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Oggi chiacchiero con: Gianni Da Re Lombardi

Il primo yogi-blogger italiano, autore di WWW.YOGASUTRA.IT

 

Gianni pratica Yoga da quando aveva 17 anni, con una breve interruzione dai 25 ai 40 anni. Da quando ha ripreso, si sente di nuovo come se avesse 17 anni.

Oggi studia Yoga, pratica tutti i giorni, insegna e scrive. Autore in una precedente vita di quattro o cinque libri dedicati alla comunicazione e al marketing (ha perso il conto, il che la dice lunga sulle sue capacità matematiche) e innumerevoli articoli, ha scritto un manuale di Yoga e un manuale su come aprire e promuovere un centro Yoga: Kundalini Marketing.

 

Yogasutra è il primo blog italiano interamente dedicato allo Yoga. Gianni è il primo Yogi-blogger italiano che porta avanti quotidianamente o quasi un blog di riferimento per tutti gli Yogi o per i curiosi del mondo dello Yoga e dintorni. Il suo blog è una sorta di “contenitore” contemporaneo che tratta di innumerevoli argomenti: Yoga e Meditazione, Eventi e stage, consigli utili, articoli sullo Yoga, ecce cc. Vi invito a scartabellare il suo blog alla scoperta del mondo di Yogasutra.it.

 

 

DOMANDE:

 

V: Sei stato il primo a portare argomenti come lo Yoga su un un blog. Come hai  avuto questa idea?

 

G: In realtà l‘idea era venuta a un mio amico, Marco Massarotto, che all‘epoca doveva creare una serie di Blog di vario argomento per un suo cliente. Mi chiese se ero disponibile a curare un blog dedicato allo yoga. Facendo una rapida analisi in rete scoprii che nel 2006 non c‘era nessun blog italiano che parlasse di questo argomento. Esisteva già il sito Yoga.it, e qualche sito di qualche raro centro yoga già sbarcato nel mondo digitale ma per il resto, in rete e in italiano, non c‘era quasi niente che parlasse di yoga e, in particolare, nessun blog prima del mio.

 

 

V: Come scegli gli argomenti che tratti sul tuo blog?

 

G: Principalmente sulla base della rilevanza di quello che incontro leggendo libri, riviste o navigando in rete. Se trovo qualcosa di interessante, ne parlo o lo segnalo. Nei primi anni facevo anche maggiore attenzione all'attualità dello yoga: eventi come lo Yoga Festival di Milano, notizie sui giornali, attualità estera. Lo facevo anche perché in rete pochi parlavano di Yoga in italiano e del mondo italiano dello yoga, quindi avevo un ruolo informativo-divulgativo proporzionalmente più importante. Adesso ci sono molte più risorse in rete e quindi mi occupo meno dell'attualità, a meno che non pensi di poter dare un punto di vista interessante. Scrivo quindi solo su temi che ritengo particolarmente interessanti, e offro spazio a chi vuole segnalare eventi e corsi di yoga. I temi che mi interessano di più sono la tradizione dello yoga, la filosofia indiana, il rapporto tra yoga e mondo moderno.

 

 

V: Yogasutra.it, Kundalini Marketing: ti piace mischiare parole antiche con termini contemporanei e tecnologici?

 

G: Lo yoga è antico e contemporaneo. Sono contrario alla contrapposizione ”tradizione contro innovazione“ o ”tecnologia contro natura“. Come ho scritto in un mio post, anche la scrittura è una tecnologia e a suo tempo provocò polemiche analoghe a quelle che oggi riguardano i social network, mentre ieri riguardavano il computer, la televisione, i fumetti, i romanzi.

Per esempio, anche nella filosofia occidentale Socrate era contrario alla scrittura, perché fissava il pensiero in forma immutabile. Oggi i libri vengono considerati il supporto culturale per eccellenza, ma Cervantes in Don Chisciotte racconta la storia di un nobilastro impazzito per l‘eccesso di letture cavalleresche... un po‘ come oggi si sostiene che l‘eccesso di videogiochi crei disturbi mentali, cosa mai provata, o che la frequentazione dei social network allontani dalla vita reale, altra cosa mai provata. Patanjali, a modo suo, fu un innovatore tecnologico: usò una tecnologia relativamente recente - la scrittura - per tramandare le sue conoscenze sullo yoga, un‘azione tanto rivoluzionaria per la sua epoca (l‘insegnamento era solo orale, per passaparola da insegnante ad allievo) quanto oggi pubblicare un corso di yoga su Youtube. L‘unica differenza è che oggi molte cose sono più veloci: dal primo che ha pubblicato un film di yoga su Youtube siamo passati a centinaia o migliaia di filmati su yoga, pranayama, meditazione pubblicati ogni mese in tutte le lingue.

 

 

V: Hai avuto una piccola pausa dallo yoga, possiamo sapere il perché? Il blog è nato prima o dopo questa pausa?

 

G: Ho avuto una lunga pausa: ho smesso di praticare yoga dai 25 ai 40 anni. Ho conosciuto lo yoga a 17 anni attraverso il libro di Indra Devi ”Yoga in sei settimane“, edizione italiana di ”Yoga for You“, uscita in Italia nella Bur Biblioteca Universale Rizzoli, intorno al 1975. Guardando indietro è stato un libro fondamentale per la mia educazione e sviluppo, anche se all‘epoca avevo capito si e no il 10% di quello che mi diceva. Le cose che ho appreso e utilizzato per anni sono state alcune posizioni, la tecnica di autorilassamento, una piccola base di Pranayama. Gran parte dell‘aspetto filosofico non lo avevo capito, anzi lo avevo filtrato e nel ricordo mi pareva che il libro non ne parlasse nemmeno. Qualche anno fa ho ricomprato il libro, tramite Amazon, in edizione originale, una copia usata del 1960. Rileggendolo dopo anni mi sono accorto di tante cose che non avevo capito, mentre altre cose che avevo letto erano sedimentate e mi avevano influenzato per tutta la vita, ma non mi ero reso conto di averle lette lì. Tra l‘altro, una cosa che non avevo capito a 17 anni era che Indra Devi fosse una donna. Quando ho comprato il libro pensavo che fosse un nome maschile, complice anche l‘illustrazione di copertina di John Alcorn che rappresentava uno yogi in una via di mezzo fra siddhasana e baddhakonasana. Indra Devi è stata la prima allieva donna di Krishnamacharia (maestro anche di BKS Iyengar, K Pattabhi Jois e TKV Desikachar) ed ebbe un ruolo importante nel divulgare lo yoga negli Stati Uniti.

 

 

V: Qual è il plus valore di un blog rispetto ad altri canali di divulgazione che abbiamo a disposizione?

 

G: Un blog può essere la semplice espressione di un punto di vista personale, una specie di diario, una serie di editoriali su argomenti specifici, oppure una serie di scritti del genere ”brevi cenni sull‘universo“. Oppure può essere una vera e propria testata editoriale, con un taglio editoriale, una selezione di argomenti, diversi collaboratori coordinati fra loro. In tutti i casi è un modo molto efficace per parlare a un proprio pubblico, che può essere un piccolo giro di amici online o un pubblico più vasto. È un ottimo strumento per la divulgazione di tematiche ”verticali“. Se fai il palombaro, parlare delle tematiche del lavoro subacqueo con un blog è un ottimo modo per tenersi in contatto con colleghi palombari, ma anche semplici appassionati del tema, con uno scambio che, anche se sei il maggior esperto del mondo, ti arricchisce perché nessuno è così esperto da sapere tutto e conoscere tutti i dettagli.

 

 

V: Oltre ad esser uno yogi blogger sei anche un insegnate di Yoga, cosa trasmetti ai tuoi allievi nelle tue lezioni? Qual è la cosa che a tuo avviso è più importante insegnare?

 

G: Con tutto il rispetto per il fitness e altre discipline, nell'educazione fisica spesso si tende a insegnare secondo una metodica del tipo "istruzioni dell'Ikea": esegui così, così e così. Dal mio punto di vista la cosa più importante è imparare ad ascoltare il proprio corpo, eseguire la posizione senza farsi male, non essere narcisisti e competitivi. In pratica interpretare le indicazioni ma eseguire la posizione pensando con la propria testa. È il messaggio rivoluzionario dello yoga: ascolta il maestro, ma il maestro sei tu. In ogni sala pratica i maestri sono molti: l'insegnante ma anche ogni allievo.

 

 

V: Cosa ne pensi di tutti gli stili di yoga o rielaborazioni in chiave occidentale che sono nate negli  ultimi anni?

 

G: Bisogna essere aperti. Per quel che riguarda lo yoga, io sono un tradizionalista aperto all‘innovazione. Bisogna partire dalle tradizioni, poi su queste si può innovare. La fisiologia umana cambia molto lentamente: per quel che riguarda la nostra esperienza possiamo dire che è sempre uguale. Quindi bisogna partire dalla fisiologia e dalla tradizione: quellli sono i punti fermi. Passando dalla carrozza all‘automobile, nessuno ha avuto la pretesa di reinventare la ruota. I tre fattori fondamentali dello yoga sono il corpo umano, il respiro, la mente, la forza di gravità. La tradizione dello yoga ha fatto scoperte molto interessanti sul funzionamento del corpo, del respiro e della mente, utilizzando la forza di gravità per condizionarli ed educarli. Bisogna partire dalla tradizione e dalla fisiologia del corpo restando aperti alle novità che si possono scoprire percorrendone il cammino.

 

 

V: Yoga e moda: pensi che lo yoga sia diventato un fattore sociale “glamour”? E che ciò possa aiutare la diffusione di questa disciplina oppure in qualche modo sminuirla?

 

G: Sicuramente negli ultimi dieci anni c‘è stato un fattore di moda. Però penso che lo yoga offra una conoscenza talmente profonda della fisiologia umana che la sua diffusione porterà grandi vantaggi per tutta l‘umanità. Mi sembra che il Dalai Lama abbia detto che se tutti meditassero 15 minuti al giorno, l‘umanità sarebbe più pacifica e felice. Credo che sia il possibile ruolo dello yoga: se tutti praticassero yoga, che è una forma di meditazione, tutta l‘umanità sarebbe più sana e felice.

 

 

V: Pensi che lo yoga possa cambiare la vita delle persone? E in che modo ha cambiato la tua?

 

G: La cambia perché insegna a pensare con la propria testa, almeno secondo me. Imparare a stare sulla testa significa anche imparare a guardare le cose da un punto di vista diverso dal solito. Per un idealista ottocentesco un‘affermazione del genere sembra una cretinata, ma in realtà anche la psicologia occidentale ha scoperto che la posizione del corpo influenza lo stato d‘animo e il modo di pensare: semplificando un po‘, se stai gobbo sei più soggetto alla depressione, se stai dritto sei più ottimista.

 

 

V: Cosa secondo te è più frainteso in generale della pratica dello Yoga nel mondo Occidentale?

 

G: Probabilmente la ricerca del contorsionismo atletico. È una tentazione forte e un modo per affascinare-spaventare i principianti. Certo, guardare una bella donna o un bell'uomo eseguire posizioni intricate può essere piacevole, stupefacente o motivo di ammirazione. Ma lo yoga può essere praticato a qualsiasi età, in qualsiasi condizione fisica eccetto la malattia acuta. Non occorre eseguire la posizione annodata per trarne benefici, anzi.

 

 

BOTTA E RISPOSTA: Una domanda – Una parola come risposta

 

L’Asana che preferisci di più - Supta Padmasana

Lo stile di yoga che senti più tuo - Hatha Yoga

Un libro utile (in generale) - Yogasutra

Un viaggio utile - Il viaggio alla scoperta di sé

Una citazione o una tua frase utile - "La posizione deve essere stabile e comoda", Yogasutra,

Un sito utile - yogajournal.com yoga.it

La cosa da evitare per chi pratica Yoga - farsi male

Cosa ti rende felice quando insegni - finire la lezione

Colore preferito - viola

Una bevanda che consigli a tutti - karkadè

 

 

Il blog Yogasutra è on-line al seguente indirizzo: www.yogasutra.it

 

 

Namasté,

Vittorio Pascale

Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano

Fondatore della pagina Fb: Yogamando

Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano

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Redazione Nerospinto

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