sono due: gli adolescenti sordomuti sono collocati al di fuori di ogni stereotipo sulla disabilità e senza tentazioni di psicologismo sociale; i personaggi comunicano solo attraverso il linguaggio dei segni che diventa puro linguaggio di cinema, trasmettendo emozioni e significati grazie alla loro sublime espressività senza bisogno dell'aiuto di parole e didascalie.

I giorni e gli orari in cui sarà possibile vedere il film sono: mercoledì 22 luglio (h 21), venerdì 24 luglio (h 18), sabato 25 luglio (h 17.30), lunedì 27 luglio (h 21) e sabato 1 agosto (h 21.30).

The Tribe Dal 22 luglio all’1 agosto Spazio Oberdan Milano Viale Vittorio Veneto 2 INFO: 02 87242114 www.cinetecamilano.it

MODALITÀ D’INGRESSO: Biglietto d’ingresso: intero € 7,00 Biglietto d’ingresso ridotto per possessori di Cinetessera o studenti universitari: € 5,50 Primo spettacolo pomeridiano (giorni feriali): intero € 5,50, ridotto € 3,50 Cinetessera annuale: € 6,00, valida anche per le proiezioni al MIC – Museo Interattivo del Cinema - e all’ Area Metropolis 2.0 – Paderno Dugnano.

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Il 21 e 22 agosto a Biel, in svizzera, si svolgerà il primo Body and Freedom Festival, in cui artisti internazionali sfileranno nudi per le strade pedonali della città, in una performance artistica di nudo pubblico che ha lo scopo di infrangere il tabù dello spazio urbano e di portare il nudo fuori dai musei, dove la gente è abituata a vederlo.

Che si tratti di arte, oppure di una semplice esibizione alternativa da strada, questa specie di terapia d’urto mostra il corpo come realmente è, senza imperfezioni o ritocchi fotografici. Come afferma l’artista Thomas Zollinger: “oggi tutto ciò che può essere mostrato ed eseguito in gallerie o teatri può anche essere mostrato ed eseguito in spazi urbani, solo il corpo nudo, sembra rimanere un tabù”.

Semplicemente un corpo nudo alla mercè di un pubblico da strada. Il confine tra arte e stramberia sembra essere davvero sottilissimo e le prime critiche da parte di chi invece non apprezza questo genere di esibizioni non tarda ad arrivare sulle pagine dei social network.

A sostenere questa iniziativa è il dipartimento di Cultura, insieme con altre associazioni correlate, ma, oltre a tutto questo, è stato lanciato anche una campagna di Crowd-Founding per trovare le risorse necessarie a pagare i fotografi, le sistemazioni, i libretti del festival e i manifesti.

Un tipo di arte, questo, che non richiede particolari abilità, infatti è possibile partecipare all’evento pur non essendo professionisti, pagando una cifra che oscilla tra i 100 e i 300 dollari per avere l’occasione di sfilare fuori dalla chiesa insieme con gli altri artisti.

A differenza delle altre volte Thomas Zollinger, l’organizzatore della performance, ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle forze dell’ordine, quindi la manifestazione sarà limitata in alcune zone pedonali della città.

Un tentativo, per alcuni considerato estremo, di rompere un tabù, di smuovere un po’ quello status quo al quale si è abituati e di aprire la mente a vedute differenti, senza aver paura di vedere e osservare quello che siamo:  semplicemente uomini e donne.

Per info: http://bodyandfreedom.com/

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Dal 26 Agosto al 15 Novembre godetevi un nuovo appuntamento prestigioso: “La Grande Madre” a Palazzo Reale.

Posta in uno degli spazi espositivi più visitati d’Italia, la mostra, a cura di Massimiliano Gioni (direttore artistico sia della Fondazione Nicola Trussardi sia del New Museum a New York), è ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi insieme a Palazzo Reale per il secondo trimestre di Expo in città 2015.

Attraverso 127 opere di oltre cento artisti internazionali, “La Grande Madre” analizza l’iconografia e la rappresentazione della maternità nell'arte contemporanea, dalle avanguardie fino ai nostri giorni.

Dalle veneri paleolitiche alle “cattive ragazze“ del post femminismo, passando per la tradizione millenaria della pittura religiosa con le sue innumerevoli scene di maternità, la storia dell’arte e della cultura hanno spesso posto in primo piano la figura della madre, che più di tutte incarna l’idea della creazione e della nutrizione (tema centrale di Expo 2015).

“La Grande Madre” vuole essere un percorso iconografico sul potere della donna: non solo sul potere generativo della madre, ma anche sul potere conquistato dalle donne nel corso del Novecento e su quello tuttora negato. Partendo dalla rappresentazione della maternità, l’esposizione si approfondisce passando in rassegna un secolo di scontri e di lotte, raccontando le trasformazioni della sessualità, dei generi e della percezione del corpo.

L’esposizione ricostruisce, dunque, una narrazione trasversale del Ventesimo secolo, esplorando i miti e i cliché del mondo femminile e dando vita ad una complessa riflessione sulla figura della donna come soggetto della rappresentazione e non solamente come oggetto dell’atto compositivo.

Preparatevi ad una mostra di genere con un taglio storico ed a carattere enciclopedico, incentrata sul racconto -per immagini- di un secolo in movimento, in costante equilibrio fra tradizione ed emancipazione.

 

“La Grande Madre”

Dal 26 Agosto 2015 al 15 Novembre 2015

Palazzo Reale

Piazza del Duomo, 12 – Milano

COSTO DEL BIGLIETTO: intero 8 €, ridotto 5 €

 

 

Per il progetto “PADIGLIONE TEATRI”, lunedì 20 luglio alle 21.30 andrà in scena al Teatro Franco Parenti “La Commediola” con Giobbe Covatta, una lettura de l’Inferno tratto dalla Divina Commedia di Ciro Alighieri.

Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri. Disgraziatamente, ci è pervenuto solo l’inferno e non in versione completa.

Dopo un’attento lavoro di ricostruzione, si può finalmente leggere questo lavoro che presenta senza dubbio affinità ma anche differenze madornali con l’opera di Dante. Intanto la lingua utilizzata non costituisce una derivazione del volgare toscano ma è senz’altro più affine alla poesia napoletana. Inoltre, l’autore ha immaginato l’inferno come luogo di punizione non per i malfattori ma per le loro vittime. E le vittime sono i bambini, coloro che non possiedono ancora consapevolezza dei propri diritti e non hanno possibilità di difesa. Così, mentre resterà impunito chi ha leso con le sue turpi azioni dei piccoli innocenti del terzo mondo, il Virgilio immaginato dall’antico poeta lo accompagnerà per bolge popolate da bambini depauperati per sempre di un loro diritto, di qualcosa che nessuno potrà mai restituirgli.

Giobbe Covatta ci presenta in un reading a leggio la sua personale versione della Divina Commedia totalmente dedicata ai diritti dei minori. I contenuti ed il commento sono spiritosi e divertenti, ma i temi trattati sono seri e spesso drammatici.

 

La Commediola

Teatro Franco Parenti - Via Pier Lombardo, 14 - 20135 Milano

 

Posto unico € 10,00

 

Per prenotazioni:

Biglietteria Teatro Franco Parenti

Tel – 02 59995206

infomailQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

acquisto online su www.teatrofrancoparenti.it

Orari di apertura: lunedì 16 -19,30 – da martedì a sabato 10-14,30 e 16-19,30 – domenica 10-14,30

La Galleria Guido Costa Projects di Torino ospiterà fino al 31 ottobre 2015 un’incredibile retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin, una delle più grandi fotografe donne universalmente note.

L’identità di una persona è qualcosa di strettamente connesso alla sua vita personale, alle esperienze che hanno segnato la sua storia, ai drammi subiti e al modo che ognuno di noi trova di sopravvivere al mondo e Nan Golgin è una che di storie da raccontare ne ha parecchie.

Artista statunitense, fotografa contemporanea per la precisione, nasce nel 1953 e passa la sua adolescenza a Boston, dove si forma alla School of The Museum of Fine Arts. Fin da subito capisce che non esiste alcuna distinzione tra vita e arte, poiché l’una diventa necessaria per la completa realizzazione dell’altra.

La sua fotografia nasce quindi come un vero e proprio diario quotidiano in pubblico e questa tipologia di rappresentazione del mondo l’accompagnerà tutta la vita. Verso la fine degli anni ’70, al Mudd Club diNew York, la Goldin inizia a esporre le sue opere, accompagnate da una colonna sonora punk, Ballad of Sexual Dependency, e la sua arte inizia sempre più a definire i contorni di quella figura che diverrà poi una delle icone delle fotografia contemporanea.

Considerata una dei Five of Boston, il suo stile è paragonabile a quello di Terry Richardson o Wolfang Tillmans e riesce a far emergere il lato più nascosto e trasgressivo della città di New York. Sceglie di esporre se stessa tanto quanto i suoi amici come parte di un ricordo vivo e tangibile, come si evince nel celebre “Autoritratto un mese dopo essere stata picchiata”, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.

Gli anni ’80, si sa, negli Stati Uniti sono stati un periodo scottante, sia per quanto riguarda le contestazioni giovanili, che segnarono a pieno la “generazione difficile” dell’artista, ma anche per la diffusione inarrestabile dell’AIDS che portò Nan Goldin a realizzare il profondo potere della fotografia, legato alla capacità di mostrare il cambiamento delle persone, ma anche al doloroso ricordo di tutti coloro che aveva perso. Tuttavia, questo non le impedisce di organizzare nel 1989 la prima grande mostra fotografica sull’AIDS del mondo.

La storia di una donna che ha saputo fare della sua vita una vera e propria arte, che ha vinto la scommessa con la discriminazione di genere, facendo volare il suo nome sulle vette più alte della fotografia mondiale.

La mostra di Torino raccoglie moltissime delle sue opere, partendo dai primi anni della sua vita artistica, fino ad arrivare alle foto scattate nel corso degli ultimi 30 anni. Molte immagini sono inedite e la scelta dei soggetti è strettamente legata al suo modo di vivere.

“Le sue immagini sono lo specchio di se stessa e del mondo in cui ha vissuto”, afferma la giornalista americana Lily Tillman, uno sguardo interiore che ha dato vita a un vero e proprio genere artistico, diventato un’icona per tutti gli amanti della fotografia, ma anche soltanto per chi abbia voglia di osservare il mondo con gli occhi di una persona diversa da sé.

nan goldin / nan goldin

2 luglio 2015 – 24 ottobre 2015 la galleria resterà chiusa dall’1 al 31 agosto

Guido Costa Projects – Via Mazzini 24, Torino

Orari di apertura: dal lunedì al sabato, dalle 15.00 alle 19.00

Per info: http://www.guidocostaprojects.com/

Adele Di Giovanni

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Dal 28 Luglio al 2 Agosto, presso Spazio Oberdan, Fondazione Cineteca Italiana presenta "Forza maggiore" (Force Majeure), un film diretto da Ruben Ostlund.

Vincitore del Premio della Giuria nella sezione "Un certain regard" lo scorso anno, al 67° Festival di Cannes, è stato selezionato per rappresentare la Svezia nella categoria "Miglior film straniero" ai Premi Oscar.

 

I protagonisti sono Tomas ed Ebba, genitori sulla quarantina di due bambini. L'intera famiglia, prototipo della classe media occidentale, sceglie di partire per una settimana bianca sulle Alpi francesi. Accade, però, un imprevisto. Il primo giorno, mentre siedono per pranzare ai tavoli all'aperto di un ristorante panoramico, assistono a una slavina controllata -di quelle fatte da chi gestisce gli impianti per evitare valanghe vere-. Nella concitazione del momento, sembra, tuttavia, che la valanga sia destinata a travolgerli. L'istinto di Tomas è quello di mettersi in salvo il più in fretta possibile, l'istinto di Ebba è quello di proteggere i figli fino alla morte, se necessario. Tomas, preso dal panico, scappa senza preoccuparsi di moglie e figli. Fortunatamente la valanga si arresta prima e, rientrato il falso allarme, la famiglia prosegue la propria vacanza. Ciò nonostante, la consapevolezza del gesto istintivo di Tomas incrina la fiducia che Ebba nutre nei suoi confronti. Una crepa è ormai destinata ad aprirsi sempre più profondamente. Difatti, come una valanga inesorabilmente trascina tutto via con sé, allo stesso modo il virus che tormenta Tomas e Ebba si diffonde rapidamente fino a colpire i loro figli, amplificando ed esasperando i loro specifici non detti.

 

"Forza maggiore" è un film dedicato a una crisi familiare pura e semplice, che non ha niente a che vedere con tradimenti, grandi passioni o dolori strazianti.

Colpito dai risultati di una serie di ricerche che osservano un incremento dei divorzi nelle coppie sopravvissute ad un'esperienza fortemente drammatica (un dirottamento o uno tsunami, per esempio), Ostlund, infatti, ha scelto di affrontare l'argomento a suo modo, innescando un parallelismo tra il percorso inarrestabile di un'emozione e quello del tutto simile di una slavina.

Una ottima idea, che si traduce in una pellicola in cui è evidente la volontà di mantenere un grande equilibrio tra le posizioni. Anche la rappresentazione di uomini e donne, delle loro esigenze e dei loro punti di vista nel contesto familiare è sempre lontana da luoghi comuni. La rappresentazione efficace della normalità, senza nessun vincitore.

 

"Forza maggiore" Regia e sceneggiatura: Ruben Ostlund Con Johannes Bah Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Clara Wettergren, Vincent Vettegren

 

Dal 28 luglio al 2 agosto Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto, 2 - 20124 Milano

INFO: T 02.87242114 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / www.cinetecamilano.it

MODALITÀ D’INGRESSO: Biglietto d’ingresso: intero 7,00 Biglietto d’ingresso ridotto per possessori di Cinetessera o studenti universitari: € 5,50 Primo spettacolo pomeridiano (giorni feriali): intero € 5,50, ridotto € 3,50

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Aspettando l’uscita dell’ultimo capitolo della saga Hunger Games, la protagonista Jennifer Lawrence regala ai suoi fans una novità da prima pagina.

L’attrice, già vincitrice di un Oscar per "Un Gelido Inverno" nel 2011, sarà infatti il nuovo volto di Lady Dior, la linea di borse della nota casa di moda francese. Proprio come il suo alter ego Katniss Everdeen dei romanzi di Susan Collins, la Lawrence diventa testimonial di una campagna dedicata al grande pubblico, anche se in questo caso lo scopo non sarà quello di sconfiggere una dittatura, ma quello di essere la portavoce di migliaia di donne.

L’analogia è se non altro curiosa, soprattutto per i fan della saga che hanno già iniziato a guardare in rete i teaser del film, che uscirà nelle sale cinematografiche solo il prossimo novembre. Una bellezza acqua e sapone, dal trucco leggero ed elegante, che negli scatti di Dior sembra essere ancora più eterea.

La giovane attrice statunitense, si sa, ama vestire i panni dell’eroina, come dimostra il ruolo di Mystica, all’interno della saga X-Men che la portò alla fama internazionale. Questa volta però non ci saranno armature, né archi con frecce da scoccare, né tantomeno superpoteri, ma dovrà convincere e stupire tutti quanti con il suo unico asso nella manica: la sua semplicità.

Visti i precedenti volti della casa francese, la scelta di passare il testimone a questa “donna d’azione” ha lasciato perplessi molti amanti della storica eleganza di Marion Cotillard o della sofisticata raffinatezza di Mila Kunis. Eppure, come tutti noi abbiamo imparato a osservare, le sfide non spaventano di certo Jennifer Lawrence, che proprio come le sue protagoniste sul grande schermo, che abbiano o no i super poteri, riesce sempre a convincere con ogni sua interpretazione.

La grintosa Katniss Everdeen, la più misteriosa Mystica, la dolcissima Tyffany Maxwell, de “Il Lato Positivo” al fianco di Bradley Cooper, sono soltanto degli esempi di quello che una giovane donna come lei può raggiungere. Perché recitare non vuol dire fingere; recitare, come qualsiasi arte che si rispetti, è regalare un pezzetto della propria anima al pubblico, cambiare se stessi anche solo per un personaggio. Gli attori non interpretano qualcun altro, gli attori diventano qualcun altro.

Per questo quando vediamo il volto di Jennifer Lawrence firmato Dior, vedremo attraverso i suoi occhi ogni singola sfaccettatura di ogni sua singola interpretazione. Il suo carattere combattivo fuoriuscirà dallo sguardo etereo di quel cartellone pubblicitario, perchè un volto non è e non dev’essere soltanto un viso anonimo, come direbbe lo stesso Chrstian Dior: “il segreto della bellezza consiste nell’essere interessante, nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante”.

Adele Di Giovanni

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Anche quest'anno, al termine della stagione, Teatro Libero resterà aperto per gli spettacoli della rassegna “LIBERI D'ESTATE”, che nelle precedenti edizioni è stata accolta con gran favore dal pubblico milanese.

Quattro i titoli che vanno in scena nella sala di via Savona, mentre altri tre partecipano al progetto PADIGLIONE TEATRI del comune di Milano e si tengono al Parenti e all'Elfo Puccini. Il tutto si svolgerà dal 13 al 30 luglio.

A teatro libero si partirà il 19 e 20 luglio con Gocce di energia e Briciole di vita, due diverse serate per un totale di undici brevi spettacoli prodotti dalla Scuola Teatri Possibili per EXPO 2015 e legati al tema dell'alimentazione e della nutrizione. Si tratteranno argomenti come la fame, ma anche l'alimentazione eccessiva e i problemi ad essa correlati, la fuga nel cibo o il rifiuto dello stesso, gli sprechi e la mancanza.

Si proseguirà poi il 21 e 22 luglio con Pesche miracolose, uno spettacolo di Teatro Invito che ci mostra la vita di un paese di provincia nel Nord Italia durante la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di un ragazzo. Il racconto, alquanto originale, ci restituisce spaccati di vita diversi da quelli che ci proporrebbe una semplice cronistoria. La vita, in questa cornice, è ancora strettamente legata alla natura. Ed è proprio dall'elemento naturale, dal lago e dalla pesca, che il protagonista del racconto trarrà la sua personale epifania: le pesche miracolose, la prima a seguito di un bombardamento che uccidendo i pesci riempie finalmente la pancia alla gente affamata, la seconda prodotta con la dinamite sottratta ai partigiani.

Il 23 e 24 luglio sarà invece la volta di Miniature, della compagnia Fenice dei Rifiuti, quattro brevi racconti teatrali sull'universo femminile. In Mille anni al mondo si narra la storia di Guglielmina, un'anziana signora con un passato fitto di successi, ma anche fallimenti. Dalla sedia a dondolo dell'ospizio in cui è rinchiusa, la donna rievoca il tormentato rapporto con la figlia, scomparsa dopo un terribile episodio di violenza. Il racconto nasce dall'esigenza di trattare una storia che prende spunto da episodi reali e che tocca temi quali il disagio, la pedofilia e il fallimento.

In Viola dei circhi si narra la storia di una trapezista precipitata in un coma profondo e irreversibile. Ma il circo, abbandonato da Viola sette anni prima, non sarà l'ultimo della sua vita. La vicenda di Viola diventa infatti materiale ghiotto per politicanti di dubbio gusto e per gli avvoltoi della televisione, che si contendono la sua storia come una succulenta portata da sottoporre ai telespettatori/elettori.

Il banchetto narra le vicende di vita di Cinzia e Marta, due ragazze legate da una storia d'amore ma, tragicamente, anche dal problema dell'anoressia. Quando Cinzia decide di farsi ricoverare per curarsi, Marta non riesce a reggere il peso della solitudine e si lascia morire, facendo sprofondare Cinzia in un nuovo incubo: quello della bulimia, divenuta l'unica compagna possibile.

Dissolvenza indaga la storia di Sara e Claudia, due sorelle che conducono un'esistenza ordinaria, spensierata, sino al suicidio della madre. Da allora le loro vite non saranno più le stesse: sconvolte dal dolore, dall'uso e l'abuso di farmaci.

Infine, il 27 e 28 luglio, a conclusione della rassegna, gli Eccentrici Dadarò proporranno Butterfly Away - Andata e ritorno, uno spettacolo in musica un viaggio attraverso mondi poetici e sonori sorprendenti. Si tratta, in questo caso, di un concerto che incontra il teatro: un musicista e la sua chitarra, un'attrice che interpreta le pagine di Tonino Guerra, Giorgio Gaber, Alda Merini, Stefano Benni, Trilussa e Dino Buzzati.

Grazie inoltre al progetto PADIGLIONE TEATRI promosso dal Comune di Milano, la rassegna quest'anno si arricchisce di tre spettacoli ospitati in altre sale della città.

Il 17 luglio nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti andrà in scena un grandissimo successo della compagnia Teatro Libero, Io, Ludwig van Beethoven, un omaggio di Corrado d'Elia al geniale compositore tedesco e alla sua musica immortale.

Il 22 luglio nella Sala Bausch del Teatro Elfo Puccini verrà invece proposto Bagnati di Tobia Rossi, una commedia di Teatro Libero Liberi Teatri che indaga le perversioni dei figli della "Milano bene" nell'estate dell'EXPO.

Per concludere, il 29 luglio, nel Foyer del Teatro Parenti, sarà la volta del Circolo Bergman, che metterà in scena Werther (?), un percorso site specific alla scoperta delle tracce di una mostra incompiuta sull'omonimo romanzo di Goethe.

LIBERI D'ESTATE Dal 13 al 30 luglio Prezzo unico € 12,00, Ridotto allievi TP € 6,00 Orario spettacoli: ore 21 Orario aperitivo: ore 19.30 Contatti: 02 8323126

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Il MIC (Museo Interattivo del Cinema) tra pochi giorni inaugurerà la rassegna "Il Musical Usa – Italia", in programma dal 14 luglio al 2 agosto.

Come si intuisce chiaramente dal titolo, in primo piano sarà il Musical, genere americano che ha vissuto la sua migliore stagione durante gli anni '30, '40 e '50, quando le sale cinematografiche erano colme di spettatori pronti a cantare e a ballare.

La rassegna, avviata in occasione dei 120 anni dalla nascita del cinema, intende offrire una panoramica sul genere hollywoodiano per eccellenza, concentrandosi in particolare sulla produzione oltreoceano degli anni Quaranta.

In programma degli autentici cult, pronti a rivivere sul grande schermo per la felicità dei nostalgici di questo genere.

Tra i tanti nomi, ovviamente ricordiamo Vincente Minnelli, uno dei registi più affermati del settore, di cui verranno proiettati tre film: "Spettacolo di varietà" (1953), "Il pirata" (1947) e "Un americano a Parigi" (1951), che vede uno scatenatissimo Gene Kelly a braccetto con Leslie Caron. Kelly ritorna come protagonista anche in "Un giorno a New York" (1949) e in "Due marinai e una ragazza" (1945), dove è al fianco di Frank Sinatra "The Voice".

Busby Berkeley, maestro dell'immagine coreograficamente costruita, verrà celebrato con "Quarantaduesima Strada"di Lloyd Bacon (1933), mentre la coppia Fred Astaire & Ginger Rogers con "Cappello a Cilindro"di Mark Sandrich.

Imprescindibile anche la fortunatissima opera del '39 "Il mago di Oz", con una giovanissima Judy Garland.

Un omaggio in tre film sarà dedicato anche a Carmen Miranda, la cantante e ballerina brasiliana che divenne una delle protagoniste più celebri di numerosi musical hollywoodiani degli anni Quaranta.

Sul versante italiano, infine, il MIC propone le commedie musicali di casa nostra, note come "musicarelli", genere andato in voga durante gli anni '60. In esse alcuni giovani cantanti venivano chiamati a interpretare le loro canzoni di maggior successo sul grande schermo: pensiamo ad esempio a "Nel sole" di Aldo Grimaldi (1967), che vanta la coppia Albano & Romina Power, oppure a "In ginocchio da te" di Ettore Maria Fizzaroti (1965), che invece vede come protagonista Gianni Morandi, fino a "Cuore matto...matto da legare", il film diretto nel 1967 da Mario Amendola con la partecipazione di Little Tony.

Un calendario ricco di proiezioni, che vi invitiamo a conoscere nel dettaglio visitando il sito ufficiale del MIC.

 

 

"Il musical Usa-Italia" MIC - Museo Interattivo del Cinema Viale Fulvio Testi, 121 - 20162 Milano www.mic.cinetecamilano.it

 

 

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Il musical Usa-Italia-gallery-Nerospinto2

Dall’8 luglio fino al 6 settembre 2015, saranno esposte a Villa Necchi Campiglio le opere dello scultore bresciano Timo Bortolotti, già presente nella collezione permanente della villa grazie alla donazione della nipote Claudia Gian Ferrari.

Artista dal profondo spessore storico, nel 1930 viene per la prima volta invitato all’Esposizione internazionale d’Arte di Venezia e da allora le commissioni pubbliche di moltiplicarono. Qualche anno più tardi gli vengono assegnati il premio Savoia-Barbante di Roma e successivamente il Gran Premio all’Esposizione Internazionale di Parigi.

Oggi, per la prima volta, la città di Milano dedica a Bortolotti una vera e propria rassegna, dove saranno presenti tutte le sue opere più famose e importanti, in particolare quelle realizzate a cavallo tra le due guerre mondiali.

Soggetto di quel periodo, infatti, era la rappresentazione di figure in età infantile e da qui si comprende la scelta di intitolare questa mostra “La Tenerezza della Scultura”. Si tratta di una vera e propria ricerca psicologica, rappresentata iconograficamente da figure giovanili, che però esprimono una forte carica umana.

Elena Pontigia, la curatrice della mostra, descrive questa grande personalità come “capace di catturare la beatitudine di un neonato che dorme e lo stupore di un bimbetto di pochi anni, la risata dell'infanzia e la grazia dell'adolescenza, un figlio abbracciato dall'amore di una madre e la tenerezza di due fratellini (…)”.

Un evento che coinvolge tutti gli appassionati di arte, ma che è aperto a chiunque voglia anche solo semplicemente conoscere il lavoro di una personalità profonda come quella di Timo Bortolotti, colorata di tenerezza, ma impregnata di eventi storici che hanno segnato, in ogni molecola, le sue sculture.

TIMO BORTOLOTTI: LA TENEREZZA DELLA SCULTURA

ORARI: 10:00 – 18:00

BIGLIETTI: Iscritto FAI: gratuito Intero: 9 euro Ridotto (Bambini 4 – 14 anni): 4 euro

COME ARRIVARE:

In auto: Tangenziale Est di Milano, uscita Palmanova. Seguire per il centro, San Babila – Porta Venezia. Zona Area C, ingresso a pagamento.

In metropolitana: Linea 1 fermata Palestro; Linea 3 fermata Montenapoleone.

In autobus: Linea 54 – 61 – 94: fermata San Damiano - Monforte.

Parcheggio: parcheggio a pagamento in via Mozart e nelle immediate vicinanze.

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