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Un'esclusiva intervista a Mitzi Von Wolfgang e Giorgio Marchisio, produttori di Milan Extraordinaire
Dal 26 al 29 novembre a Maison Milano sarà inaugurato Milan Extraordinaire, l'esclusivo festival dedicato alle performance di spettacolo dal vivo: burlesque, cabaret, circo retro e varietà.
Abbiamo intervistato per voi i produttori del festival: Mitzi Von Wolfgang e Giorgio Marchisio. Mitzi Von Wolfgang è la fondatrice della prima scuola di burlesque e cabaret in Italia, nata nel 2008. Oltre a collaborare con le più grandi star e insegnanti del burlesque a livello mondiale, è ufficialmente la più acclamata coach di autostima e seduzione presso le televisioni italiane. Giorgio Marchisio, invece, è imprenditore nel settore della ristorazione, del catering e del divertimento. Ha creato e gestito Maison Milano (nelle foto), uno dei locali più attivi nella programmazione di spettacoli dal vivo.
INTERVISTA
Quando vi siete avvicinati al mondo del neo-varietè?
Mitzi: entrambi ci occupiamo da tanti anni del mondo dello spettacolo. Io dal 2008 gestisco la prima scuola di cabaret e burlesque di Milano. Giorgio è l'ideatore di questo splendido locale che è Maison Milano,
Come nasce questo posto?
Giorgio: questo luogo era un'antica stazione della posta, poi diventa Maison España e dal 2011 si evolve in Maison Milano, un locale che vuole proporre una serie di intrattenimenti artistici a 360 gradi.
Qual è la vostra concezione di divertimento?
Mitzi: dal mio punto di vista, il divertimento è soprattutto legato alla soddisfazione del pubblico, Divertire significa destare meraviglia e proporre sorprese, cose nuove che il pubblico non ha ancora visto. E' per questo che mi piace molto lavorare con artisti stranieri; parte della sorpresa proviene dallo sconosciuto. Giorgio: per me il divertimento è “joie de vivre”. Nel mio locale prediligo i dinner show, per poter concentrare il piacere e il divertimento dal momento della cena sino a fine serata.
Questo festival, Milan Extraordinaire, è una novità assoluta in Italia
Mitzi: sì, si tratta senz'altro di una novità assoluta, di un concetto del tutto inedito. Prima, generalmente, venivano proposti festival singoli. Mancava qualcosa che riunisse vari tipi di intrattenimento leggero, abbinabili e complememtari tra di loro. E.... Abbiamo scelto il nome “Milan Extraordinaire” perchè la lingua francese fa ancora sognare e ben rende l'idea di un intrattenimento leggero, di classe e raffinato.
Purtroppo, Mitzi, devo farti una domanda di rito: se ti capitasse una persona che fino ad ora non ha mai sentito parlare di spettacolo burlesque, come glielo spiegheresti?
Gli direi innanzitutto che deve attendersi una sorpresa, in quanto il burlesque riunisce il teatro, la danza e lo spogliarello. Di conseguenza, lo spettatore deve aspettarsi di rimanere incantato, stupefatto. Aggiungerei che è un'arte che può anche essere un filino provocatoria, ma mai scontata. Non si tratta di spettacoli lineari, come può essere la danza classica. “Lasciatevi intrattenere, lasciatevi stupire” sarebbe l'invito che rivolgerei a questi fantomatici neofiti.
Mitzi, il Burlesque è un'arte sofisticata, che fonde sensualità e ironia. Cosa ne pensi in proposito?
Mitzi: sì, spesso è sofisticata, altrettanto spesso è provocatoria, al limite del volgare, ma per avvincere e affascinare lo spettatore. L'ironia... E' una componente, se pensiamo a uno spogliarello che non si è mai preso troppo sul serio. Anche nel burlesque classico c'è sempre quella specie di leggero ammicamento. E poi non perdiamo di vista l'etimologia stessa della parola: il burlesque nasce come una piccola burla del teatro, e non ha mai abbandonato quest'anima originaria.
Com'è cambiata la percezione del pubblico italiano per gli spettacoli di burlesque in questi ultimi anni? E pensando al futuro, quale destino sarà riservato a questa forma artistica qui in Italia?
Mitzi: diciamo che inizialmente il pubblico italiano aveva due possibilità: assistere a spettacoli di alto livello portati in scena da artisti stranieri, o ad esibizioni scadenti di matrice italiana. Col tempo, si è formata anche una scena locale ragguardevole e di altissimo livello, destinata a crescere ulteriormente.
Mitzi, a proposito di immagine, come ti sei rapportata con la tua di fronte al ruolo che ricopri?
Mitzi: (sorride compiaciuta) non c'è nessun dualismo! Giorgio: Posso confermare, Mitzi ha un'immagine pubblica molto sofisticata, che corrisponde alla sua natura reale.
Che rapporto avete con la moda? E con il lusso?
Mitzi: io adoro il lusso, ma lo percepisco in modo diverso dal consueto; non penso a un lusso materiale, piuttosto al fatto di avere del tempo, dello spazio intorno, avere dei servizi. E poi ritengo che il lusso non sia superflo, ma necessario. Ad esempio, un piccolo lusso che mi concedo è leggere assiduamente due magazine francesi che non riesco a trovare qui in italia. Ma parliamo di qualcosa che costa €4! Capisci cosa intendo? (Annuisco). E il silenzio, il silenzio per me è un lusso. Per quanto riguarda il resto, le mode effimere non mi toccano minimamente, mi piace la raffinatezza. In poche parole, coltivo uno stile mio, personalissimo. Giorgio: per me un grande lusso è il tempo libero che mi consente il mio lavoro. E l'essenza stessa del mio lavoro è lusso: fatto anche di tradizione, di qualità vera, niente di urlato. Per quanto riguarda la moda in senso stretto, neanche a me interessa in modo particolare.
Mitzi, qual è la fashion era che ami di più?
Mitzi: io lavoro con tutte le epoche, perchè avendo una scuola di danza, devo necessariamente ripercorre tutto. Però sono particolarmente affezionata agli anni '30. E in Europa penso al Weimar cabaret di Berlino. Negli Stati Uniti, all'intramonatabile glamour hollywoodiano. Ma la mia fashion era inizia nel passato e finisce nel lontano futuro, perchè tutto è un'ispirazione.
Quali aspettative avete per quanto riguarda il festival?
Giorgio: io spero sia l'inizio di un progetto che possa svilupparsi negli anni, aggiungendo temi e ispirazioni. E per questa edizione,vorrei fossero due giorni vissuti come se non ci fosse un domani... Mitzi: io ti parlo con spirito pragmatico- si tratta di qualcosa in fase costruzione. Non abbiamo uno storico, ma speriamo che questo diventi un appuntamento fisso per Milano. Ci tengo a precisare che la novità assoluta è concentrata nella giornata di venerdì. Vorremmo fosse un po' il fulcro del festival.
Chiara Zanetti
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