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Raffaele Di Stasio di Verace Assaje vince Master Pizza Champion 2021|||

Raffaele Di Stasio: il campione italiano che ha stregato Milano (e non solo), vince il Master Pizza Champion 2021, diventando cosi l’unico italiano ad aver vinto per due anni consecutivi due programmi televisivi dedicati al mondo della pizza!

Non mancate all’appuntamento con la storia e con la memoria. Lunedì 27 gennaio 2014IL VALORE DELLA MEMORIA”, alla Biblioteca Corte del Cagnat di Macherio.

 

In occasione della Giornata della Memoria il Teatro dell’Elica presenta presso la Sala Mostre della Biblioteca Corte del Cagnat in Via Roma, 38 - Macherio (MB)

 

LUNEDI’ 27 GENNAIO 2014 - ORE 21 

“IL VALORE DELLA MEMORIA”

 

Racconti, letture e testimonianze sulla Shoah proposte in forma teatrale con accompagnamento musicale, un percorso storico per non dimenticare “Mai più”

 Di e con Anna Mariani e Marco Clerici

 

La memoria è un possente strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente.

Le guerre razziali e di religione, il Medio Oriente in fiamme, il minacciato “scontro di civiltà” dimostrano che l’odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato sogno di incubi; e allora, alle nostre menti si affaccia la domanda angosciata: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così?

“Memoria” significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta di  solidarietà e di cooperazione; esempi forse rimasti nell’ombra ma non per questo meno rilevanti, forse al contrario. E’ questa infine quella Memoria che può diventare uno strumento di fiducia nel domani. E’ questa che ci accingiamo a celebrare.

INGRESSO GRATUITO

Per informazioni:

Teatro dell’elica – Via San Martino 34 – Lissone

039.24.58.296 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – www.teatrodellelica.it

https://www.facebook.com/teatrodellelica

 

Il 26 Marzo 2014 al via “FRINGE DELLA REGIA”, selezione di registi emergenti in occasione del Festival Internazionale della regia”.

Teatro Libero - Associazione Culturale Teatro Libero Liberi Teatri -, con il sostegno del Comune di Milano e della Provincia di Milano, presenta un bando di selezione per registi emergenti.

 

26 MARZO 2014

SELEZIONE DI REGISTI EMERGENTI IN OCCASIONE DELLA PRIMA EDIZIONE DEL

 "FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA REGIA: DALLA REGIA CRITICA ALLA CRITICA DELLA REGIA”

 

 

L’iniziativa si pone all’interno della prima edizione del "FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA REGIA: DALLA REGIA CRITICA ALLA CRITICA DELLA REGIA”, ideata da Corrado d’Elia e Alberto Oliva e organizzata da Teatro Libero, che si terrà il 24-25-26 marzo 2014 presso le prestigiose sedi di Palazzo Reale - Sala Conferenze, grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, e dello Spazio Oberdan, grazie al contributo della Provincia di Milano.

Tre giornate di convegno, discussione e confronto sulla regia e sulla situazione del teatro di regia in Italia e all'estero con registi, critici, attori, personalità del teatro e giovani emergenti, ospiti di prestigio per un dibattito approfondito che ci auguriamo fertile e produttivo.

Il giorno 26 marzo sarà interamente dedicato al Fringe della Regia, giornata performativa pensata con l’intento di valorizzare nomi nuovi della scena contemporanea e di metterli in relazione con i grandi Maestri della regia nazionale e internazionale.

La chiamata è aperta a chiunque si definisca “regista” e a chiunque creda che la regia sia ancora una professione fondamentale del fare teatro, con l’obiettivo di effettuare una ricognizione dell’esistente che possa restituire un’istantanea della giovane regia in Italia.

 

Il bando completo su: http://teatrolibero.it/news/fringe-della-regia

 

Domenica 26 gennaio non perdetevi FACCIASCURA, live acustico all'Arci TAMBOURINE di Seregno.  Domenica 26 gennaio la band FACCIASCURA si esibirà in un live acustico presso l'Arci Tambourine di Seregno. A salire sul palco insieme a loro anche: The Elements, Landing Columbia e Santa Muerte.

 

I FACCIASCURA hanno recentemente pubblicato il loro secondo album “Stile di Vita” (2013 – Cabezon, Audioglobe), registrato da Luca Tacconi presso lo studio Sotto il Mare (Povegliano – VR), prodotto da Andrea Viti (Karma, Afterhours) e dallo stesso Francesco Cappiotti (autore dei testi e delle musiche dei Facciascura) affiancati da Luca Tacconi nel ruolo di co-produttore.

 

L'album vanta tre prestigiose collaborazioni: “Uragano” vede la collaborazione di Paolo Benvegnu' che  dopo aver ascoltato il disco si offre di incidere la propria voce duettando con Carlo Cappiotti. Il risultato è un connubio fra raffinate armonie vocali e una ruggente base strumentale garage – stoner.

La seconda collaborazione vede protagonista un artista internazionale: Shawn Lee, per il brano “New songs are no good”. Cantante geniale, polistrumentista e producer, collaboratore di Jeff Buckley, è anche  compositore di musiche originali per film celebri di Hollywood (basti ricordare “Ocean Thirteen” con George Clooney) e per serie televisive di culto come CSI, Lost, Desperate Housewives, Ugly Betty, oltre ad aver collaborato con stelle di prima grandezza del pop internazionale come Amy Winehouse, Alicia Keys e Kylie Minogue.

Per finire Alessandro “Pacho” Rossi, uno dei più grandi  percussionisti italiani, già nella formazione dello storico gruppo rock dei Karma e poi collaboratore di Morgan e James Taylor, accetta l’invito della band a incidere le sue percussioni industriali sull’unica cover presente nel disco, una rivisitazione desert rock del brano dei Doors ”Maggie M’Gill”.

 

Domenica 26 Gennaio

FACCIASCURA

Live @ Arci Tamburine

Via Carlo Tenca, 16 Seregno

Ingresso gratuito con tessera ARCI. Dalle ore 20

 

 

BIO

Il progetto Facciascura nasce a Verona alla fine degli anni '90 dai fratelli Francesco e Carlo Cappiotti e, successivamente, vede l'arrivo anche del bassista Chris Meggiolaro.

L'incontro con Giancarlo Onorato (ex leader degli Underground Life) avvenuto nel 2005 porta la band alla realizzazione di un primo demo tape, prodotto proprio da Onorato e, in seguito, di un intero disco che vede la collaborazione in veste di produttore e di musicista anche di Andrea Viti, personaggio chiave del rock italiano, membro di formazioni storiche come i Karma e gli Afterhours. Nell’ultima fase di realizzazione del disco si uniscono il chitarrista Philip Romano e il batterista Simone Marchioretti, grazie ai quali i Facciascura raggiungono finalmente il traguardo di una formazione stabile.

“Quanti ne sacrificheresti?” (Vrec/Venus), esordio discografico della band, esce nella primavera del 2010 e la scrittura dei brani è affidata integralmente a Francesco Cappiotti. Nell'album è presente anche  la cover del brano “Il cielo” dei Karma, a cui presta la voce lo stesso David Moretti, storico cantante della grunge band milanese. Il video che il regista Luca Pivetti realizza per questa canzone, presentato in anteprima sul sito web italiano di RollingstoneItalia, nel 2011 consegue il prestigioso premio PIVI per la fotografia.

Alla pubblicazione del disco segue un lungo tour promozionale che porta i Facciascura a esibirsi in numerosi concerti e festival aprendo, tra gli altri, per Marlene Kuntz, Karma ed Extrema.

Nel 2012 inizia la lavorazione del secondo album: registrato su nastro presso lo studio Sotto il Mare di Luca Tacconi, con la produzione di Andrea Viti e Francesco Cappiotti e la co-produzione dello stesso Luca Tacconi, il nuovo disco dei Facciascura contiene collaborazioni prestigiose con Shawn Lee (amico e collaboratore di Jeff Buckley e geniale compositore di colonne sonore per Hollywood – una tra tutte Ocean Thirteen con George Clooney - e serie televisive di culto come CSI, Desperate Housewives, Ugly Betty, Lost), con Paolo Benvegnù e col percussionista Alessandro “Pacho” Rossi (Karma, Morgan, James Taylor, etc.).

Il 9 giugno 2013 i Facciascura si esibiscono al Mompracem Music Festival sul prestigioso palco del Teatro Romano di Verona assieme a Morgan e Paolo Benvegnu’, ospitando all’interno della loro performance il batterista Mario Riso.

Successivamente Carlo Cappiotti viene invitato a rappresentare i Facciascura all’interno del tour 2013 dei Rhezophonic, nella tappa del Forest Summer 2013  (BG).

Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014 secondo appuntamento col teatro di Marta Cuscunà: È BELLO VIVERE LIBERI! al teatro Verdi di Milano

 

 È BELLO VIVERE LIBERI!

Un progetto di teatro civile per un'attrice,

5 burattini e un pupazzo.

PREMIO SCENARIO PER USTICA 2009

Ispirato alla biografia di ONDINA PETEANI

Prima Staffetta Partigiana d'Italia

Deportata ad Auschwitz N. 81 672

Ideazione, drammaturgia, regia e interpretazione: Marta Cuscunà

Oggetti di scena: Belinda De Vito

Luci e audio: Marco Rogante

Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino

Co-produzione: Operaestate Festival Veneto

Cura e promozione: Centrale Fies

Con il sostegno di Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, A.N.P.I. Sezione di Ronchi dei Legionari, Centro di Aggregazione Giovanile del Comune di Monfalcone, Biblioteca Comunale Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Comune di San Vito al Tagliamento Assessorato ai beni e alle attività culturali, Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, Polo di Aggregazione Giovanile Toti del Comune di Trieste, Comitato Permanente Ondina Peteani.

ph_Dido Fontana

Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory

 

«È bello vivere liberi! è uno spettacolo per riappropriarci della gioia, delle risate, delle speranze dei partigiani che sono state soffocate dallo sterile nozionismo. È uno spettacolo per riscoprire l’atmosfera vitale e vertiginosa di quel periodo della nostra storia in cui tutto sembrava possibile»

Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani scritta dalla storica Anna di Gianantonio (Edizioni IRSML FVG 2007).

 

Ondina, che a soli 17 anni, si accende di un irrefrenabile bisogno di libertà e si scopre incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Ondina partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia;il suo percorso inizia con le riunioni clandestine della scuola di comunismo dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna.

A 18 anni, Ondina diventa staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più impensabili e partecipa inoltre alla formazione della Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviano verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane. La sua vicenda però, è stravolta bruscamente nel ’43 quando, appena diciannovenne, viene sprofondata nell’incubo della deportazione nazista. Ma è proprio in questo drammatico momento che Ondina ritrova con ostinata consapevolezza l’unica risposta possibile: resistenza! Perché è bello vivere liberi!

È bello vivere liberi! è l’ultima frase che Ondina Peteani scrisse, a poche settimane dalla morte, quando in ospedale, il medico le chiese di scrivere, a occhi chiusi, la prima frase che le fosse venuta in mente.

I linguaggi

"Vorrei che questo progetto raccontasse la Resistenza in un modo non retorico né nozionistico: trasmettendo l’entusiasmo, la voglia di vivere liberi, la gioia di lottare per difendere la democrazia e la libertà che animarono i partigiani.

Vorrei raccontare tutto questo attraverso linguaggi differenti: le testimonianze (per ricreare l’atmosfera e lo spirito di quegli anni attraverso le parole di chi li visse in prima persona); il monologo civile (per creare un filo conduttore tra le vicende e un punto di vista contemporaneo); i burattini (per ritrovare la forma del teatro popolare che gli stessi partigiani utilizzavano nei bozzetti drammatici che scrivevano e interpretavano per festeggiare le vittorie); il teatro di figura con pupazzi (per raccontare in modo evocativo l’orrore dei lager; perché a un pupazzo si può fare di tutto, anche le cose più terribili; perché il rapporto tra pupazzo e manovratore è uguale a quello tra deportato e aguzzino; perché davanti alle immagini delle persone deportate ad Auschwitz lo shock emotivo è fortissimo e fa distogliere lo sguardo, mentre davanti a un pupazzo picchiato e umiliato si resta a guardare fino in fondo e l’emotività lascia spazio alla riflessione»

Premio scenario Ustica 2009 – Motivazione della giuria

È bello vivere liberi restituisce il sapore di una resistenza vissuta al di fuori di ogni

Celebrazione o irrigidimento retorico. Resistenza personale, segnata dai tempi impetuosi di una giovinezza che è sfida, scelta e messa in gioco personale. Resistenza politica, dove la protagonista, Ondina, incontra la storia e la sua violenza.

Resistenza poetica, all’orrore che avanza e annulla. Resistenza adolescente, che incontra il sangue, lo subisce, lo piange, ma continua ad affermare la necessità della felicità e dell’allegria anche nelle situazioni più estreme che Ondina vive.

Ondina, di cui Marta Cuscunà ha ricercato le tracce attraverso un lavoro accurato sulle fonti storiche, dentro la memoria del proprio territorio e attraverso le parole di chi l’ha conosciuta. Spettacolo felicemente atipico, coniuga un fresco ed efficace lavoro di narrazione, attento ai piccoli gesti del quotidiano, a stupori di ragazza, con il mestiere del burattinaio, che riprende i propri personaggi, ne soffia via la polvere e li riconsegna, felicemente reinventati, a una comunicazione efficace, archetipica, popolare.

In questa ricerca anche l’orrore del lager può essere raccontato, senza che lo spettatore perda lo straordinario candore e la felicità nel racconto della storia che ancora siamo.

Teatro Verdi

Indirizzo: Via Pastrengo, 16, 20159 Milano

Telefono:02 688 003802 688 0038

www.teatrodelburatto.it

 

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Mercoledì 22 gennaio non perdetevi il debutto dello spettacolo LA SEMPLICITA’ INGANNATA di e con Marta Cuscunà, in scena fino al 26 gennaio al teatro Verdi.

 

 LA SEMPLICITÀ INGANNATA

Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne

Seconda tappa del progetto sulle Resistenze femminili in Italia. Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine

di e con Marta Cuscunà Assistente alla regia: Marco Rogante. Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino. Disegno del suono: Alessandro Sdrigotti. Tecnica di palco, delle luci e del suono: Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti. Realizzazioni scenografiche: Delta Studios; Elisabetta Ferrandino. Realizzazione costumi: Antonella Guglielmi Co-produzione: Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.

Con il sostegno di Provincia Autonoma di Trento-T-under 30, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, Assessorato alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari, Biblioteca Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monfalcone, Claudio e Simone del Centro di AggregazioneGiovanile di Monfalcone.

Con il sostegno dei partecipanti al progetto di microcredito teatrale: Assemblea Teatrale Maranese-Marano Lagunare UD; Federico Toni; Laboratorio Teatrale Re Nudo-Teatri Invisibili; Nottenera.Comunità_Linguaggi_Territorio; Bonawentura/Teatro Miela-Trieste; Spazio Ferramenta; Tracce di Teatro d'Autore; L'Attoscuro Teatro - Montescudo di Rimini.

Liberamente ispirato a Lo spazio del silenzio di Giovanna Paolin, (Ed. Biblioteca dell'Immagine, 1998)

 

Una satira pungente che denuncia gli stereotipi sull’essere donna oggi traendo spunto da figure del passato.

La delicatezza magnetica del raccontare e l’uso sapiente dei pupazzi de La Semplicità Ingannata portano a conoscere «da quali semi è nata la rivendicazione delle donne del Cinquecento – in particolare delle monache clarisse di Udine – nel tentativo di dare slancio a una rivoluzione di cui oggi non sentiamo più il bisogno, e forse non per un caso fortuito, ma per una precisa strategia che, anche se con modalità apparentemente diverse, schiaccia ancora le donne sotto lo strapotere maschile».

Ispiratrici del racconto la monaca-scrittrice veneziana Arcangela Tarabotti e le clarisse del Santa Chiara di Udine, modelli di contestazione e resistenza femminile che rivendicarono, sfidando l’Inquisizione, il diritto alla libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile.

Ovviamente l’Inquisizione cercò con forza di ristabilire un ferreo controllo sul convento e su quella comunità di monache, ma le Clarisse riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando, dentro il Santa Chiara, un’alternativa sorprendente per una società in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico, economico e sociale della vita.

«Questo spettacolo, come anche È bello vivere liberi!, implica l’elaborazione di una storia da una prospettiva prevalentemente storica e documentaristica a una visione più artistica e contemporanea, disposta a varcare i confini del conosciuto, del filologico, del politicamente corretto. La semplicità ingannata non è un documentario ma un progetto artistico dove il teatro è anche la possibilità di tradire il dato certo o quantomeno di considerare il dato certo come un punto di partenza, un trampolino per un racconto che abbia come soggetto principale la società e le donne e gli uomini che la compongono.

La scrittura del testo si è rivelata un parto faticoso anche per il continuo presentarsi del “grande interrogativo”: fino a che punto è lecito elaborare dati senza che questa operazione si trasformi in un mero tradimento della verità storica? In questo progetto ho cercato di elaborare alcuni lati della vicenda realmente accaduta con analogie che li rendessero più contemporanei, più vicini a noi spettatori del ventunesimo secolo. Per questo ho cercato di fare in modo che concetti come “eresie”, “dote”assumessero anche significati altri, più ampi di quelli letterali e che la “monacazione forzata” diventasse simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto. La semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo».

(Marta Cuscunà)

Teatro Verdi

Indirizzo: Via Pastrengo, 16, 20159 Milano

Telefono:02 688 0038

www.teatrodelburatto.it

 

 

 

 

Non mancate all’ ultimo appuntamento di TeatroinMatematica con la novità APPUNTAMENTO AL LIMITE – il calcolo sublime, lunedì 27 gennaio al Teatro Carcano di Milano.

 

Il calcolo infinitesimale è una delle teorie che più ha arricchito la matematica moderna e determinato il progresso scientifico, in quanto è in grado di interpretare il continuo e il movimento. Newton e Leibnitz ne sono indiscutibilmente riconosciuti come gli scopritori, ma per rintracciarne le origini bisogna risalire fino ai geometri greci dell’antichità, inoltrarsi nel progredire del concetto di numero sino ad arrivare alla sintesi tra geometria e algebra di Cartesio.

Poi ancora bisogna conquistare il concetto di funzione, superare lo scoglio dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, entrare d’un tratto nel concetto di limite. I matematici e i filosofi che hanno portato avanti le idee di Newton e di Leibnitz sono arrivati a offrirci una teoria ben costruita, logicamente ineccepibile, ma ancora ricca di frutti da cogliere. Davvero il calcolo infinitesimale è, come si diceva ancora sino al XIX secolo, il calcolo sublime nel senso etimologico del termine e cioè ciò che arriva sino alla soglia più alta. La nascita dell’analisi matematica coincide con il definitivo stringersi del legame tra matematica e fisica, quindi tra matematica e scienza moderna; è alfabetizzazione scientifica. Ed è anche importante conoscere qualche aspetto storico del nascere e dello svilupparsi del calcolo infinitesimale, grazie al quale sono entrati a fa parte della matematica, in modo pervasivo, i procedimenti infiniti.

Appuntamento al limite esplora questi temi in chiave teatrale, partendo appunto dall’idea di limite, inteso come non-luogo estremo verso cui tendiamo senza potervi giungere, nel quale la realtà che conosciamo cambia natura, e i rapporti si trasformano: una soglia proibita che conduce ad un mondo capovolto e magico dove, come nel teatro, “tutto è finto, ma niente è falso”.

In un luogo imprecisato una coppia di attori sta provando una scena ambientata all’epoca dell’infanzia di Newton. Eppure, qualcosa non torna. Gli attori sono lì quasi loro malgrado, come fossero costretti a recitare una parte che non capiscono, guidati da un regista intransigente, che li costringe a ripetere la scena all’infinito, come se la scena nascondesse qualcosa.

C’è una società in declino, sottilmente oppressiva, che fa del controllo costante degli individui lo strumento per mantenere il consenso. Gli attori in scena si muovono tra questi due mondi in un gioco di specchi paralleli, cercando, nella dimensione teatrale, un incontro tra la visione matematica e quella psicologica di limite, relazione, infinito.

Nelle scene emergono poco a poco le relazioni che legano i personaggi, le dinamiche dei loro sentimenti, i mutamenti causati dal cambiamento di alcune condizioni. Si tratta della forma teatrale in cui si possono esprimere alcuni dei concetti fondamentali del calcolo infinitesimale quali funzione, continuità, derivata, sistemi dinamici e, sopra a tutti, il concetto di limite.

I sentimenti dei personaggi sono descritti attraverso funzioni che ne registrano i mutamenti, da un’iniziale apatia all’amore, dall’amore all’aperta avversione. Funzioni, il cui andamento si rivela poco a poco, attraverso l’analisi di alcuni elementi che via via si evidenziano in scene successive. Le dinamiche reciproche modellano i rapporti di coppia sia per gli attori che per i loro personaggi portandoli verso un destino solo accennato ma ugualmente prevedibile. Quel destino che si può interpretare come il limite cui ciascuno si sta avvicinando. L’esperienza di andare verso il proprio limite ed eventualmente raggiungerlo rappresenta per ciascuno dei personaggi il momento di non ritorno della relazione con l’altro che lo definisce.

 

Alle ore 19,30 Aperitivo Matematico “Anche l’infinito ha i suoi limiti”

Con Sergio Rinaldi, ingegnere, matematico applicato e Tullia Norando, matematica, del Politecnico di Milano

 

Un viaggio affascinante attraverso le molteplici discipline in cui entrano le idee e i metodi infinitesimali, le cui applicazioni fanno parte ormai della nostra vita quotidiana. L’invenzione del calcolo infinitesimale, accanto alla geometria euclidea, è la più grande creazione di tutta la matematica, che accoglie così i procedimenti infiniti, cui il concetto di limite dà diritto di cittadinanza, strappandoli alla vaghezza e dalla contraddittorietà, rendendoli rigorosi, praticabili. Ma … anche l’infinito ha i suoi limiti!

 

Lunedì 27 gennaio 2014 ore 20,30

APPUNTAMENTO AL LIMITE – Il calcolo sublime

Drammaturgia a cura di Riccardo Mini – Regia di Valentina Colorni

Consulenza matematica di Tullia Norando e Paola Magnaghi (Politecnico di Milano)

Effetti video e riprese Virginio Levrio e Davide Ganito - VAS

Progetto TeatroinMatematica a cura di Maria Eugenia D’Aquino

Produzione PACTA.dei Teatri – Scienza In Scena

Interpreti Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Vladimir Todisco Grande

 

Posto unico € 18 – Insegnanti €  15 – Studenti € 13,50

Recite per le scuole ore 11,30 e ore 15 – € 15/11,50

Per prenotazioni: 02 55181377 – 02 55181362

Per scuole e gruppi organizzati: Progetto Teatro  02 5466367 – 02 55187234

 

Teatro Carcano – corso di Porta Romana, 63 – 20122 Milano – www.teatrocarcano.com

 

Dal 24 gennaio al 2 febbraio non perdetevi LA COSCIENZA DI ZENO al Teatro Carcano di Milano.

Dopo l’enorme successo di critica e di pubblico ottenuto in occasione debutto nazionale a gennaio 2013 e della successiva tournée, nella ripresa della stagione 2013/14 la produzione del Teatro Carcano LA COSCIENZA DI ZENO torna in sede dal 24 gennaio al 2 febbraio per nove recite straordinarie.  Nel corso della tournée lo spettacolo toccherà, tra le altre, le piazze di  Trento (6-10 febbraio), Trieste (12-16 febbraio), Cagliari (19-23 febbraio), Napoli (18-23 marzo), Monza (27-30 marzo), Bergamo (1-6 aprile), Bologna (11-13 aprile).

Due le variazioni di distribuzione rispetto alla scorsa stagione: nei ruoli del dott. S./Giovanni Malfenti reciterà Nino Bignamini, mentre il ruolo di Alberta Malfenti verrà sostenuto da Margherita Mannino.

Protagonista nel ruolo di Zeno Cosini Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili del nostro teatro, che tratteggia il suo personaggio con tocchi insieme ironici e meditativi. La regia, nitida e elegante, è firmata da uno dei maestri del teatro italiano e internazionale, Maurizio Scaparro, che vince in scioltezza la non facile scommessa di portare sulla scena il capolavoro sveviano, non catalogabile come romanzo d’azione o d’intreccio, bensì libro d’iniziazione e introspezione.  Scaparro fa proprio lo storico adattamento che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964,  primo interprete, nello stesso anno,  Alberto Lionello, seguito nel 1987 da Giulio Bosetti con la regia di Egisto Marcucci e nel 2002 da Massimo Dapporto con la regia di Piero Maccarinelli.

La coscienza di Zeno e Maurizio Scaparro sono entrati nella terna dei finalisti del Premio Le Maschere del Teatro 2013 per il migliore spettacolo e la migliore regia.

La coscienza di Zeno altro non è che la storia di un piccolo e insignificante uomo dell'inizio del XX secolo, che incarna l'arte di sopravvivere e lo spirito di adattamento dell'uomo contemporaneo, afflitto dai mille mali della vita moderna. Alla banalità di quest'uomo si sommano:  la nascita della psicoanalisi, lo scoppio di una guerra mondiale e la visione dell'olocausto nucleare. Per il nostro teatro questo spettacolo è il tentativo di proseguire nella rappresentazione dei grandi temi della drammaturgia contemporanea. Un grande testo per un grande Giuseppe Pambieri.

Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche crogiolo culturale della mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la Prima Guerra Mondiale, si svolge la vicenda di Zeno Cosini, che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua vita (la morte del padre, l’amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di ripiego con una sorella di lei, la rivalità   con il cognato Guido - che muore suicida - la relazione extraconiugale con Carla).

Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic e di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato (“La vita non è né brutta né bella, ma è originale”) che gli permetterà di capirla meglio e , quindi, di crescere; uomo nuovo in cerca di un modo di essere plausibile in un mondo che sembra sfuggirgli. Sarà lui a dire il bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l’inutilità di quella guerra che di lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto.

 

Al Teatro Carcano di Milano da venerdì 24 gennaio a domenica 2 febbraio 2014

Giuseppe Pambieri

LA COSCIENZA DI ZENO

di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo

con Nino Bignamini, Giancarlo Condé

e con (in ordine alfabetico)

Silvia Altrui, Guenda Goria, Margherita Mannino, Marta Ossoli, Antonia Renzella, Raffaele Sincovich, Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf

Scene di Lorenzo Cutùli - Costumi di Carla Ricotti - Musiche di Giancarlo Chiaramello

Regia di Maurizio Scaparro – Produzione Teatro Carcano

 

Personaggi e interpreti

Zeno Cosini - Giuseppe Pambieri;

Il dott. S./Giovanni Malfenti - Nino Bignamini;

Il dott. Coprosich/Enrico Copler - Giancarlo Condé;

Guido Speier -  Francesco Wolf;

Luciano -  Raffaele Sinkovic;

La signora Malfenti - Anna Paola Vellaccio;

Augusta Malfenti -  Antonia Renzella;

Ada Malfenti -  Guenda Goria;

Alberta Malfenti - Margherita Mannino;

Anna Malfenti - Silvia Altrui;

Carla Gerco - Marta Ossoli

ORARI

feriali ore 20,30 – domenica ore 15,30 – lunedì riposo (28 e 29 gennaio solo diurne per le scuole)

PREZZI

€ 34,00/25,00 (studenti € 15,00/13,50) – Durata: 2 ore + intervallo

E’ valido l’abbonamento “Invito a Teatro”

Per informazioni e prenotazioni: 02 55181377 – 02 55181362

Per scuole e gruppi organizzati:  Progetto Teatro 02 5466367 – 02 55187234

Prevendite on-line: www.vivaticket.it; www.ticketone.it; www.happyticket.it

Teatro Carcano – corso di Porta Romana, 63 – 20122 Milano – www.teatrocarcano.com

Sabato 18 gennaio alle ore 18,00 inaugurazione di “JOHN ISAACS The Architecture of Empathy” presso la Galleria Massimo Minini di Brescia

 

La Galleria Massimo Minini è lieta di presentare la personale dell'artista inglese John Isaacs (Lancaster, 1968).

Per la sua prima mostra in Italia John Isaacs presenta nella sala principale della galleria un solo nuovo lavoro, una grande scultura in marmo di Carrara, realizzata con una tecnica tradizionale che riporta alla mente una celebre opera del passato. Una presenza molto fisica, di impatto, che apre a letture e suggestioni che catturano il visitatore per la bellezza intrinseca del materiale e la perfezione delle forme.

 

"E così quel pezzo di montagna scolpito diventa un pezzo d’anima, ci parla del nostro desiderio che la vita continui, della nostra possibilità di inventarla come un’opera d’arte, di quanto è inutile l’arte che parla solo di se stessa e non è capace di trasformare il marmo in carne, di come la vita sia un sogno da vivere tanto nella luce quanto al buio e di come l’arte possa rivelarla, anche coprendola con un velo." Così racconta Didi Bozzini nel testo in catalogo.

In questa mostra Isaacs guarda al passato in una citazione che allude subito a possi! bilità di nuove interpretazioni e riflessioni, sull'arte, la bellezza, la vita. Pathos e stupore ancora una volta emergono dal lavoro, oggi in modo più raffinato e sottile, rispetto ad alcune opere dissacranti degli anni precedenti. " Forma e contenuto sono completamente legati. Se la scultura è qualcosa, essa è la relazione tra il corpo umano e lo spazio circostante. L'atto di abitare lo spazio è già di per se stesso una forma di comunicazione con l'ambiente nel quale ci si trova - per me non è possibile separare l'uno dall'altro." afferma Isaacs.

Artista eclettico, John Isaacs lavora da oltre quindici anni utilizzando i materiali più diversi - cera, tessuto, bronzo, neon, ceramica, pittura, collage, fotografia - indagando tematiche legate alla complessità del vivere moderno, ai paradossi della quotidianità, all'identità dell'uomo. Le sculture spesso grottesche, ma assolutamente affascinanti e tecnicamente perfette, sono una critica verso la nostra società, con i suoi eccessi e sprechi, il consumismo, l'inquinamento.

In occasione della mostra sarà presentato il nuovo libro John Isaacs - The Architecture of Empathy, con testi di Didi Bozzini e Massimo Minini.

JOHN ISAACS

The Architecture of Empathy

 

                                         Galleria Massimo Minini                                      

Via Apollonio 68 - 25128 Brescia tel. 030383034 

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www.galleriaminini.it

 

 

 

 

 

Venerdì 10 Gennaio 2014 “Donne che corrono dietro ai lupi”, il nuovo spettacolo di Debora Villa al Teatro dell’Elica di Lissone.

Settima edizione di “Lissone  a Teatro”, la rassegna serale organizzata dal Comune di Lissone in collaborazione con il Teatro dell’elica

 

 

“DONNE CHE CORRONO DIETRO AI LUPI”

Recital di Debora Villa

 

Con Debora Villa

Musiche di Rafael Didoni

Testi di Debora Villa, Francesca Micardi, Alessandra Torre

 

Il nuovo spettacolo di Debora Villa è un viaggio, un vagabondare tra storia antica e recente, tra favole e cronache, tra cinema e canzoni per provare a capire qual è la situazione della donna ai giorni nostri, se è davvero cambiata dai tempi delle caverne o ci sono ancora inquietanti analogie con le sue sorelle preistoriche. Per rispondere agli annosi quesiti che girano intorno all’universo femminile e la sua misteriosa evoluzione da Adamo ed Eva a oggi, Debora Villa ci accompagna in un percorso fatto di microracconti ironici e taglienti, una brillante arringa in difesa dell’affermazione della donna, a dimostrazione del fatto che forse il sesso debole oggi giorno non sia più quello femminile.

 

BIGLIETTI

Intero Euro 14 Ridotti (under 25 - over 65) Euro 12

PREVENDITA E PRENOTAZIONI (Consigliata):

Teatro dell'elica - Via San Martino 34 - Lissone 039-24.58.296 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.teatrodellelica.it

 

 

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