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Sabrina Napoleone e Salvatore Papotto: due anime affini per un brano potente, tra femminicidio e pandemia - In radio "La visione dell'Occhio di Dio"
E’ disponibile su tutte le piattaforme digitali, oltre che in rotazione radiofonica, il singolo La Visione dell’Occhio di Dio, composto e prodotto a quattro mani da Sabrina Napoleone e Salvatore Papotto aka Berlin-Babylon Project, con la collaborazione, ancora una volta, del musicista Osvaldo Loi.
Un incontro di etichette giovani (La Stanza Nascosta Records e Lilith Label), che con coraggio e dedizione promuovono la canzone d’autore e, più in generale, le diverse declinazioni della musica di qualità.
Un incontro, soprattutto, di individualità di valore.
Da una parte il talento potente di Sabrina Napoleone, cantautrice genovese con una vocazione sperimentale ai limiti dell’iconoclastia, che ci ha sorpresi, negli anni, con un sapiente innesto elettroacustico di matrice rock sul tessuto della canzone d’autore, nell’accezione più alta del termine. (si ascolti in particolare, il riuscitissimo Modir Min, con la produzione artistica di Giulio Gaietto e la collaborazione di Raffaele Abbate.)
Dall’altra parte il musicista e produttore toscano Salvatore Papotto, che, parallelamente alla direzione di un’etichetta discografica indipendente (La Stanza Nascosta Records, N.d.R.) , si è avventurato da anni nel Berlin Babylon Project: una ibridazione musicale nata prima esclusivamente come spettacolo live e poi confluita in un album.
Il BBP ha in comune con il jazz (che l’autore frequenta da una vita, essendosi diplomato all’Accademia nazionale del Jazz di Siena) il momento dell’improvvisazione, con il rock (di cui Papotto è un habitué, storica la collaborazione con i Madame du Bois) la forma canzone; il quid pluris è dato delle dinamiche dance, energetiche, godibili ed estremamente ballabili.
L’estro creativo di Papotto, che scrive e arrangia con maestria anche per artisti al di fuori della sua factory, privilegiando soluzioni stranianti e raffinate, nel segno della contaminazione, ha incontrato la penna icastica di Sabrina Napoleone.
Due anime musicalmente affini per un un brano austero e potente, dal forte impatto emozionale, dilatato da un’effettistica vocale ipnotica e quasi aliena.
Suggestioni industrial rock venano un brano improntato ad un felice minimalismo ritmico, armonico e melodico, che sembra coniugare forme popular e avanguardia colta.
Il testo, profondamente autorevole e volutamente non univoco, intreccia femminicidio e segregazione pandemica, prefigurazione e violenza, libero arbitrio e fatalità.
Il videoclip, per la regia di Simone Sciutto e con la partecipazione, in veste di attrice, di una Cristina Cavalli in stato di grazia, è stato girato negli spazi del Teatro della Tosse di Genova per concessione della Fondazione Luzzati ed anticipa il tema portante del prossimo album della Napoleone, una riflessione ambiziosa sul concetto di arte come mimesi e sul suo suo ribaltamento nell’era contemporanea.
Per Papotto, invece, c’è all’orizzonte la pubblicazione di un concept album sulla mitologia norrena.
Due artisti da tenere sicuramente d’occhio, per i cultori della musica e, più in generale, del bello.
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Lina Cavalieri
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