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Il cabaret-canzone dei Passo Duomo il 5 maggio al Teatro Bello- Intervista al frontman della formazione meneghina, Illello Monetti
Domenica 5 maggio, ore 17.00, presso il Teatro Bello, appuntamento con “Dublefas- girala come vuoi ma è sempre musica”,il cabaret-canzone dei Passo Duomo.
Lo “spirit de Milan” raccontato in musica (e non solo) da una formazione di meneghini DOC, attraverso brani inediti, qualche cover (o meglio, coèrta) e intermezzi parlati, fra rigore filologico e tocco sperimentale e parodistico.
Vestiti rock, jazz, blues e pop, gusto surreale, impegnato disimpegno e un dialetto familiare e antico da custodire per un un parterre anarchico-autartico di personaggi: da Capitàn Milàn, passando per Freak e Attilio fino a Il Reverendo: tutto questo è l’universo Passo Duomo, che recupera con sapienza la canzone popolare meneghina e lega a filo doppio il pastiche linguistico con una radiografia semi-seria del reale.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il frontman della formazione meneghina, Illello Monetti, che si autodefinisce Un uomo le cui corde vocali andrebbero assicurate (alla giustizia).
Quando e come nasce la formazione Passo Duomo?
Negli anni novanta facevamo piccole esibizioni gratuite, nelle case di riposo, con brani tradizionali.
Ci siamo resi conto che si poteva fare molto di più, divertendoci e sfruttando le nostre doti musicali "moderne".
Quanti album avete all’attivo?
Uno solo, dal titolo "Quater", che ha raccolto le prime produzioni originali. Nelle tracce si sente l'intervento alle tastiere del nostro produttore Fabio Roveroni.
Il risultato sonoro ci ha convinti e da Quater siamo diventati Cinq.
Avremmo materiale per almeno altri due album, ma per ora preferiamo suonare dal vivo.
Cosa dobbiamo aspettarci da DUBLEFAS- girala come vuoi, ma è sempre musica, in programma al Teatro Bello il prossimo cinque maggio?
Un viaggio fatto di canzoni sulla Milano di oggi. Accompagnato da personaggi che più o meno tutti incontriamo nella nostra città.
Spesso fate ricorso al pastiche linguistico, che finalità ha questa scelta lessicale?
E' un vezzo utile a citare nostri punti di riferimento musicali o poetici. Nasce di solito durante le prove, così per ridere.
Poi di solito ci guardiamo e diciamo..."maddài", poi segue il silenzio....e poi lo facciamo perchè ci divertiamo troppo e immaginiamo le facce...
D'altra parte il re della specialità è Gadda, nato a Milano, quindi F205 anche lui.
Vi definite “un gruppo pop nel solco della tradizione dialettale, impegnato ad avvolgere un dialetto antico e familiare in confezioni nuove, colorate di rock, di jazz, blues, pop.” La vostra è una sorta di moderna “antologia della canzone lombarda”, per citare Nanni Svampa?
Più che un'antologia vorremmo raccogliere il testimone dalla riva dei navigli per portarlo con orgoglio nelle strade della Milano internazionale di oggi.
I protagonisti sono diversi, hanno lo smartphone, vanno in palestra, ma non sono meno stralunati di quelli di Jannacci. Pura tradizione della casa...
Fra i meriti dei Passo Duomo c’è quello di aver “dotato” anche Milano di un supereroe ad hoc, Capitàn Milàn…com’è nata questa figura?
È la sintesi della storia recente. Un nuovo arrivato nella nostra comunità (non si dice altro per non spoilerare) mantiene salde le proprie origini ma si erge a paladino di tutti. È il simbolo di un nostro credo. È milanese chi cura e vuole bene a questa città. Fa del proprio meglio e quindi Milano lo accoglie.
Tuta blues versus Tuta gold di Mahmood. Meglio la vostra “vita marrone”?
A volte la vita ti mostra il lato "marrone" spegnendo sogni e aspirazioni.
Comunque nella tuta blues non ci stanno i 5 cellulari perchè:
a) le tasche sono già impegnate da cacciaviti e tenaglie
b) lo stipendio non basta per mantenere 5 SIM
Tre aggettivi per descrivere la Milano che raccontate nei vostri brani?
Per autocitarci: "ona dea e ona sciora, che la vòsa 'me on strascèe”; testo tratto da “Mariangela", il nostro omaggio devoto alla Melato.
Qual è, a vostro avviso, attualmente, il pubblico del cabaret-canzone?
Negli spettacoli vediamo di tutto: bimbi incantati dai travestimenti del nostro front-man ma anche insospettabili ultranonni.
Li crediamo ancora fermi alle canzoni del passato, ma sono coetanei di Clapton, Jagger, McCartney e compagnia cantante...
Erano giovani ai tempi di Woodstock, quindi non così lontani dai loro nipoti fans dei Maneskin.
I piccoli Teatri, come il Teatro Bello, sono avamposti di libertà. Come possiamo preservarli?
Facendone portatori di un'offerta complementare a televisione e cinema, dove tutto è enorme, amplificato.
Lo spazio c'è. Piccolo e bello. Noi ci lavoriamo, artigianalmente, con tutte le nostre forze.
E' un gesto d'amore e fiducia di riuscire a coinvolgere altri concittadini, nativi e importati.