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Anche quest'anno la Galleria Sozzani ospita le foto premiate al World Press Photo 2015. La selezione preparata per Amsterdam, inizia il suo viaggio proprio a Milano dal 2 al 31 maggio 2015 per poi spostarsi a Roma, Lucca, Bari e oltre 100 città sparse in tutto il mondo.
L'1 maggio è prevista l'inaugurazione dalle 15.00 alle 20.00, mentre il 14 maggio alle 18.30 è in programma un incontro con Mads Nissen, vincitore della 58^ edizione del concorso. Il fotografo del quotidiano svedese Politiken è stato premiato per lo scatto che raffigura Jon e Alex, una coppia gay in un momento intimo proprio a San Pietroburgo. L'immagine, pronta a diventare una icona, vuole essere una denuncia contro le condizioni di vita per la comunità LGBT, diventate ormai insostenibili in Russia.
I vincitori delle 8 categorie sono stati selezionati tra 5.692 fotografi e i loro quasi 100.000 scatti! Gli ambiti premiati sono spot news, notizie generali, storie d'attualità, vita quotidiana, ritratti, natura, sport e lavori a lungo termine. La premiazione si è svolta nella capitale dei Paesi Bassi il 24 e 25 aprile, e tutte le fotografie vincitrici (oltre 40), le potete trovare qui ma il nostro invito è quello di approfittare di questa occasione ed emozionarvi dal vivo alla Galleria Sozzani.
INFO e CONTATTI World Press Photo 2015 Dal 1 maggio al 2 giugno 2015 tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 19.30; mercoledì e giovedì, dalle ore 10.30 alle 21.00
Galleria Carla Sozzani Corso Como 10 – Milano Tel. 02.653531 – Fax 02.29004080
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RiGenerazioni è un progetto di ICEI in partenariato con il Comune di Milano e finanziato da Fondazione Cariplo e Fondazione Giulini. Il progetto, rivolto a dar voce ai “nuovi italiani”, prevede incontri di sensibilizzazione, campagne, eventi culturali e artistici che abbiano come protagonisti i giovani, in particolare di origine straniera nati e cresciuti in Italia, le cosiddette “seconde generazioni”.
Giunto alla sua terza edizione, riGenerazioni è un grande festival che include concerti, proiezioni video, ciclotour, laboratori di fumetto e danza, concorsi indirizzati alle nuove generazioni oltre a varie iniziative sociali e di incontro tra la cittadinanza. Tra questi, un momento clou del festival è il conferimento delle cittadinanze onorarie simboliche a studenti, delle scuole elementari e medie, di origine straniera nati in Italia: quest’anno l’appuntamento è previsto per giovedì 26 marzo alle ore 9.30 presso la Scuola Primaria Marie Curie di Via D. Guicciardi n°1 (quartiere Dergano) alla presenza dell’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, e degli alunni di tutte le classi dell’istituto scolastico.
Tra le novità di questa terza edizione del festival c’è il concorso video Generazione Creativa, promosso da riGenerazioni in collaborazione con il blog La Città Nuova del sito del Corriere della Sera, Corriere.it, e Smemoranda. Al concorso possono partecipare giovani tra i 16 e i 22 anni che realizzino video inediti di varia natura (finzione, arte, documentario ecc) sul tema delle seconde generazioni, le nuove forme di identità e di partecipazione attiva, le diverse manifestazioni della città multiculturale. Il vincitore avrà l'occasione di incontrare un fumettista di Smemoranda e riceverà da questo un poster autografato. Inoltre sarà intervistato sul sito di Smemoranda e sul blog “La città nuova” di Corriere.it, così come il secondo e terzo classificato.
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PROGRAMMA
Mercoledì 25 marzo MUSICA Ore 21 c/o Fabbrica del Vapore (Via G. Procaccini, 4) – Ingresso gratuito Ancora una volta l’hip hop è protagonista del concerto di riGenerazioni, dopo il successo del 2013 che ha visto circa 800 spettatori affluire nella Fabbrica del Vapore per il live di Mondo Marcio, Vacca e Babaman. Quest’anno, ad aprire la terza edizione del festival tocca a Johnny Marsiglia & Big Joe, Mistaman, Dj Tsura, e a Kiave.
Giovedì 26 marzo CICLOTOUR Ore 18.45 con partenza ore 19 da Cascina Martesana (via Luigi Bertelli, 44) Ciclotour con transito nei luoghi principali della Milano interculturale: da Cascina dei Pomi, costruita tra la fine del sec. XV e il sec. XVIII e ancora oggi rappresentante attiva della Milano di una volta, alla cosiddetta “Chinatown”, la zona attorno a Via Paolo Sarpi dove si è stanziata una delle comunità di origine straniera presente da più tempo e più attiva in città, quella cinese.
CINEMA Ore 21 c/o MIC (Manifattura Tabacchi - Viale F. Testi, 121) – Ingresso Museo: 5,50 € intero / 3 € ridotto con Cinetessera o Cartolina Festival riGenerazioni Proiezione di alcuni estratti da pellicole che mettono in scena la "Milano degli anni '60, tra immigrazione e boom economico", di una selezione di Caroselli per il cinema dello stesso periodo e di alcuni video delle canzoni di Gaber e Jannacci. L’appuntamento è curato dalla Fondazione Cineteca Italiana, per raccontare la trasformazione sociale degli ultimi sessant’anni con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Sarà presente lo scrittore Antonio Dikele Distefano (1992), che ha esordito di recente con il romanzo “Fuori Piove, Dentro Pure, Passo a Prenderti?”, pubblicato da Mondadori nel febbraio scorso.
Venerdì 27 marzo
FUMETTO Ore 20.30 c/o Biblioteca di Baggio (Via Pistoia, 10)- Ingresso gratuito Il laboratorio di fumetto è una delle novità di questa nuova edizione di riGenerazioni. L’iniziativa nasce con ComiX4=Comix4Equality, progetto che vuole sviluppare e accrescere il dibattito e la discussione per combattere il razzismo, la xenofobia e la discriminazione ed è attivo in vari Paesi europei, tra cui Italia, Bulgaria, Estonia, Romania e Lettonia. L’intento è quello di coinvolgere migranti e seconde generazioni di migranti – spesso soggetti di discriminazioni – nella creazione di fumetti che abbiano come obiettivo quello di combattere razzismo e xenofobia. Il Il laboratorio di fumetto concepito per riGenerazioni, indirizzato a un minimo di 10 e a un massimo di 15 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 25 anni, è diretto dal fumettista classe 1989 Twenty_one Avenue (nome d’arte di Riccardo Rossi, da Urbino) e sarà costituito da una prima parte di gioco e partecipazione attiva e di riflessione sui temi migrazione e razzismo. La seconda parte sarà, invece, incentrata sulla realizzazione di fumetti originali sulle tematiche legate alla migrazione e ai temi del festival, in particolare alle seconde generazioni. Le iscrizioni (gratuite) chiudono giovedì 26 marzo.
SKATE CONTEST Ore 16:30 c/o Barrio’s (Via Barona ang. Via Boffalora) Skate contest in collaborazione con Fibol Shop, negozio e punto di riferimento di tutti gli appassionati di skateboard milanesi, Comunità Nuova e Shareradio (radio dei giovani di Baggio che segue l’evento in diretta). A seguire “Look Around. Per non restare indifferenti": proiezione di cortometraggi per bambine e bambini in collaborazione con l'associazione Il Razzismo è una brutta storia. A seguire, momento musicale con i bambini del Nucleo "Facciamo un'orchestra!" promosso dal Sistema in Lombardia - a cura di Comunità Nuova e Barrio’s.
PREMIAZIONE CONCORSO GENERAZIONE CREATIVA Ore 17–19 c/o Barrio’s (Via Barona ang. Via Boffalora) Premiazione dei vincitori del concorso video Generazione Creativa
DANZA - FLASH MOB: PERFORMANCE DI DANZA IN LUOGO PUBBLICO Ore 18.30 c/o luoghi vari Il laboratorio di danza in vista di un flash mob è un’ulteriore novità della terza edizione di riGenerazioni. A coordinarlo c’è il coreografo e performer Riccardo Olivier (1987), uno degli undici membri della compagnia di danza contemporanea Fattoria Vittadini, nata nel 2009. Da fine febbraio, Olivier sta formando un gruppo composto da giovani di origine straniera a cui ha richiesto di presentarsi con una piccola coreografia che li rappresenti. Varie origini e varie danze. L’obiettivo è quello di dare vita a una performance che comprenda e rappresenti tutte le individualità dei ragazzi che partecipano e, allo stesso tempo, di costruire una nuova identità specifica del gruppo che esprima l’idea di contaminazione e condivisione nata all’interno di questo laboratorio.
MORE INFO http://rigenerazioni.net/ http://www.icei.it/
Il 28 febbraio andrà in scena presso l'Atelier di Teatro in Polvere, lo spettacolo “Teatro-Cucina®, intrattenimento conviviale in 5 portare e 2 atti”, dal 2001 sinonimo di divertimento e di nutrimento del corpo e dello spirito.
Il sipario si apre su una tavolata a forma di ferro di cavallo apparecchiata in gran stile, e gli spettatori sono invitati a prendere posto al banchetto per diventare commensali di un insolito spettacolo teatrale nel quale musica e farina, danza e acqua, canto e vino sono parte integrante della trama.
La ritualità legata del cibo e del vino, fulcro dello spettacolo, affonda le radici nella cultura popolare partenopea, infatti i piatti serviti in scena sono legati alle tradizioni, intrecciati a racconti del passato: sapori della memoria, colori della terra, canti e danze che raccontano la vita. Ognuna delle cinque portate è legata alla drammaturgia quindi lo stile narrativo cambia in base alle pietanze preparate e servite, il cibo scandisce lo spettacolo dal riso alle lacrime, dall'ironia pungente e rinfrescante all'amore nella sua accettazione più pura.
Valentino Infuso, attore napoletano classe '76, inizia a pensare al progetto nel maggio 2000 insieme a Elisabetta Faleni, coreografa, regista e appunto, co-autrice dello spettacolo, che ne firma anche la regia. Diplomata al Teatro alla Scala di Milano e al Bolscioi di Mosca, Faleni ha approfondito il proprio percorso nel teatro-danza con la compagnia Tanztheater di Pina Bausch, apportando un prezioso contributo alla stesura dello spettacolo. Il debutto dello spettacolo “Teatro-Cucina" avviene nel novembre 2001 a Milano dopo 18 mesi di preparazione, e ad oggi conta 204 repliche col tutto esaurito e lunghe liste d’attesa, grazie all'idea originale dell'approccio gastronomico al teatro, dove il legame tra le pietanze e la drammaturgia è stretto al punto tale che se una vivanda dovesse essere sostituita, anche l’azione scenica dovrebbe essere modificata. Questo legame rende preferibile, ai fini di una fruizione ideale, che lo spettatore non sappia quali siano le portate che gli verranno servite fino al momento in cui non saranno evocate e create in scena dagli attori. L’empatia dell’attore e del commensale è naturale e fondamentale per il godimento dell’azione teatrale. Il cibo, medium emozionale tra attore e spettatore, racconta la vita, non una in particolare, ma quella in cui ognuno si riconosce, attraverso piccoli gesti, impercettibili sfumature dell'esistere, nella memoria di suggestioni, odori, sensazioni. “Teatro-Cucina" è uno spettacolo che ci ricorda quanto cibo e cucina siano due forme di crescita culturale ma anche di nutrimento fisico e spirituale.
Noi abbiamo incontrato Valentino Infuso, creatore del progetto, oggi addirittura marchio registrato, per sapere come è nata l'unione del cibo con l'azione teatrale e quali saranno i suoi prossimi progetti.
Nerospinto: Da cosa nasce l’esigenza di unire al teatro la tradizione culinaria napoletana? Valentino Infuso: Lo spettacolo non si incentra esclusivamente sulla cucina partenopea, però ne ho tratto ispirazione in prima persona, nel senso che a Napoli, intorno alla tavola, si consumano i fatti salienti della vita delle persone, da lì il collegamento tra la commedia umana e la commedia teatrale, mediate dal cibo. I piatti dello spettacolo comunque si ispirano non solo alla cucina napoletana, ma anche alla tradizione di altre Regioni italiane e alla cucina mediterranea in generale. La costruzione dello spettacolo è durata più anno, io e Elisabetta Faleni abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca che ci ha portati a creare lo spettacolo in questo modo, anche grazie all'aiuto di Davide Oldani, col quale nel 2003 creammo il menù definitivo.
N.: Quale è stato il criterio di scelta dei piatti e il loro abbinamento all'azione teatrale? V. I.: Il criterio è la vita: attraverso i piatti raccontiamo le fasi dell'esistenza umana. Ricordi di infanzia, il matrimonio, la vecchiaia, la morte, ogni tappa della vita è legata a una pietanza e il filo conduttore drammaturgico è la vita stessa. A rendere fluido il racconto e il passaggio da una fase all'altra, è stato possibile anche grazie all'aiuto sapiente della regista, nonché coreografa, che ci ha condotti attraverso il linguaggio del teatro-danza.
N.: Il “menù” è sempre lo stesso o cambio di spettacolo in spettacolo? V. I.: Il menù sempre lo stesso perché è fortemente legato a quello viene messo in scena. Se si cambiasse anche solo una portata, bisognerebbe cambiare lo spettacolo.
N.: Avete mai pensato di proporre lo spettacolo abbinandolo alla cucina di un altro paese? V. I.: L'abbiamo già fatto: “Sushidio®”, spettacolo ambientato in sushi-bar, dove però solo una parte del pubblico partecipa attivamente allo spettacolo consumando del sushi, però, agli occhi di quelli invece seduti in platea, gli avventori del sushi-bar risultando a tutti gli effetti parte integrante della pièce. In questo caso l'atto conviviale ha un ruolo più marginale rispetto a quello in "Teatro-Cucina", ma è uno spettacolo che ha riscosso comunque un buon successo, tant'è che c'è stato anche chi ha provato a copiarci.
N.: Un piatto che rappresenta la commedia e uno la tragedia. V. I.: Tutto dipende dal condimento. Qualsiasi piatto può volgere in commedia o in tragedia in base da come lo condisci e da con che spirito lo mangi.
N.: Il cibo oggi sta assumendo sempre più il ruolo di status symbol più che di rituale del nutrimento, cosa ne pensi? V. I.: Quando abbiamo iniziato nel 2000, non esisteva ancora l'approccio al cibo come esclusiva forma estetica. Non esistevano né i talent show né i cooking show, che hanno contribuito ad esasperare l'atto culinario allontanandolo dal suo ruolo principale, introducendo il concetto di gara: secondo me, lo spirito con cui si cucina, si riflette sulle pietanze preparate, e se queste sono preparate con livore, con agonismo e rabbia, saranno sicuramente meno buone di quelle cucinate con amore e con la voglia di prendersi cura del proprio ospite, che è poi alla base di "Teatro-Cucina".
N.: Lo spettacolo avrebbe comunque senso proponendo pietanze vegane o comunque frutto di una cucina più sofisticata, oppure ha senso solo nel momento in cui è legato alla tradizione? V. I.: Abbiamo una versione del menù vegetariano, così anche chi non mangia carne può godersi lo spettacolo, ma non andiamo oltre. Per quanto abbia rispetto di queste nuove forme di alimentazione come cura o come stile di vita, questo spettacolo non può essere riadattato a questo tipo di cucine, andrebbe scritto uno spettacolo nuovo partendo da zero.
N.: Qualche spettatore si è mai lamentato del cibo servito? V. I.: Assolutamente no, c'è stato qualche suggerimento, ma dallo spettacolo ne sono sempre usciti tutti soddisfatti.
N.: "Teatro-Cucina" cosa vuole trasmettere allo spettatore? Quale segno vuole lasciare? V. I.: Lo spettacolo vuole ricontattare lo spettatore con la bellezza dell'atto conviviale e lasciarlo con una sensazione di pace e di equilibrio, assaporando un momento fuori dal tempo e dalla vita frenetica, riscoprendo il cibo come piacere fisico e spirituale, rievocando ricordi della propria vita attraverso il cibo.
N.: Quali sono i prossimi progetti? V. I.: È ancora alla fase embrionale un nuovo progetto legato alla cucina tantrica, una sorta di collegamento tra cibo e sesso, ma siamo ancora alle fasi iniziali.
Carlotta Tosoni
TEATRO-CUCINA® Intrattenimento conviviale in 5 portate e 2 atti
Di Elisabetta Faleni & Valentino Infuso Con: Corinna Agustoni/Elena Callegari, Tamara Balducci/Paola Crisostomo, Valentino Infuso, Roberto Zanisi (musico) Regia: Elisabetta Faleni Menù ideato da Davide Oldani
Prossime date: Sabato 28 febbraio - ore 20.30 Domenica 1 marzo - a pranzo Mercoledì 4 marzo - ore 20.30 Giovedì 5 marzo - ore 20.30 Altre sei repliche sono in programma nel mese di aprile
Biglietti: Intero: 60,00€ - ridotto (under 23 e over 65): 45,00€ Agevolazioni gruppi: ogni 10 paganti l'11° è omaggio Ingresso riservato ai soci Dulcamarateatro: quota associativa 2014/2015 - 6,00€
Atelier di Teatro in Polvere Via Bastia 15, Milano
Per prenotazioni e informazioni Virginia cell.320 8186817 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.teatroinpolvere.it www.dulcamarateatro.it
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La 56 Biennale di Venezia si svolgerà dal 9 maggio al 22 novembre 2015, ai Giardini e all'Arsenale nonché in vari luoghi di Venezia, e la tematica di quest'anno decisa da Okwui Enwezor, direttore del settore Arti Visive, sarà All the World’s Futures.
Il Costa Rica parteciperà alla manifestazione, e Gregorio Rossi è stato nominato Curatore del Padiglione della nazione centramericana. Gregorio Rossi, prendendo in esame la tematica generale, l’ha adattata alle caratteristiche di questo splendido Paese, unica Nazione al mondo a non avere un esercito, optando per la seguente tematica: "All the World’s Futures - Costa Rica Paese di pace invita ad un linguaggio universale d’intesa fra i popoli". Le opere scelte saranno inserite nel catalogo e avranno ampia risonanza mediatica, rappresentando uno spaccato dell’arte nel senso più ampio, a dimostrazione della capacità professionale, progettuale, creativa e di ricerca. In breve: la qualità artistica. Il Costa Rica intende vedere unite le differenti realtà, con il principale ed unico scopo di rappresentare e valorizzare gli artisti di tutto il mondo che con la loro Arte lottano per la Pace, che avranno finalmente l’opportunità di essere conosciute e riconosciute sia a livello nazionale che internazionale.
Gregorio Rossi è nato nel 1951, a Massa Marittima, nella Maremma, tanto amata dai pittori Macchiaioli e frequentata soprattutto da Giovanni Fattori, ma anche, come ha scoperto lo stesso Rossi, da Guglielmo Micheli. Nei primi anni ottanta, Gregorio Rossi iniziò a lavorare per le Edizioni d'Arte Cantini, per le quali gestì nello spazio espositivo della Casa Editrice di Populonia, una mostra di Antonio Bueno, esperienza molto importante, poiché gli permise di conoscere Bueno, con cui rimase amico fino alla scomparsa del maestro, curandogli alcune mostre ed i relativi cataloghi. Inoltre, gli offrì l'opportunità di conoscere Remo Giovanbattista Bianco, col quale Rossi continuò a collaborare ininterrottamente, instaurando col celebre mercante d'arte un'amicizia filiale. Con l'Edizioni d'Arte Cantini allestì nel Museo Archeologico di Massa Marittima la mostra Anni Verdi, dal Futurismo alla Metafisica, con le opere di Primo Conti, con il quale continuò ad avere rapporti, tanto di lavoro, quanto di amicizia. Con la stessa società, sempre a Massa Marittima, nel chiostro della duecentesca chiesa di Sant'Agostino, allestì una mostra di Antonio Zancanaro, alla quale intervenne l'ormai anziano maestro, in contemporanea, ancora nel Museo Archeologico di Massa, curò una seconda mostra di Piero Leddi. Queste prime mostre, allestite nella cittadina di Massa Marittima, crearono un buon rapporto con l'Amministrazione Comunale e con la Società dei Terzieri (società di fama internazionale che realizza evocazioni storiche) e, grazie a Rossi, la Società dei Terzieri commissionò dei drappelloni dipinti a mano a Piero Leddi ed Enzo Faraoni. Successivamente, coi bozzetti preparatori venne allestita una mostra con Dimitris Hordakis, allievo di Bueno, e con Raffaele De Rosa. Con quest'ultimo continua tutt'ora un fervido rapporto di collaborazione; infatti, Rossi ha curato molte mostre e pubblicazioni di De Rosa. Ricordiamo quelle per conto del Monte dei Paschi di Siena, della Pinacoteca Amedeo Modigliani ed Il Parnaso (società fondata da Gregorio Rossi); sempre avvalendosi di prestigiose firme del mondo universitario, quale il professor Fabio Mugnaini, dell'Università di Siena e del mondo dell'arte, come il professor Paolo Levi, per la realizzazione dei cataloghi. A seguito dell'incontro e della conoscenza con Carlo Pepi, va ricordata la realizzazione del volume "Giovanni Fattori - venti ricordi dal vero", curato e fatto pubblicare da Gregorio Rossi e presentato all'inaugurazione della Casa Natale di Amedeo Modigliani, a Livorno. La collezione d'arte di Carlo Pepi è stata di volta in volta “amministrata” da Rossi, creando una serie di mostre, che hanno girato varie gallerie tanto in Italia, quanto nei Paesi esteri. Per queste occasioni, Gregorio Rossi, restio a viaggiare, delegava a rappresentarlo ufficialmente la storica dell'arte Laura Milani sua collaboratrice per molti anni, insieme a Stefania Maccelli. Con questa modalità, in Belgio a Charleroi, nel 1999 al Musée de Beaux Arts e Biblioteque Rimbaud venne allestita la mostra Un porto per l'Ottocento che presentava gli artisti Macchiaioli ed una selezione completa di quei Postmacchiaioli che crearono il presupposto per la nascita del Novecento; situazione spesso dimenticata ed in quel periodo fortemente sostenuta da Gregorio Rossi. Nel 2002, vi fu un'importante occasione per presentare questa teoria, grazie ad una cassa di risonanza, che la rese nota in maniera diffusa e la fece accettare negli ambienti accademici. Si trattava del Cinquecentenario del Quarto Viaggio di Cristoforo Colombo, quando il navigatore sbarcò sul continente americano e diede il nome al Costa Rica. Olga Coll Montero, Addetto Culturale dell'Ambasciata di Costa Rica presso il Quirinale, l'Ambasciatore Manuel Hernández Guitiérrez e l’Ambasciatore d'Italia in Costa Rica Gioacchino Carlo Trizzino chiesero a Gregorio Rossi, proprio per rappresentare l'Italia nelle celebrazioni dedicate al grande navigatore, una mostra d'arte, in quanto proprio l’arte è il punto di forza, che meglio può raffigurare l'Italia. Intanto, tra Gregorio Rossi e il collezionista Carlo Pepi, esisteva un rapporto di collaborazione rodato, incentrato sulla raccolta d’arte e sugli studi condotti in comune. Di conseguenza, per questa importante ricorrenza, Rossi pensò di usare le opere di proprietà del Pepi, per rappresentare uno dei momenti più significativi dell’arte italiana, cioè l’Ottocento Toscano. Nacque così Arte Italiano del Siglo XIX - la escuela de los Macchiaioli, una grande esposizione allestita nel Museo Nacional de Costa Rica. Il catalogo vantava i testi del Presidente della Repubblica di Costa Rica, del Ministro della Cultura e del Ministro delle Comunicazioni della Repubblica Italiana, del Ministro della Cultura di Costa Rica, del Direttore del Museo Nacional de Costa Rica, dell'Ambasciatore d'Italia e dell'Ambasciatore di Costa Rica in Italia. Nel catalogo, il testo critico di Gregorio Rossi e Laura Milani ritornava sui presupposti della nascita del Novecento e si affermava che la formazione di Amedeo Modigliani era stata totalmente italiana, rivisitando in maniera del tutto nuova la figura del maestro Guglielmo Micheli. Nel 1503, Cristoforo Colombo sbarcò nell'attuale Panamá; di nuovo l'Italia doveva e voleva essere presente sul prestigioso palcoscenico, in occasione del Cinquecentenario. L'Ambasciata italiana in quella Nazione si rivolse nuovamente a Gregorio Rossi, che decise il trasferimento della mostra dalla Costa Rica a Panamá; quella che al tempo era la Compagnia Aerea Lauda mise a disposizione un aereo per il trasporto delle opere da uno Stato all'altro, compreso il ritorno in Italia. Al Museo del Canal Interoceanico ancora una volta Laura Milani e Stefania Maccelli rappresentano Gregorio Rossi. Entrambe le pubblicazioni riferite alle due mostre vantano l’Adesione del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ed il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Terminate le celebrazioni dei viaggi di Cristoforo Colombo, Rossi rimase in contatto con l’Ambasciata di Costa Rica in Italia e con l’Istituto Italo-Latino Americano (Organismo Intergovernativo che rappresenta 21 Nazioni, ovvero l’Italia ed i 20 Paesi dell’America Latina). Infatti con l'Ambasciata e con L’I.I.L.A. fu allestita la mostra del Cinquecentenario a Roma, nella Galleria delle Scuderie di Palazzo Santacroce, corredata dal catalogo Costa Rica, un porto per l’Arte – la scuola dei Macchiaioli. Queste collaborazioni si svilupparono con la realizzazione di importanti mostre d’arte e fotografiche, conferenze e convegni; il più importante dei quali è stato probabilmente il convegno del 2007, patrocinato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Nascita di Giuseppe Garibaldi, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Repubblica Italiana. In questa occasione venne chiesto a Gregorio Rossi di tenere una conferenza su La Trafila Toscana (il testo è riportato sul volume degli atti del convegno, edito nel 2008) e di allestire una mostra di opere di Silvestro Lega, in quanto questo grande artista era stato un rivoluzionario ed aveva più volte ritratto Don Giovanni Verità, il salvatore di Garibaldi; per l’occasione fu edito un catalogo, sempre a cura di Gregorio Rossi. Con l’Ambasciatore Trizzino nacque e si realizzò un progetto, che è un “unicum” nella storia dell'attività diplomatica, cioè la costituzione di un museo d’arte contemporanea italiana, in una sede appositamente ristrutturata, presso la Cancelleria dell’Ambasciata italiana a San Josè, in Costa Rica. Il museo, presentato ufficialmente al mondo dell'arte contemporanea nel catalogo del Padiglione I.I.L.A. alla 52. Biennale di Venezia, è nato con il nome di M.A.C.I.A., ovvero Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America e Gregorio Rossi ne è a tutt'oggi il direttore ed il curatore. Il museo ha funzionato arricchendo costantemente la propria Collezione Permanente, nonché allestendo mostre personali con cadenza periodica, fino a quando è rimasto in carica l’Ambasciatore Trizzino. Ad oggi, il museo patrocina e promuove numerose iniziative editoriali ed espositive, sempre nel campo dell'arte contemporanea. Dopo le mostre per le celebrazioni del viaggio di Colombo, l’Ambasciata italiana inviò un riconoscimento tanto a Gregorio Rossi quanto ai suoi collaboratori. In virtù anche delle precedenti attività, il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi riconobbe un'onorificenza a Gregorio Rossi, conferendogli la medaglia che la massima Autorità dello Stato conferisce per meriti nell'attività culturale. Quest'assegnazione è stata poi coronata dal fatto che alla successiva Biennale di Venezia del 2009, il museo M.A.C.I.A. ha avuto uno spazio proprio, presso l'Università Ca' Foscari e Gregorio Rossi è stato nominato, insieme a Francesco Elisei, curatore del Padiglione Nazionale della Repubblica di Costa Rica. Nelle passate edizioni, Gregorio Rossi aveva contribuito alla realizzazione dei cataloghi del Padiglione I.I.L.A. alla 50. 51. e 52. Biennale e, nel contesto della 50. Biennale di Venezia, aveva presentato la pubblicazione Omaggio alla Raccolta Carlo Pepi (sicuramente la più importante Collezione esistente per il disegno dell'Ottocento Toscano ed anche una tra le più importanti per i dipinti dell'Ottocento e Novecento). Il volume era dedicato, soprattutto, a Renato Lacquaniti ed al gruppo Atoma. Alla 51. Biennale di Venezia, Gregorio Rossi ha presentato i volumi dedicati agli artisti Maria Laura Bonamici Pallini, Piero Sani, Giancarlo Montuschi e Luca Zampetti. Nel 2009, insieme all'amico Christian Parisot (presidente degli Archivi Amedeo Modigliani) aderisce al progetto di Andrea Benetti e scrive anch'egli un testo critico per il libro "Esplorazione inconsueta all'interno della velocità", realizzato ed ideato da Andrea Benetti insieme ad un corpo di dodici opere; il prezioso libro da collezione a tiratura limitata e con copie firmate, annovera il pensiero di oltre una dozzina tra i più illustri professori, provenienti dalle università di tutta Italia. Infatti, oltre alle importanti parentesi delle Biennali, anche in passato le collaborazioni di Gregorio Rossi erano sempre state di elevata caratura. Per esempio il rapporto proseguito per anni con il Premio Letterario Viareggio, fino alla morte del Segretario Gianfranco Tamagnini. Questa fervida relazione favorì la conoscenza di Leonida Repaci, poi di Natalino Sapegno, che scrisse l'introduzione ad un catalogo di Renzo Vespignani, con opere dedicate a Leopardi, al quale collaborò per la realizzazione anche Rossi. Inoltre, conobbe Renato Guttuso, già gravemente ammalato, che arrivò appositamente a Viareggio, per scrivere la prefazione al catalogo di Tamagnini e Rossi, riguardante i disegni che Guttuso aveva realizzato nel 1943, per illustrare Conversazione in Sicilia; disegni ritrovati a distanza di decenni e salvati dallo smembramento, grazie all’intervento di Gregorio Rossi, Stefania Maccelli e Roberta Bindi. Il fatto di aver tenuto integro questo corpo di opere offrì l'opportunità di realizzare una mostra itinerante, che in sinergia con il Premio Letterario Viareggio venne allestita non solo in Italia, ma in molte nazioni europee, coinvolgendo Istituti di Cultura ed Università nelle varie sedi, che organizzarono relazioni e conferenze intorno all'iniziativa. Tornando ai giorni nostri, nella progettazione delle mostre e nella stesura dei cataloghi si possono accomunare le metodologie di Andrea Benetti e Gregorio Rossi; infatti, normalmente, per catalogo si intende un volume che presenta un corpo di opere di un artista ed uno o più testi di critici d’arte. In alcuni casi, come per esempio "L’oro del millesimo mattino" e "Il momento magico della veglia" con opere di Raffaele De Rosa, visto che ci si riferiva al mito ed alla leggenda, Rossi coinvolse due dei più importanti docenti di antropologia, ovvero il professor Pietro Clemente dell’Università La Sapienza di Roma ed il professor Gastone Venturelli dell’Università di Firenze. Di nuovo si rivolse al professor Pietro Clemente per un’iniziativa particolarmente cara che ebbe il suo battesimo a Siena, con l'apporto di Omar Calabrese, alla quale il professor Clemente dette il titolo di Pandora e il male bello. L’iniziativa ruotava intorno ad una mostra di dipinti di Maria Micozzi ed era riferita al ruolo della donna nell’arte; non intendendolo come quello esclusivo di artista, ma anche di modella od a qualsiasi altra attività attinente a questo ambiente. Ruoli spesso trascurati se non addirittura dimenticati; ricordando anche una conversazione di Gregorio Rossi con Renato Guttuso, quando il grande pittore aveva sostenuto l’importanza di una figura femminile come musa ispiratrice, quindi non solo come soggetto da ritrarre. Forse, anche in questa ottica si è consolidato il rapporto con Valentina Campatelli, modella ad un'Accademia d’Arte privata di Firenze e poi sempre più stretta collaboratrice. Tanto è vero che ha curato insieme a Gregorio Rossi un catalogo per una mostra allestita al Casinò di Campione d’Italia, con introduzione di Vittorio Sgarbi e da allora è la sua assistente. Tassello fondamentale del successo professionale di Rossi è la conoscenza dell'opera e della vita di Amedeo Modigliani, che lo porta a formulare la teoria della formazione artistica totalmente italiana di Amedeo Modigliani, artista icona del Novecento. Infatti Gregorio Rossi, con l’aiuto di Laura Milani e Chiara Filippini, conduce una ricerca che porta alla scoperta che sia Guglielmo Micheli (maestro di Modigliani a Livorno) che Giovanni Fattori (il Maestro ideale al quale guardarono tutti i giovani artisti di quell’epoca) avevano soggiornato e prodotto nella Maremma del Nord e, precisamente, a Massa Marittima ed a Follonica. Poi, anche tramite la lettura delle memorie di Llewelyn Lloyd si capisce che quei giovani artisti guardavano anche a Silvestro Lega con grande interesse. Da questi presupposti viene realizzata la mostra Modigliani ed il segno di Silvestro Lega, progettata e curata da Gregorio Rossi e allestita a Modigliana, paese natale di Lega. Con questa mostra si è voluto dimostrare che quel pittore e scultore che era stato francesizzato in Modì, si era rifatto, tra gli altri, a Silvestro Lega come d’altronde era avvenuto praticamente per tutti i suoi compagni che avevano frequentato il cenacolo di Guglielmo Micheli. In seguito, sempre in riferimento alla formazione italiana dell'artista livornese e considerando che praticamente tutti hanno sempre accostato lo stilema di Modigliani a quello dei Maestri antichi, Gregorio Rossi si ricordò che la modernità dei pittori Macchiaioli era avvenuta quando si erano accorti della luce nella pittura del Quattrocento. Modigliani ed altri, che diventarono grandi artisti, si erano formati alla scuola dei Macchiaioli e poi li avevano superati nella sintesi. Secondo questa teoria storica, i ritratti di Modigliani potevano essere sovrapposti a quelli del Duecento e Trecento; fu allora che Rossi si rivolse alla Pinacoteca Nazionale di Siena, la quale per la prima volta avvallò ufficialmente questa teoria. Infatti la Direttrice e la sua equipe scelsero una serie di opere da pubblicare sul catalogo della mostra Modigliani - dessin a boire, allestita a Capannori nelle sale di Villa Mazzarosa; mostra e catalogo vennero interamente curati da Gregorio Rossi e Chiara Filippini. Evidentemente, questa teoria ha convinto ed è stata dimostrata in maniera esaustiva, poiché Gregorio Rossi è stato scelto come consulente, per curare una sezione dedicata alle opere della Scuola di Micheli, in tutte le mostre successive, quand'anche curate da altri storici dell'arte. Si parla delle mostre allestite alla Reggia di Caserta, alle Scuderie Aldobrandini per l’Arte di Frascati, al Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, al Museo Civico del Castello Ursino di Catania, al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan. Attualmente è in corso in Brasile un circuito di mostre di Amedeo Modigliani, per le quali Rossi è stato nuovamente scelto come consulente per la sezione delle opere della Scuola di Micheli. Nel gennaio 2012, in occasione del Cinquantenario della morte di Hermann Hesse, insieme a Valentina Campatelli, Gregorio Rossi è stato il primo a celebrare la ricorrenza con una mostra a Sesto Fiorentino, composta dagli acquarelli di proprietà di Eva Hesse, nipote del Premio Nobel, corredata da un catalogo, sempre a cura Rossi-Campatelli, in questo momento in distribuzione nelle librerie per l'Editore Carlo Cambi. Sempre per Cambi Editore, Gregorio Rossi aveva precedentemente realizzato, una pubblicazione sul soggiorno pisano di Keith Haring del 1989 e sul ciclo di opere che l'artista americano realizzò in terra italiana.
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Antonia del Sambro
[gallery type="rectangular" size="full" ids="36537,36536,36539,36538"]Al Teatro Manzoni dal 9 all’11 gennaio 2015 andrà in scena "I T A L I A N I !", il nuovo spettacolo di Paolo Migone.
Questa volta il comico livornese abbandona l'eterno conflitto tra marito e meglio, ma analizza le virtù, gli eccessi, le manie, le abitudini, i vizi e le cattiverie del popolo italiano, raccontando come quest0ultimo affronta quotidianamente la vita, dalle difficoltà ai rapporti personali senza trascurare politica e cronaca. Il punto di vista è come al solito critico ed ironico, cifra stilistica di Paolo Migone. Il percorso narrativo tocca ambiti semplici come la simpatia generata dai nomi o i rapporti di vicinato, ma anche più complessi come le idee degli italiani che hanno rivoluzionato il mondo del lavoro e della cultura. In un’ora e mezza Migone insegna al pubblico a ridere di sé stessi e delle proprie "cattive" abitudini, aiutando a capire come approcciarsi alla vita con più leggerezza.
«Dopo anni a parlare di sfide tra marito e moglie – spiega Migone – ho deciso di allargare il raggio. Con uno spettacolo dove si ride, di un riso amaro. Perché cambiare? Ho un figlio quindicenne e son preoccupato di quale Italia si ritroverà da adulto. Sono mortificato, per lui, di essere italiano. È un ragazzino intelligente e, come molti giovani, non potrà esprimersi in un paese così malmesso». Ma è il pessimismo che lo caratterizza, il motore per la creazione della sua comicità: «Nello show - precisa - io voglio far ridere. Ma la molla dei miei racconti è la rabbia, per i vizi italici. Uno? La furbizia. La nostra storia è stata quella dei sudditi divisi tra due padroni, come Arlecchino. A me, a 17 anni, hanno rubato il tappo del serbatoio del motorino: a quel punto per sostituirlo l'ho rubato anch'io. Siamo fatti così». Lo show finisce però con una carica ottimista: «Perché noi italiani abbiamo fatto grandi cose, e potremmo tornare a farle».
Dal 9 all’11 gennaio 2015
PAPO presenta
I T A L I A N I ! Il nuovo one-man-show con PAOLO MIGONE
Teatro Manzoni Via Manzoni 42 - Milano Tel. 02 7636901 - Fax 02 76005471 www.teatromanzoni.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orari spettacoli: feriali ore 20.45 domenica ore 15,30
Biglietto: Poltronissima € 25,00 Poltrona € 18,00 Giovani fino a 26 anni € 12,50
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Comincia al meglio il 2015 al teatro Franco Parenti di Milano, dove nel mese di gennaio andranno in scena tre nuovi debutti: HAMLET TRAVESTIE il 13 gennaio; I GIOCATORI il 16 gennaio e LA DANZA DELLA REALTà il 17 gennaio.
HAMLET TRAVESTIE è uno spettacolo di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella.
La storia di Amleto viene ricostruita attraverso l'esperienza di un giovane dei giorni nostri che perde il senno dopo essersi immedesimato completamente nella storia del principe danese. Una famiglia napoletana, i Barilotto, con i problemi ordinari di un nucleo familiare odierno, attraverso cui si delinea il dramma shakespeariano, anche nel tentativo di far rinsavire il figlio "Amleto" Barilotto. Una pièce che si rifà alla riscrittura burlesque settecentesca dell'Amuleto di John Poole e al Don Fausto di Antonio Petito.Dal 13 al 25 gennaio,
Teatro Franco Parenti, Sala Tre
Prezzo: Intero €25; Over60 €15; Under25 €12,50; Convenzionati €17,50
Orari: mart h21.00; merc h20.00; giov h18.30; ven h21.00; sab h20.00; dom h16.00; lunedì riposo
I GIOCATORI è lo spettacolo vincitore del Premio UBU 2013 come migliore novità straniera e del Premio Butaca 2012 come miglior testo in lingua catalana.
Diretto in lingua originale (catalano) da Paul Mirò, lo spettacolo è stato tradotto e diretto in Italia da Enrico Ianniello. Quest'ultimo adotta il napoletano come lingua dello spettacolo, che secondo l'attore, regista e traduttore riesce al meglio a tradurre un linguaggio gergale, istintivo e verace. Uno spettacolo attraversato da relazioni semplici, costrette attorno ad un tavolo. I giocatori discutono e si sfogano esternando problemi come solitudine, fallimenti e disoccupazione, tra preparativi del caffè, bevute di whiskey e canzoni.
Dal 16 al 25 gennaio,
Teatro Franco Parenti, Sala Grande
Prezzo: Intero €32; Ridotto Over60 €18; Ridotto Under25 €15;Convenzioni €22,50
Orari: venerdì ore 20.30; sabato ore 19.30; domenica ore 15.30; lunedì riposo; martedì ore 20.30; mercoledì ore 19.30; giovedì ore 21.30
LA DANZA DELLA REALTà è un film diretto da Alejandro Jodorowsky, artista del tutto anticonvenzionale che guarda al cinema come ad una modesta "arte di cura".
La Danza de la Realidad è un inno alla poesia e al senso della vita, e verrà trasmesso in lingua originale sottotitolato in italiano. Un film che è stato presentato in Italia nella formula di un tour, come se si trattasse di un concerto o di una pièce teatrale. La proiezione è prevista a Milano soltanto per il 17 gennaio al Teatro Franco Parenti, alla quale lo stesso Jodorowsky non potrà più partecipare come previsto per problemi di salute. In una mail il regista ha scritto "L’avventura poetica è finita. Per ragioni di salute devo rinunciare a venire in Italia. Grazie dei bei momenti trascorsi insieme. Mi ritiro dalla danza della realtà”.
I biglietti già acquistati in precedenza saranno rimborsati, e la proiezione del film verrà effettuata ugualmente.
17 gennaio 2015
Teatro Franco Parenti, Sala Grande
Orario: h.20.30
INFO
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Tel : 02 59 99 52 06
Fb : http://www.facebook.com/teatrofrancoparenti
Tw: http://www.twitter.com/teatrofparenti
Sito : http://www.teatrofrancoparenti.it
[gallery type="rectangular" ids="35113,35108,35109,35110,35111,35114,35115,35116"]Fino a domenica 11 gennaio, al WOW Spazio Fumetto di Milano si terrà una mostra dedicata al mito di Ludwig van Beethoven, dopo il fortunato successo delle mostre “Mozart a Strisce” (2011), “Wagner a Strisce” (2012) e “Sempre Verdi” (2013). La mostra è stata allestita in occasione delle iniziative organizzate dal Comune di Milano per celebrare l’inaugurazione della stagione lirica del Teatro alla Scala: Beethoven è l'autore dell’opera “Fidelio” con cui il 7 dicembre il massimo teatro milanese ha inaugurato la sua stagione 2014-2015.
Dai Peanuts a Pippo, dalla propaganda americana - che lo adotta come cantore della libertà contro gli orrori del Nazismo - alle eleganti scene delle Figurine Liebig, un viaggio nel mondo del fumetto e dell’illustrazione sulle tracce di Ludwig van Beethoven. Non a caso il titolo stesso della mostra, “BAM, BAM, BAM, BAAAAM!”, traduce in linguaggio fumettistico il celebre attacco della sua Quinta Sinfonia.
La mostra gode del patrocinio e della collaborazione del Consiglio di Zona 4 del Comune di Milano. Realizzata con il Consiglio di Zona 4 del Comune di Milano, in collaborazione con l’Associazione ICM Insieme con la Musica, il Sistema Orchestre e Cori Giovanili e Infantili (Lombardia) e Fondazione Pasquinelli.
29 novembre 2014 - 11 gennaio 2015
BAM, BAM, BAM, BAAAAM! Il mito di Beethoven raccontato a fumetti
WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto, dell'Illustrazione e dell'Immagine Animata Viale Campania, 12, 20133 Milano, Italia 02 49524744 – 02 49524745 www.museowow.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ingresso Libero
ORARI da Martedì a Venerdì: ore 15.00-19.00 Sabato e Domenica: ore 15.00-20.00
Chiuso il 31 dicembre 2014, l'1 e il 6 gennaio 2015
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Dal 30 dicembre 2014, il noto attore e presentatore tv Corrado Tedeschi, farà rivivere con passione e ironia alcuni passaggi del capolavoro di François Truffaut, “L’homme qui aimait les femmes”, in cui il protagonista Bertrande Morane, un ingegnere esperto di meccanica, dedica la sua vita all'amore infinito che prova verso le donne, un modo per riscattare l’affetto che sua madre non era mai stata capace di offrigli.
Secondo Truffaut, grande regista, sceneggiatore esponente di spicco della Nouvelle Vague francese, l’amore è l’elemento salvifico che ci permette di accettare la vita e di conseguenza anche la morte, poiché si trova in mezzo a queste due contrapposte forze ed è una pulsione alla quale non ci si può sottrarre. L'amore quindi nelle opere di Truffaut diventa l'elemento centrale dell'intera filmografia, venendo sviscerato e approfondito a diversi livelli, spesso mescolando il piano narrativo con quello autobiografico così come accade nel film “L’homme qui aimait les femmes” – “L’uomo che amava le donne”.
Tedeschi in scena, come Bertrande nel film di Truffaut, scopre che la donna ama in un modo molto più universale rispetto all'uomo e che, di conseguenza, non è difficile innamorarsi di una donna, è difficile amarla. Entrambi, dunque, non appartengono alla categoria dei Don Giovanni né a quella dei Casanova, non respirano il piacere della conquista fine a se stessa o la seduzione finalizzata al solo raggiungimento del piacere carnale, in loro si respira il desiderio di amare l’amore in ogni sua forma, con la leggerezza e l’ingenuità di un bambino. Il racconto scorre come un sogno ad occhi aperti, in cui il vero protagonista si rivela essere l’universo femminile, in tutte le sue indecifrabili sfumature.
Corrado Tedeschi è accompagnato dal vivo dal maestro Alessandro Carlà al pianoforte e dalla calda voce di Giulia Mezzatesta.
30 e 31 dicembre; 6 - 15 gennaio 2015
Teatro Franco Parenti Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE L’amore secondo Truffaut
Con Corrado Tedeschi Scritto e diretto da Luca Cairati e Cristiano Roccamo
Prezzo biglietti platea:
Intero €32 Over60 €18 Under25 €15 Convenzionati €22,50
Prezzo biglietti galleria:
Intero €25 Over60 €15 Under25 €15 Convenzionati €17,50
Orari (durata spettacolo: 80 min):
lunedì riposo martedì h20.45 mercoledì h19.45 mercoledì 31 dicembre h19.15 giovedì h19.45 venerdì h20.45 sabato h20.45 domenica h15.45
Info:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel : 02 59 99 52 06 Fb : http://www.facebook.com/teatrofrancoparenti Tw: http://www.twitter.com/teatrofparenti Sito : http://www.teatrofrancoparenti.it
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