
Sabrina sul petrolio: il ritorno dell'antidiva Cantisani, tra spleen e joie de vivre
Anticipato dal singolo "L' Affare di famiglia" (che potrebbe benissimo essere, all'ascolto, una composizione dello storico duo Chiosso- Luttazzi), è arrivato "Sabrina sul petrolio", terzo album della vocalist e autrice Claudia Cantisani (pubblicato dall'etichetta La Stanza Nascosta Records).
Sabato 1 aprile, dalle 17.00, Claudia Cantisani sarà ospite della trasmissione "Piazza Verdi" di Rai Radio Tre, accompagnata da un nutrito e variegato ensemble di musicisti; la prima presentazione prima di quella al Blue Note Milano, prevista per il 23 aprile.
La produzione di Claudia Cantisani, che vanta una intensa attività concertistica su palchi prestigiosi, sembra proseguire idealmente quella canzone jazzata-la definizione è di Pierluigi Siciliani- che è fiorita nel Belpaese negli anni ’30,’40 (Natalino Otto, Rodolfo De Angelis, Odoardo Spadaro, Fred Buscaglione, Renato Carosone, Virgilio Savona, Lelio Luttazzi, Tata Giacobetti) e che ha conosciuto una progressiva fortuna, fino a configurare quasi un filone espressivo autonomo.
Cantisani non resta però ingabbiata nella trappola del derivativismo, approdando, con "Sabrina sul petrolio" ad esiti originali, non fosse altro per il connubio- assolutamente inedito- tra una vocalità fluida, agile e prepotentemente carismatica e una narrazione ludica e lucida, capace di restituire con spirito giocoso e al tempo stesso affilato autentici spaccati di vita, complice l'estro artistico di Felice Del Vecchio, compagno di vita e di scrittura.
Questo disco raccoglie anche storie già raccontate nei due dischi precedenti- spiega Claudia Cantisani.
Il perché? Perché è come nelle cene fra amici, quando ti fai raccontare per l'ennesima volta quella vecchia storia. Lo fai perché, nell’ascoltarla, provi sempre un piacere nuovo. C’è sempre un pezzettino che ti era sfuggito!
Ecco cosa fanno Cantisani e Del Vecchio in "Sabrina sul petrolio" (che contiene alcuni episodi dei due dischi precedenti): raccontano storie con invidiabile capacità affabulatoria, spalancano un occhio vigile (il più delle volte benevolo, anche se non immune da un certo, divertito, sberleffo) sulle vicende umane, ne fanno le protagoniste indiscusse di un pop-jazz "antropologico", godibilissimo, benefico al limite della taumaturgia.
Degne di particolare nota "Fredaster", in duetto con la "iena" Andrea Agresti, un capolavoro surrealista e un incontro di due virtuosi della voce, e la title-track, "Sabrina sul petrolio", tra languore a universale tensione alla libertà, con un Alessandro Haber in stato di grazia (si ascolti anche la parte recitata e -forse-improvvisata, sul finale).
"Blu elettrico", "carpita" dal canzoniere di Sergio Caputo, viene riletta con eleganza e personalità; l'intervento dello stesso Caputo alla chitarra suona come l'ennesima, meritatissima, "benedizione" del cantautore- già padrino artistico di Cantisani- ad una voce - in senso lato-che ha saputo fare propria e sviluppare la magistrale lezione caputiana di classe e leggerezza.
Un album, "Sabrina Sul petrolio", che segna la raggiunta maturità artistica di Claudia Cantisani, antidiva per eccellenza, eternamente in bilico tra spleen e joie de vivre.
Lina Cavalieri
