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I vini Ca' d'Or sono il perfetto incontro tra l'estetica di bottiglie dal design esclusivo e la valorizzazione del territorio.
Finalmente a Milano ha aperto al pubblico una bottega pensata da qualcuno Cum Grano Salis, ovvero con sale in zucca. In via Volturno 35, nel quartiere Isola, prende il posto dello storico Circolo Sassetti, un bistrot caldo e famigliare, dove la tradizione trionfa ricoprendo la gioia dello stare insieme, punto.
Prodotti genuini, di filiera corta e selezionati tra piccoli produttori che hanno a cuore la natura e il territorio in cui vivono coabitano con uno spazio perfetto per mostre, degustazioni e anche qualche corso di cucina per mettere le mani in pasta in quelli che sono i sapori di una volta. L’idea di Annamaria Chiappetti, da anni imprenditrice nel mondo della ristorazione,è infatti quella di portare nel capoluogo lombardo un antidoto, comune nell’antichità, in cui l’aggiunta di un pizzico di sale aumentava l’efficacia dei rimedi contro qualsiasi malanno. Un suggerimento metaforico che ha già spronato molti isolani a prendere la vita con un pizzico di buon senso e di buon gusto in più.
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Cum Grano Salis propone ogni giorno dalla colazione alla cena piatti preparati con prodotti freschi e di stagione, con una particolare attenzione per le esigenze di vegani e di chi deve seguire una dieta gluten free. Il lato più divertente di questa gustosa scoperta sta nell’inventiva dei suoi avventori che possono richiedere un piatto a piacere a seconda degli ingredienti proposti o, previa prenotazione, invitare i propri amici a cena e improvvisarsi chef per un giorno.
INFORMAZIONI UTILI
Cum Grano Salis via Volturno 35 02 86891154
Bottega lunedì 10.00 – 20.30 dal martedì al sabato 10.00 – 21.00
Bistrot lunedì 7.30 – 20.30 martedì - mercoledì 7.30 – 21.30 giovedì – venerdi - sabato 7.30 – 24.00
Chiuso la domenica
- Serena Savardi -
Il museo Gemäldegalerie Kulturforum di Berlino ospita fino al 24 Gennaio una delle mostre più attese del momento: The Botticelli Renaissance.
«Come fa un pittore ad acquisire fama internazionale? Che cosa ha reso Botticelli un’icona pop? Perché le sue opere sono considerate senza tempo? Cos’è che lo rende cosi “europeo” da far apparire la sua Venere sul dritto di una moneta da 10 centesimi di euro? Quello che possiamo dire con sicurezza è che Botticelli, più di qualsiasi altro Grande Maestro, ha ispirato e continua a ispirare l’arte moderna e contemporanea».
Questa è il leitmotiv di una mostra destinata a catturare le attenzioni del grande pubblico e che ci racconta per immagini non solo come i lavori del Maestro fiorentino siano stati d'ispirazione per l’Arte Moderna e Contemporanea ma anche come Sandro Botticelli sia diventato una vera e propria icona pop.
L'opera dell'artista fiorentino viene, quindi, presentata secondo un'angolatura che, senza trascurare gli aspetti di valutazione artistica e estetica, si focalizza soprattutto sulla sua influenza in campo letterario, teatrale, musicale e della cultura di massa.
L'esposizione propone, infatti, un viaggio a ritroso fino al 1445 partendo dalle forme attuali di ricezione, che investono non solo l'arte contemporanea ma anche altre dimensioni della cultura di massa - dalla musica alla moda sino alla pubblicità - ricostruendo il suggestivo percorso socio-culturale che determinò la riscoperta del pittore fiorentino, nel corso del XIX secolo e all'inizio del XX in Europa e negli Stati Uniti.
Il museo Gemäldegalerie, ad essere sinceri, vale già da solo un viaggio poiché al suo interno custodisce una delle raccolte più significative a livello mondiale, con opere di artisti europei dal XIII al XVIII secolo, quali Van Eyck, Rubens, Vermeer, Rembrandt, oltre agli italiani Raffaello, Lippi, Mantegna, Tiziano, Caravaggio, Antonello da Messina.
All'interno di questo meraviglioso spazio espositivo sono stati inserite centotrenta opere originali (di cui 40 del Maestro fiorentino, comprese alcune importanti e conosciute in ogni angolo del Mondo come la “Venere”, “Tondo Raczynski” e “L’altare Bardi”) di artisti come Edgar Degas, Edward Burne-Jones, Dante Gabriel Rossetti, René Magritte, Andy Warhol, Cindy Sherman e Bill Viola. Oltre a dipinti, la mostra presenta disegni, sculture, fotografie, video e oggetti di moda e design.
Tuttavia, a coloro che non potessero raggiungere la capitale tedesca viene offerta un'altra chance: nella primavera del prossimo anno, infatti, la mostra sarà trasferita al Victoria and Albert Museum di Londra.
The Botticelli Renaissance
Gemäldegalerie Kulturforum Matthäikirchplatz 4 - 10785 Berlino www.botticelli-renaissance.de
[gallery columns="2" ids="48051,48052,48053,48054"]Fino a lunedì 18 maggio, l'EXPO celebra i primi 100 anni dell'iconica bottiglietta Coca-Cola con la mostra “L’arte in Bottiglia” presso il padiglione Coca-Cola Verranno esposte opere uniche di maestri come Andy Warhol, Todd Ford, Luigi Bona e Giorgio Basso, al quale The Coca-Cola Company ha commissionato un’imponente opera dal titolo 'COKE IT'S ME', alta 1,75cm e realizzata in acciaio 100% riciclabile e lattine riciclate, per festeggiare la Contour Bottle.
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Dall'8 febbraio al 12 aprile presso VITRARIA Glass +A Museum una mostra imperdibile dedicata alla collezione di Diane Venet: l'Arte si trasforma in Gioiello.
Da Pablo Picasso a Jeff Koons, da Louise Bourgeois a Damien Hirst, da Lucio Fontana a Anish Kapoor. Sono solo alcuni degli oltre cento nomi dell’arte moderna e contemporanea riuniti assieme per svelare il proprio volto meno noto: quello di artisti di gioielli, le cui creazioni hanno la valenza di sorprendenti opere d’arte spesso sconosciute al grande pubblico.
Dopo aver fatto tappa a Roubaix, New York, Atene, Valencia, Miami e Seoul, la incredibile collezione raccolta negli anni da Diane Venet, collezionista parigina di origine e newyorchese d’adozione, moglie del noto artista Bernar Venet, arriva per la prima volta in Italia con "Precious - da Picasso a Jeff Koons". Centosessantuno gioielli, la collezione al completo, con alcune opere mai esposte prima, che raccontano un approccio all’arte differente da quello che siamo soliti osservare e trasformano il piano nobile del suggestivo e nuovissimo VITRARIA Glass +A Museum.
VITRARIA Glass +A Museum è il nuovo museo che ha aperto le porte a settembre 2014 nel cuore di Venezia, situato all'inizio del “museum mile” tra l’Accademia e le Zattere. Il museo ha un approccio interdisciplinare dove “Glass” esprime l’obiettivo tematico che pone al centro il vetro attraverso le contaminazioni di questo elemento con l’arte, il design, l’architettura, le nuove tecnologie, la moda… e “+A” enuncia l’aspirazione del museo ad allargare la propria ricerca molto oltre, permettendosi un’area di libertà espositiva e proponendosi come piattaforma di incontro e scambio per artisti, designer, industria creativa. "Precious" rientra dunque proprio nella vocazione “+A” di VITRARIA, che esprime già con questa sua seconda mostra la propria libertà di esplorare l’“Altro”, investigando, in questo caso, un’altra arte applicata come l’oreficeria, così affine all'arte vetraria. Gioielli che sono opere d’arte a tutti gli effetti, perché firmati dai più grandi artisti contemporanei, spesso pezzi unici, talvolta edizioni limitatissime che rimangono nei tratti distintivi inequivocabili e riconducibili alla cifra stilistica di ciascun “maestro”. "Precious" ci farà scoprire da un punto di vista inedito il percorso di molti degli artisti più noti al mondo dalla seconda metà del XX secolo a oggi. Ogni gioiello, concepito come opera d’arte da indossare, racchiude in sé una storia ed è stato realizzato dall'artista con una particolare persona in mente: è forse proprio questo aspetto “intimo” a renderlo ancora più affascinante.
Il doppio significato di questa mostra inizia proprio dal suo titolo: "Precious" non solo perché si fa riferimento a oggetti d’arte rarissimi e preziosi, ma anche ad opere che custodiscono un contenuto simbolico e personale forte, spesso all'origine della creazione, basti pensare ai ciottoli raccolti sulla spiaggia da Picasso e poi dipinti per Dora Maar, o ai pezzi di osso sui cui incise il ritratto di Marie-Thérèse.
È la stessa Diane Venet a raccontare che la sua collezione nacque il giorno in cui suo marito, l’artista francese Bernar Venet, le strinse attorno all'anulare sinistro un sottile bastoncino d’argento come anello di nozze, a cui sono seguiti spille e bracciali, ognuno corrispondente ad un nuovo concetto nella sua attività artistica. La collezione è cresciuta nel tempo, chiamando a raccolta amici ed artisti quali César, che ha compresso braccialetti e ciondoli della famiglia Venet per dargli nuova vita, o Chamberlain, che ha donato a Diane il suo primissimo gioiello, una spilla in alluminio accartocciato e verniciato. A volte gli artisti hanno rifiutato la richiesta, per cimentarsi nella sfida solo in un secondo momento, come nel caso di Frank Stella, tentati dallo sperimentare il proprio linguaggio su una scala diversa e con vincoli differenti. Molti gioielli sono arrivati dopo indagini, incontri, viaggi intrapresi per rintracciare pezzi rari. Tutti sono il risultato di un intreccio tra storie di vita e storia dell’arte.
Artisti in mostra:
Afro, Karel Appel, Ron Arad, Arman, Jean Arp, Kader Attia, Gijs Bakker, Giacomo Balla, Miquel Barceló, Laurent Baude, Bill Beckley, Lynda Benglis, Pierrette Bloch, Delphine Boël, Louise Bourgeois, Georges Braque, Pol Bury, Alexander Calder, Faust Cardinali, Sir Anthony Caro, Enrico Castellani, César, John Chamberlain, Dinos Chapman, Miguel Chevalier, Nisa Chevènement, Sandro Chia, Jean Cocteau, Corneille, Costas Coulentianos, Carlos Cruz Diez, Annabelle d'Huart, Salvador Dalí, Lucio Del Pezzo, Niki de Saint Phalle, Wim Delvoye, André Derain, Nathalia Edenmont, Max Ernst, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Antony Gormley, Alberto Guzman, Raymond Hains, Keith Haring, Damien Hirst, Gottfried Honegger, Rebecca Horn, Robert Indiana, Anish Kapoor, Avish Khebrehzadeh, Jeff Koons, Gyula Kosice, Jannis Kounellis, Yayoi Kusama, Hubert Le Gall, Fernand Léger, Julio Le Parc, Claude Lévêque, Roy Lichtenstein, Jacques Lipchitz, Jason Martin, Fausto Melotti, Miltos Michaelidis, François Morellet, Forrest Myers, Brigitte Nahon, Lowell Nesbitt, Louise Nevelson, Tim Noble & Sue Webster, Michelle Oka Doner, Yoko Ono, Meret Oppenheim, Orlan, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Grayson Perry, Pablo Picasso, Jaume Plensa, Fabrizio Plessi, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Marc Quinn, Robert Rauschenberg, Man Ray, Pablo Reinoso, George Rickey, Ugo Rondinone, Mimmo Rotella, Kenny Scharf, Gino Severini, Santiago Sierra, Jesús Rafael Soto, Daniel Spoerri, Frank Stella, Vassilakis Takis, Dorothea Tanning, Nakis Tastsioglou, Barthélémy Toguo, Luis Tomasello,Tunga, Günther Uecker, Lee Ufan, DeWain Valentine, Victor Vasarely, Bernar Venet, Jacques Villeglé, Andy Warhol, Lawrence Weiner, Tapio Wirkkala, Bill Woodrow, Erwin Wurm, Kimiko Yoshida
Diane Venet Nata a Parigi da una famiglia di collezionisti, negli Anni ’80 si è trasferita a New York col marito, lo scultore Bernar Venet, lavorando assieme a lui per l’ideazione e organizzazione di mostre in tutto il mondo. Come collezionista d’arte e di gioielli d’artista è riuscita a definire importanti prestiti e creazioni che l’hanno condotta alla curatela dell’acclamata mostra Bijoux Sculptures al Musée La Piscine di Roubaix. Il successo di quella mostra, poi intitolata From Picasso to Koons: Jewelry by Artists, ha generato ulteriori e importanti capitoli espositivi: nel 2011 è stata ospitata al MAD di New York, nel 2012 al Benaki Museum di Atene e all’Istituto IVAM di Valencia, nel 2013 al Bass Museum di Miami e nella importante sede di Hangaram Design Museum di Seoul. Madame Venet collabora da sempre con importanti collezionisti e mercanti d’arte quali Pierre-Alain Challier, Elisabetta Cipriani, Esther De Beauce, Louisa Guinness, Martine e Didier Haspeslagh, Diana Küppers, GianCarlo Montebello, Marina Ruggieri. Per la prima volta a Venezia grazie a VITRARIA viene esposta la sua collezione integrale. Ulteriori informazioni su www.dianevenet.com
VITRARIA GLASS +A MUSEUM La sede permanente di Palazzo Barbarigo Nani Mocenigo, già dimora del doge Agostino Barbarigo e antico “museo” della collezione archeologica della famiglia Nani dona nuovamente luce all'identità tracciata in filigrana in un luogo dove la cultura possa intraprendere percorsi nuovi per generare un processo di ricerca attraverso il quale stabilire relazioni e possibilità ancora inesplorate. Alcuni cenni storici: il palazzo è stato costruito a partire dalla seconda metà del XV secolo dal Doge Agostino Barbarigo, che lo lasciò in eredità alle due figlie a condizione che si dividessero il palazzo in due appartamenti: questo pare essere il motivo per il quale il palazzo è dotato di due “piani nobili”. Il ramo della famiglia Barbarigo si è poi estinto e le figlie si sono sposate con discendenti della famiglia Nani. Il palazzo poi è stato della famiglia Nani per 500 anni fino a che una discendente si sposò con la famiglia Mocenigo nell'Ottocento prendendone il cognome. Ulteriori informazioni su www.vitraria.com
8 febbraio al 12 aprile
PRECIOUS da Picasso a Jeff Koons
A cura di Diane Venet e Ewald Stastny
VITRARIA Glass +A Museum Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960, Venezia
Biglietto di ingresso: Intero 8€ Ridotto 7€
Orari e giorni di apertura: Martedì - domenica: 10 - 13 / 14 - 17 Sabato anche 19 - 23 Lunedì chiuso
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Il Teatro Elfo Puccini si propone sempre di più come teatro di avanguardia e proiettato verso il futuro: questo è il succo dell’incontro rivolto alla stampa,avvenuto il 5 giugno, presso la Sala Shakespeare.
La conferenza ha visto la partecipazione di Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Fiorenzo Grassi e l’Assessore alla Cultura di Milano Filippo del Corno, nonché di numerosi attori che hanno recitato brani tratti dalle opere prossimamente in cartellone.
La stagione teatrale 2013/2014, rappresentata graficamente da un astronauta in esplorazione, vuole tracciare un percorso da seguire, senza tuttavia suggerire allo spettatore la direzione. Ogni titolo racconta una storia, ogni personaggio apre un mondo fatto di odio, amore, paura, speranza, disillusione, fiducia.
Si parte il 18 ottobre con una novità: la pièce Frost/Nixon di Peter Morgan, già film di successo, portata in scena da Bruni e Capitani, che si propone come riflessione sul potere e sull’autorità; seguono La mia vita era un fucile carico (22 ottobre-3 novembre), spettacolo di Elena Russo Arman e ispirato alla vita della poetessa statunitense Emily Dickinson, Morte di un commesso viaggiatore (10 gennaio-2 febbraio ) di Arthur Miller, affresco degli Stati Uniti del XX secolo, Discesa di Orfeo (28 aprile-18 maggio) di Tennessee Williams e Per favore niente eroi (4-9 marzo), ciclo di racconti di Raymond Carver.
Il già nutrito cartellone dell’Elfo Puccini è poi arricchito da una serie di classici rivisitati in chiave contemporanea, tra cui: La leggenda del grande inquisitore (5-18 maggio) con Umberto Orsini, il goldoniano Il servitore di due padroni (18-30 marzo) con Antonio Natella, Aspettando Godot (11-17 novembre) con Natalino Balasso e Giocando con Orlando (4-9 febbraio) con Stefano Accorsi.
Il filo conduttore dell’intera rassegna sono dunque gli Stati Uniti, terra di grandi contrasti e grandi speranze, come è stato sottolineato dall’Assessore Del Corno, che ha annunciato l’inaugurazione di “Autunno Americano”, un ciclo di mostre, iniziative e appuntamenti culturali costruito attorno alle due grandi retrospettive su Jackson Pollock e Andy Warhol.
Altri titoli da segnalare sono quelli proposti dall’Accademia degli artefatti, fortemente sperimentali e moderni (27 novembre-8 dicembre):Taking care of baby di Dennis Kelly con Isabella Ragonese, Lo show dei tuoi sogni di Tiziano Scarpa con i musicisti dei Marlene Kuntz e Sangue sul collo del gatto di Fassbinder.
Non manca infine un nutrito gruppo di attrici donne, a dare voce all’altra metà del cielo: Silvia Gallerano in La Merda-decalogo del disgusto #1 (12-17 novembre)), Giuliana Musso in La fabbrica dei preti (14-19 gennaio), Tanti Saluti (21-23 gennaio) e Sexmachine (24-26 gennaio), Ida Marinelli , Patricia Savastano e Cristina Crippa in Cassandra (5-23 marzo) e Lola che dilati la camicia (3-21 giugno).
Per maggiori informazioni:
http://www.elfo.org/index.html
Inaugurata ieri, una nuova mostra rende omaggio all'eclettica produzione di Andy Warhol, indiscusso capostipite della Pop Art, ponendosi come evento di rilievo per far conoscere artisti chiave dell'arte contemporanea internazionale e per celebrare l'estro dell'artista newyorkese.
Ad affiancare l'esposizione attualmente in corso al Museo del Novecento, troviamo quindi quella allestita all'IFD Gallery Research, curata da Gianluca Ranzi, con il supporto del famoso critico Achille Bonito Oliva, che ospiterà sino all'11 giugno una decina di creazioni firmate dall'artista.
Opere su carta, una tela, 3 stampe su t-shirt permettono di comprendere l'originale e differente approccio dell'autore americano ai diversi materiali di cui si serviva.
Un esempio è la mucca tratta dalla serie di serigrafie Cow (1971), usata da Warhol come carta da parati in moltissime delle sue mostre.
Completano il percorso le istantanee di Fabrizio Garghetti, unico fotografo ufficiale della personale che l'artista allestì nel 1987 presso il Palazzo delle Stelline.
IFD Gallery Research
via Marco Polo, 4
Milano
Dal 5 aprile all'8 settembre 2013 il Museo del Novecento di Milano ospiterà Andy Warhol's Stardust, una mostra precedentemente allestita nella Dulwich Picture Gallery di Londra, che offrirà al pubblico un'esposizione di stampe relative ai più celebri nuclei e soggetti dell'artista Pop statunitense, risalenti al periodo compreso tra gli anni 60 e 80 del secolo scorso.
Dalle celebri lattine di zuppa Campell's a Flowers, il percorso si concentra sulla produzione seriale realizzata alla mitica Factory e si propone come un'occasione preziosa per riscoprire le tappe salienti della creazione di Warhol lungo tutto il secondo dopoguerra.
La polvere di stelle evocata dal titolo non si riferisce unicamente alla polvere di diamante utilizzata in molte stampe, ma è la capacità di Warhol di creare icone scintillanti e immortali.
Da Muhammad Alì, a Marilyn Monroe, alle copertine di “Interview”, «i suoi ritratti non sono documenti del presente quanto icone in attesa di futuro», come ha scritto David Bourdon nel 1975.
I volti e i nomi che Warhol rappresenta, esposti in mostra, non appartengono solo a persone: nel ventaglio dei suoi soggetti compaiono anche personaggi mitici - Myths -, eroi dei fumetti e dei cartoni animati per i quali la tecnica, il formato, il taglio dell’immagine e la tavolozza sono i medesimi utilizzati per le persone reali.
Il metodo è lo stesso: una visione orizzontale che non percepisce differenze di trattamento: l’approccio di Warhol uniforma e ridistribuisce i pesi, perché fermarsi alla superficie rende tutti sufficientemente attraenti e, soprattutto, importanti allo stesso modo.
Info su costi e orari:
Lunedì: dalle 14.30 alle 19.30
Da martedì a domenica: dalle 9.30 alle 19.30
Giovedì e sabato: fino alle 22.30
Ingresso: 5 Euro
Andy Warhol's Stardust
Museo del Novecento
Piazza del Duomo, Milano
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