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Inaugura il 18 marzo alle 18.30 Vermù, il primo cocktail bar milanese interamente dedicato al vermouth.

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L’8 Gennaio è uscito nei negozi tradizionali, in digital download e in tutte le piattaforme streaming “The Prophecy” (Emme Records Label), il nuovo disco inedito della pianista e compositrice Giulia Facco con Mirko Cisilino (tromba), Davide Tardozzi (chitarra), Riccardo Di Vinci (contrabasso) ed Enrico Smiderle (batteria).

"The Prophecy" di Giulia Facco è un disco strettamente legato al jazz modale e al blues, ma in una rivisitazione personale, che risente delle influenze di compositori quali Wayne Shorter, Thelonious Monk, Horace Silver ed Enrico Pieranunzi. L’obiettivo di questo progetto è quello di mescolare echi tradizionali ad elementi moderni, mantenendo un’energia ritmica costante che accompagna l’ascoltatore in un viaggio sonoro dalle sfumature oniriche.

Biografia dell'artista

Giulia Facco nasce a Padova il 4 dicembre 1985. Inizia a studiare piano all’età di sei anni. Nel 2004 vince una borsa di studio alla scuola di musica “Gershwin” di Padova, dove studia con Marcello Tonolo, Matteo Alfonso, Ettore Martin, Danilo Gallo e Daniele Santimone. Parallelamente dà l’esame di compimento inferiore al conservatorio classico di Venezia “B.Marcello” con Christina Meyr. Nel 2007 si iscrive al corso di pianoforte jazz quinquennale al conservatorio di Rovigo, studiando con Stefano Onorati, Marcello Tonolo, Marco Tamburini, Stefano Bellon e Ambrogio De Palma, prendendo la laurea di primo livello con 110 e lode nel 2011 e la laurea di secondo livello con 110 nel 2014. Tra il 2011 e il 2014 si trasferisce a Bruxelles, dove studia con Eric Legnini frequentando il master del “Conservatorie Royal de Bruxelles”. Negli ultimi anni si è esibita più volte come leader o sideman in varie rassegne italiane tra le quali Padova Jazz Festival, Padova Jazz Club, Roccella Jonica Jazz Festival, Lucca Jazz Donna, Vicenza Jazz, Delta Jazz Festival, Veneto Jazz, Portello River Film Festival, Big Club, Rovereto Jazz Club, Venezze Jazz Festival, Barazzo Live Bologna, Green Note Club (Padova), Spazio Aereo (Venezia), Jazz For Anna e in alcuni locali di Bruxelles. Nell’estate 2011 ottiene il secondo posto al Barga Jazz Contest con l’arrangiamento per big band di un proprio pezzo, “The Prophecy”.

Questo disco è il frutto di un lavoro di quattro anni in cui ho scritto e sviluppato le mie composizioni. Ho sempre concepito la scrittura musicale come un atto puramente istintivo, libero dalle regole dell’armonia; questo mi ha permesso di concatenare le melodie sovrapponendole a degli accordi non sempre funzionali o “ortodossi”, affidando le mie scelte all’orecchio. Sono sempre stata attratta dall’aspetto più autentico del jazz, una musica piena di vita, caratterizzata dalla freschezza e dall’imprevedibilità dell’improvvisazione e dalla solidità di un groove circolare, un groove che, nelle sue radici africane è il veicolo che unisce l’uomo e la sua parte spirituale. Ogni brano di questo disco è un’espressione musicale di alcune vicende personali: ho provato a tradurle così, cercando di mantenere vive quelle emozioni che mi hanno spinto a sedermi al piano, scegliendo, come linee guida della mia estetica musicale, semplicità e spontaneità. Un ringraziamento speciale va a Mirko, Davide, Riccardo ed Enrico, che hanno creduto insieme a me alla realizzazione di questo progetto e che sono parte integrante della creazione di questa musica; un lavoro creativo, basato sul rispetto reciproco e sulla fiducia è fondamentale per ottenere risultati significativi. Mi auguro che, a voi che ascoltate, siano trasmessi calore, voglia di immaginare, relax, amore per la vita e senso dell’umorismo; questi, per me, sono tra gli aspetti fondamentali dell’esistenza e, perché no, della musica stessa. (Giulia Facco)

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Biografia dell'artista

Di origini valdostane, Davide Mancini intraprende la carriera musicale sin da giovanissimo, suonando come batterista di un gruppo chiamato "O’Connel Street Band". Divenuto front man, suona per molti anni con i "Celtica", band rock con la quale si esibisce per tutto il nord Italia. Di quel periodo vi è un LP intitolato "L’altro rock" che riscosse anche un discreto successo di vendita. Terminata l’esperienza rock inizia la carriera vera e propria di cantautore e affronta lunghe e faticose tournée in Italia ed anche in Francia, Spagna, Germania, Irlanda. Ha aperto la tournée del gruppo americano "The Connels" e partecipato in questi anni a "Pistoia Blues" , "Telethon", “Arezzo Wave”, “Porretta soul”, essendo ospite altresì di numerose trasmissioni televisive.

Ha aperto il concerto di Vinicio Capossela e Marco Carena al divina di Aosta nel 1995, ha suonato al Tavagnasco Rock prima dei Modena City Ramblers nel 2001 ed ha suonato prima di Bruno Lauzi al Palais di Saint Vincent nel 2005. Ha inoltre registrato e suonato assieme ai fratelli Severini dei Gang, celebre band combat-rock, il brano “La sagra del bla bla”. Nel 2007 ha presentato il proprio cd, suonando e cantando al Giacosa con il leggendario Mauro Pagani. Nel 2008 è stato invitato al prestigioso festival di Hué in Vietnam ed ha intrapreso una lunga tournée in Asia.

Il suo primo album, "Madame Gerbelle", ha riscosso immediatamente un clamoroso successo di pubblico e critica, catapultando Davide Mancini nella classifica ufficiale Indie Music Like (gennaio 2008) delle radio e dei new media.

“Poesia e democrazia”

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Questo lavoro, autoprodotto, segue l'esordio del 2008. Cantautore solitario, amante di Cervantes e dei gatti, lontano dai social e professore di letteratura italiana in un liceo musicale, Mancini esprime in questo disco la disillusione davanti ad un mondo  ipocrita ed irredimibile (“Poesia e democrazia”  e  “Storia di un galoppino”). Nel pezzo che dà il titolo all'album, Mancini canta: “Le sere in cui mi sento altruista / Io verso etica sul mondo / Alternativo un poco idealista / Senza dubbio un vero conformista” Il disincanto si sprigiona in questi versi dalla melodia accorata, dolce e malinconica.

Anarcoide in stile Gaber, e quindi allergico al potere, l'autore non crede nella politica attuale e, per non voler prostituire la propria intelligenza, preferisce dedicarsi all'imponderabile dell'esistenza e all'amore per l'arte (Luna”, “Gardel” e “La favola della vita”). Un irridiscente atmosfera trasognata ci abbraccia ascoltando “Luna”, versi che ricordano i poeti della generazione del '27, e in particolare Garcia Lorca.

L'amore per chi viene da origini umili e la compassione e la misericordia per i poveri sono i temi sui quali si poggiano entrambi i lavori discografici. La canzone  “Memoriale”  è dedicata, infatti, ai profughi che sbarcano nel nostro paese affinché “si dissolvano le ombre su questo vergognoso letargo”. “Io ti vedo attraverso parole a me ignote / Il pane rubato la sete che acceca / Ti vedo attraverso parole tradite / Il legno sfondato il cielo che annega.” canta l'artista, con lemmi che colpiscono per il loro fascino penetrante a un tempo amaro.

Un disco poetico, insolente ed intransigente che ricerca ed insegue il mito dell'uguaglianza e della giustizia sociale.

Il lavoro è stato registrato a Milano presso lo Studio Aurora di Massimo Spinosa, celebre  bassista di De André, De Gregori e Vecchioni.

Chiara Zanetti

 

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Da novembre è disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming “Unconventionalspaces” (Bradilogo), il disco d’esordio del contrabbassista milanese DAVIDE TEDESCO.

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DAVIDE TEDESCO è nato a Milano, si diploma in contrabbasso al Conservatorio “G.Verdi” di Milano, sotto la guida del M° E. Pederzani e in seguito frequenta l'Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Nel contempo, inizia a seguire dei seminari di musica Jazz al Conservatorio di Milano e a Berlino e due masterclass a New York, tenute una dal contrabbassista Ron Carter e l'altra dal percussionista Airto Moreira. Nello stesso periodo prende lezioni dal contrabbassista Paolino Dallaporta. Dopo le esperienze in alcune orchestre del nord Italia ed ensamble cameristici, suona jazz per anni con musicisti del calibro di Simone Massaron, Daniele Cavallanti, Simone Daclon, Luca Rampinini, Gaetano Liguori, Sabir Mateen, Giovanni Falzone e Patrizio Fariselli. In ambito pop, rock e cantautoriale ha suonato con Malika Ayane, Andrea La Banca, Lucia Bosè, Marco Levi, Giovanni Nuti, Micol Martinez, I Viaggi di Jules, Raiz e Il Teatro degli Orrori. A livello discografico partecipa a diverse incisioni: “Contact” di Gaetano Liguori, “Dandelions On Fire” di Simone Massaron & Carla Bozulich, "Cosa voglio di più" colonna sonora scritta da Giovanni Venosta per l'omonimo film di Silvio Soldini, "Retronica" dei 2Pigeons, "Sarah Stride" di Sarah De Magistri, "Connections" di Luca Rampinini e “Cielo e Terra” di Manuel Buda e Giulio Nenna. Si apre poi verso i linguaggi etnici e diverse realtà interdisciplinari e culturali che lo portano a partecipare ad eventi teatrali (tra i quali numerose collaborazioni con la compagnia “La Danza Immobile” al Teatro Filodrammatici di Milano ed Il Binario 7 di Monza), artistici e di design. In questo frangente, fonda, insieme ad Alberto N.A. Turra, gli International Troubadours, con cui pubblica “Perché il vento non tace..” e “Sacred Ground” e il NefEsh trio, con Manuel Buda e Daniele Davide Parziani, con cui pubblica “Nefesh” e “Midbar”. Dalla sintesi di questo percorso nasce “Unconventionalspaces” il suo primo ed omonimo lavoro discografico.

"Unconventionalspaces” è un viaggio sulle basse frequenze che si caratterizza per l’esplorazione dei colori di ritmo e suono. Davide Tedesco ha inciso il disco suonando solo il contrabbasso, il gigante del jazz, sfruttandone tutte le sonorità poliedriche che era possibile sviluppare da esso (con l’archetto ma anche con la cassa di risonanza e loop station). In tutte le tracce, da “Gocce” a “Impulsi”, da “Memories from the Space-Times” a “Ode agli astri”, emerge la supremazia della sezione ritmica, con atmosfere suggestive e, appunto, del tutto non convenzionali. L’unico straordinario apporto di un altro musicista è quello di Ivan Segreto che ha contribuito alle sezioni elettroniche all’interno dei brani “Swarms and flocks draw marvels in the air” e “Point myself to the senses”. Un'esperienza musicale che si caratterizza come un'assoluta novità, persino nell'ambito della vivace e sfaccettata scena musicale milanese. Un'esperienza in cui vi consiglio di inoltrarvi, se non altro per esplorare spazi liminali e coinvolgenti.

Chiara Zanetti

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Nina Madù presenta il nuovo disco “Octopussa”

Dal 19 dicembre disponibile online

La stessa sera dal vivo al preserata Drag/Lipsinc del Toilet Club

Sabato 19 dicembre esce su Spotify “Octopussa”, il nuovo disco di Nina Madù e le Reliquie Commestibili. La sera stessa Nina Madù si esibirà in uno spettacolo canoro all’interno del preserata Drag/LipSinc del Marlon Brandon, al Toilet Club (Via Lodovico il Moro, 171 - Milano - ingresso gratis con tessera ARCI – ARCIGAY – ARCILESBICA – UISP).

Nina Madù e le Reliquie Commestibili nasce come una rock band che si specializza in testi surreal-demenziali. Tematiche semplici, di vita ordinaria, vengono trattate con estrema perizia linguistica, termini desueti e arzigogoli sintattici, il tutto orlato da costumi bizzarri, trucchi esorbitanti e performance live teatralizzate al limite del possibile.

Il 19 dicembre il gruppo presenta “Octopussa”, il suo nuovo disco, in cui si viaggia sul dorso viscido di una fierissima piovra dotata di tre cuori e della capacità di cambiare colore repentinamente; insieme a Nina Madù, troviamo il Bullo Psicologico (alias Ulisse Garnerone) e l’Abietto Infame (alias Fabio Marconi). In questo secondo tentacolare capitolo, la rock band prosegue il racconto dell'altro disco, intitolato Hirundo”, con un sound paragonabile a un Frankenstein musicale fatto di elettronica, surf rock, balera, doowop, qualche incursione nell’elettronica pesante e nell’industrial ed altra materia sonora non ben identificata.

Basterà ascoltare la canzone che apre il disco, “Social Network”, per convincersi del valore di una rock band che opera al di fuori di ogni schema preconfezionato. Un testo ironico, parodico, un pastiche linguistico sui generis che non mancherà di stupirvi e al contempo inquietarvi. A mo' di esempio, ve ne propongo qualche verso:

“Leggo i vostri post/ Magnanimamente, distribuisco qualche fish/ Affermo “I like, yes, I like”/ (…) Fotorittocami! Condividimi, cliccami, spammami, aggiungimi, taggami addosso!”

Eloquente il commento di Pier Andrea Canei, de L'Internazionale: “Due ceffi zitti che emettono sonorità elettrificate e una teatrante cantante spuntata dalla Conca dei Navigli Milanese- dove si può essere un po’Nina Hagen e un po’Giuni Russo, un po’ Cccp e un poco storie tese - raccontando storie che tendono a diventare abbozzi di canzone in corso d’opera, un cantiere Expo e una boutique all’Isola, una serata social e una performance su un tram o su un iceberrrrrg (detto in tono brechtiano da circuito off e amico con l’impermeabile). Sarà interessante pedinare questa madonnina dadaista.”

Interessante e senza ombra di dubbio sorprendente, a parer mio. Ben vengano i vostri!

Chiara Zanetti

 

 

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A Milano, un tunisino di fede musulmana che rappa in italiano e vive in città da dieci anni, dove ha messo su anche famiglia, incontra una rapper calabrese che, per la prima volta nella sua carriera, rima in arabo mettendo a frutto sia i suoi studi sia i suoi soggiorni in Siria e Yemen del 2008/2009. A unirli è una sottocultura urbana nata a New York, nel Bronx, che ora dà voce a mezzo mondo. Così nasce la collaborazione tra Karkadan e Loop Loona.

 

Dio c'è è un brano che dimostra come i confini culturali siano sempre meno netti (basti dire che Karkadan nel testo cita dei passi della Bibbia), un inno alla convivenza in cui la religione è lo spunto di partenza per parlare dell’attualità sociale e di politica internazionale con particolari riferimenti ai conflitti mediorientali. Si tratta del secondo singolo che anticipa l'uscita del nuovo lavoro di Karkadan, Klit W Radit (Mangio e vomito), in cui il rapper affronta varie tematiche sociali e collabora esclusivamente con artisti italiani.

 

Nel video, realizzato da Daniele Riva con la collaborazione di Luca Del Torre, c'è una rappresentazione della realtà fatta con alcune licenze artistiche e provocazioni tipiche dello stile di Karkadan.

 

LINK YOUTUBE

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Dal 4 giugno, è disponibile nei negozi e nei digital download “Spaghetti Gipsy” (Dasè Soundlab), il nuovo disco del chitarrista jazz Daniele Gregolin con il Clan Zingaro.

Daniele Gregolin studia chitarra con il decano Franco Cerri. Ha suonato e collaborato live e in studio per alcuni fra i più noti cantautori italiani, tra cui Pezzali, Facchinetti, Zanicchi. Nel 2005 incide il suo primo disco “Optical Illusion” con gli Euro Groove Department, in cui figurano la leggenda del basso elettrico di Michael Manring ed il sassofonista Emanuele Cisi, un mix di jazz funk e rock accolto come rivelazione dalla critica musicale mondiale. Ha collaborato in ambito rock e jazz con musicisti quali Bryan Beller, Marco Minnemann, Walter Calloni. Vince con gli Elisir la targa Tenco nel 2009 per il miglior disco d’esordio “Pere e Cioccolato”. Dal 2010 collabora live in tour con il Grammy Award Eumir Deodato. Nel 2012 registra il primo disco “Daniele Gregolin Clan Zingaro” con ospite Ludovic Beier e con il quale partecipa al prestigioso “Eddie Lang Jazz Festival 2012”, festival di riferimento Italiano per la chitarra jazz, suonando con Stochelo Rosenberg. Con Django’s Roots, Massimo Manzi e Gabriele Boggio Ferraris è segnalato dalla rivista JAZZ IT tra i 50 dischi internazionali più influenti del 2014.

Il nuovo disco di Gregolin è caratterizzato da ritmi swing gitani e swing classico italiano con composizioni e atmosfere del gigante Django Reinhardt, dei brani storici italiani (Carosone, Tagliavini), americani (Duke Ellington, Michael Jackson) ed un inedito dedicato a Reinhardt e alla sua passione per la pesca. Non mancano virate elettriche, atmosfere da big band swing e orchestrazioni cinematografiche “pulp”. “Spaghetti Gipsy" è un manifesto contemporaneo di una Italia in bianco e nero gloriosa e naif, contaminata da nuovi ritmi ma con il comune denominatore swing. I ritmi gitani e francesi e le varie influenze non oscurano l’origine italiana ma ne esaltano i tratti e l’eleganza storica riflessa in semplici canzoni. La tradizione incontra così la modernità in un flusso di contaminazione in un viaggio vitale per la musica.”

Daniele Gregolin, alla voce e alla chitarra “manouche”, è accompagnato dal “Clan Zingaro”, Martino Pellegrini, al violino, Cristiano Da Ros, al contrabbasso e Manuel Bariani, alla chitarra. Nel disco non mancano ospiti di eccezione quali Stefano Bagnoli, alle spazzole, Ludovic Beier, accordionista e fisarmonicista francese, Gabriele Boggio Ferraris, al vibrafono, Alessandro Rossi, al wash board, Mauro Mengotto, alle spazzole e Mauro Porro, giovane talento polistrumentista. Sono presenti anche Davide Laura, al violino, Claudio Ottaviano, Emanuele Garro e Giacomo Tagliavia, al contrabbasso, Claudio La Gumina e Simone Petracca (“Four on SIx Band”), alle chitarre ritmiche.

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Sound atipico, ipnotico, a tratti hip hop, ma con quello strascico pop che solo l’utilizzo dell’elettronica sa regalare. Di chi sto parlando? Eccola, lei è FOXTROTT, artista elettro-pop canadese che il 6 novembre presenterà il suo primo disco A Taller Us, firmato One Little Indian.

Un disco minimal-pop, con un occhio di riguardo verso quegli artisti che in questo anni si sono apprestati a scalare le classifiche internazionali, come Lorde o Charlie xcx.

Il primo singolo estratto è già uscito, si chiama Driven e il video si diverte a giocare con contrasti di colori, principalmente rosso, bianco e nero, che ben si sposano con lo stile musicale scelto da questa particolare artista.

I brani sono tutti molto simili e mantengono una stessa linea melodica che fa da pilastro in tutto l’album. Ritmi e frequenze si alternano tra loro, amalgamandosi abbastanza bene e mantenendo comunque l’integrità sonora che rende corposo tutto l’album.

Il disco nel su complesso è buono e sicuramente perfettamente dentro quei canoni melodici che ci si aspettano da artisti minimal-pop come lei.

Come inizio di carriera, insomma, è sicuramente interessante e FOXTROTT, pseudonimo di Marie-Helene Delorme, è sulla giusta strada per lanciarsi in quella che è la tanto discussa e chiacchierata “industria musicale” italiana.

A Taller Us è un disco che incuriosisce e che mette in luce la personalità di questa artista canadese. Un genere musicale che abbraccia sicuramente i gusti della maggior parte del pubblico, ricco di suoni metallici e synth-pop style, che non deluderanno gli amanti di questo ipnotico sound.

Il trampolino di lancio di FOXTROTT risale al 2012, quando, dopo anni di gavetta dietro i remix e i beat di altri talenti locali, esordisce con Shields il suo primo EP, che ha spiazzato la critica locale e che conteneva i 3 brani, all'interno anche di questo suo nuovo lavoro, che la resero interessante agli occhi dei discografici.

Da lì in avanti è stato tutto un crescendo di eventi, che la videro calcare i palchi di festiva come “Pop Montreal” e “M for Montreal”, accattivandosi così i media che la inserirono nella rosa delle artiste emergenti da tenere d’occhio in quest’ultimo periodo.

L’appuntamento adesso è quindi il 6 novembre 2015, quando uscirà definitivamente A Taller Us, il primo full lenght di questa artista. Se volete farvi un’idea del genere musicale di cui stiamo parlando, su Youtube sono presenti i video dei già citati Shields e Driven.

Al di là dei gusti personali di ognuno, ogni genere musicale ha un suo “perché” e una sua ragione di esistere, per questo bisognerebbe ascoltare sempre il più possibile, aprire la mente e cercare di affinare quel senso critico, presente dentro chiunque, che ci permette di decidere se un brano o un artista è valido oppure no.

Adele Di Giovanni

 

Dallo scorso 15 giugno è online sul canale youtube ufficiale di Fedez il nuovo video del rapper italiano più amato dai giovani: “Non c’è due senza trash”.

Questo ultimo estratto dall’album vincitore di due dischi di platino, “Pop-Hoolista”, è una tagliente parodia del mondo televisivo italiano, che vede protagonista un immaginario stalker della conduttrice TV Barbara D’Urso.

Lo scopo è quello di mettere davanti agli occhi di tutti la vera natura di quei programmi televisivi “sensazionalistici”, che cercano lo scoop anche dove non esiste e che vogliono, a tutti i costi e con tutti i mezzi, essere fonte di “informazione” o, meglio, di “disinformazione” per il pubblico televisivo.

Molti i volti noti della TV presi di mira dal giovane rapper italiano, tra i quali  Barbara D’Urso, Federica Sciarelli e uno dei ragazzi del terzetto canoro “Il Volo”, interpretati proprio da lui in prima persona.

Ospiti speciali di questo video, che vanta la regia di Mauro Russo, sono J-Ax, nei panni di un “Balck Bloc” in studio da Barbara, Rocco Siffredi, theShow, I Pantellas e Fabio Rovazzi, che partecipano al “Fedez Show” come Guest Star, ma che rafforzano ancora di più l’idea che il giovane artista “pop-hoolista” vuole imprimere nelle menti di tutti i suoi fans, un invito a pensare con la propria testa, a non fidarsi sempre di tutto quello che la TV propone e, soprattutto, a non prendere tutti i “servizi giornalistici” come verità assolute.

Ironia, comicità, satira e linguaggio tagliente sono al centro di questo brano e di questo video che, senza peli sulla lingua, si propone di dipingere una realtà esistente che Fedez non ha mai celato.

Nel mirino di questo simpatico ritratto sono presenti anche volti noti della politica italiana e del TV Show nazionale, tra cui Daniela Santanchè, Matteo Salvini – con tanto di felpa colorata – Alessandra Mussolini,  Vittorio Brumotti e così via.

Tra false rapine sventate, furti fantoccio nei negozi, ricerche a “Chi l’ha Visto”  di un “buongusto” smarrito, Fedez, ancora una volta, non ha paura di dire quello che pensa, rischiando anche di andare contro la voce del pubblico italiano.

A qualche giorno dalla pubblicazione su youtube, il video ha oltre 650 mila visualizzazioni e parecchi commenti positivi dei fans di questo giovane artista made in Italy, quindi la marcia verso il successo procede a gonfie vele e che lascia spazio all’occhio irriverente del rapper e cantautore più amato dai giovani.

CREDITS:

Regia: Mauro Russo

Secial Thanks To: Max Brigante, la città di Milano per l'ospitalità al Parco Idroscalo, Tex Oil autolavaggio, studi VI.SO, Telelombardia e Dreaming casting Agency.

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Aspettate con ansia che arrivi il Natale? Non vedete l'ora di sedervi a tavola a gustare manicaretti preparati per l'occasione e scartare i vostri pacchettini luminosi sotto all'albero?

Prima di entrare nel mood natalizio, concedetevi un ultimo venerdì all'Alphabet per caricarvi come si deve per queste vacanze!

In allegato, solo per voi, la nostra speciale playlist natalizia, perchè ogni momento è migliore con la giusta colonna sonora in sottofondo ;)

Djette Barbarella

1.Santa baby: il mio primo streaptease,un disastro!

2.Jake Bugg-Happy Christmas(war is over): come si fa a non amarlo?!

3.She&Him-Rockin' Around The Christmas Trees: perfetta quando glasso i biscottini a stella.

4.Heater Parisi-Jingle Bells: torna immancabile in ogni djset ogni Natale.

5.Pulp-Death Goes To The Disco: ogni volta che la ascolto ci canto sopra 'Last Christmas' degli Wham!

Enza Van De Kamp

1.Miniaturetigers – Easy as all: Provate a sentirla, vi metterà la stessa gioia del Natale! 2.Royksopp - Beatifull day without you: se il Natale vi porta malinconia.

3.Mariah Carey – All I Want for Christmas: da dedicare a qualcuno di speciale.

4.Mike Francis – Night Time Lady: Parenti Serpenti, non aggiungo altro.

5.Elvis Presley – Santa Claus is back in town: il mio regalo di Natale a voi il prossimo venerdì all’Alphabet.

 

Thomas Constantin

1.Zee Avi-No Christmas For Me: il mio spirito NON troppo natalizio.

2.Buddy Holly-Everyday  mi sembra il risveglio perfetto il 25 mattina.

3.Beach House-Take Care: è stata la mia canzone romantica dell’autunno.

4.Aretha Franklin-I Say A Little Prayer: mi ricorda mia madre.

5.Gwen Stefani-Early Winter: è dicembre senza alcun dubbio.

 

 

 

Ecco tutte le info per la serata di venerdì 20 dicembre:

ALPHABET, Surreal night Friday December 20th. THE ADMISSION IS STRICTLY ON GUEST LIST

ROOM 1: Enza Van De Kamp (Nu-disco, Electrodance, Big Beat, Dirty Disco and world's top-charted tracks).

ROOM 2: Djette Barbarella Thomas Constantin (Indie Rock, Electropop)

★ Week's Emoticon: Surreal ★ Alphabet Skaters will welcome you on the dancefloor!

At the door: Superhot Edoardo Velicskov. No dress codes: we always want stylish and open-minded people.

€ 13 till 1:00am GUEST ADMISSION w DRINK € 15 from 1:00 till 2:00am GUEST ADMISSION w DRINK

Free Parking Area.

Get your name on a guest list and feel free to ask for further infos:

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.m

Rocket Club, Alzaia Naviglio Grande 98, Porta Genova, Milan. From 11:30 PM till late.

Per finire il link delle foto di venerdì:

https://www.facebook.com/alphabet.milano/media_set?set=a.229925953852325.1073741852.100005047663503&type=3

 

 

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