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Dal 7 al 26 gennaio 2016, presso lo Spazio Oberdan, la Fondazione Cineteca Italiana propone una rassegna dedicata a Michelangelo Antonioni e Marco Ferreri, due dei più grandi registi della storia del cinema e autentici innovatori del linguaggio filmico.
Fin dal suo esordio (Cronaca di un amore, 1950), il ferrarese Michelangelo Antonioni ha saputo rinnovare l’estetica neorealista, per poi inserirsi, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, con stile assolutamente personale, nella grande onda di sperimentazione linguistica che vide coinvolte varie cinematografie europee. Quello di Antonioni possiamo definirlo un cinema del “vuoto”: il vuoto interiore dei protagonisti (spesso afasici nei gesti e nelle parole, come ammutoliti, sopraffatti), i vuoti nella struttura drammatica (i celebri “tempi morti” che regolarmente interrompono e dilatano la progressione narrativa attraverso lunghe inquadrature o intere sequenze in cui l’azione è rarefatta fino a scomparire) e il vuoto degli spazi, quando lo sguardo del regista indugia su luoghi, paesaggi, edifici, periferie che si ergono a protagonisti della visione.
Altrettanto rivoluzionario è stato il milanese Marco Ferreri, ma in modo diverso. Anche le sue opere sono profonde e caustiche analisi socio-antropologiche sulla condizione esistenziale dell’individuo moderno, sulla sua alienazione prodotta da un sistema consumistico che ne azzera progressivamente l’umanità, ma lo stile è qui più provocatorio, venato di humor nerissimo, vicino alla lezione del surrealismo storico (si pensa a Buñuel) nella costruzione di universi di kafkiana incomprensibilità. Segnaliamo che fra i film di Ferreri in programma, proponiamo in più passaggi, grazie alla collaborazione della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca nazionale, un’opera rarissima: quel Break-Up – L’uomo dei palloni che il regista realizzò nel 1968 a partire da un corto inserito nel 1965 nel film collettivo Oggi, domani e dopodomani e che già all’epoca ebbe una distribuzione assai sporadica per poi essere praticamente dimenticato.
CALENDARIO
Break-Up - L’uomo dei palloni R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, Rafael Azcona. Int.: Marcello Mastroianni, Catherine Spaak, William Berger, Ugo Tognazzi, Marco Ferreri. Italia/Francia, 1968, 86’. In proiezione: Mercoledì 13 gennaio h 21.15 / Sabato 16 gennaio h 15 / Domenica 17 gennaio h 21 / Giovedì 21 gennaio h 19
La cagna R.: M. Ferreri. Sc.: Ennio Flaiano, Jean-Claude Carrière, M. Ferreri. Int.: Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Corinne Marchand. Italia/Francia, 1972, 100’. In proiezione: Giovedì 7 gennaio h 17 / Sabato 23 gennaio h 15
Dillinger è morto R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, Sergio Bazzini, da un’idea di Rafael Azcona. Int.: Michel Piccoli, Anita Pallenberg, Annie Girardot, Gino Lavagetto, Carla Petrillo, Carol André, Adriano Aprà. Italia, 1969, col., 95’. In proiezione: Domenica 10 gennaio h 21 / Venerdì 22 gennaio h 17
La donna scimmia R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, R. Azcona. Int.: Ugo Tognazzi, Annie Girardot. Italia/Francia, 1964, b/n, 90’. In proiezione: Sabato 9 gennaio h 16.45
La grande abbuffata R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, R. Azcona. Int.: Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andrea Ferréol. Italia/Fr., 1973, col., 123’. In proiezione: Lunedì 25 gennaio h 21
Marcia nuziale R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, Rafael Azcona, Diego Fabbri. Int.: Ugo Tognazzi, Catherine Faillot, Gaia Germani, Tecla Scarano, Alexandra Stewart, Gianni Bonagura. Italia/Francia, 1965-‘66, 83’. In proiezione: Venerdì 15 gennaio h 17
Una storia moderna - L’ape regina R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, Rafael Azcona, da un’idea di Goffredo Parise (l’atto unico La moglie a cavallo). Int.: Ugo Tognazzi, Marina Vlady, W. Giller, L. Sini, Riccardo Fellini, G. Polidoro. Italia/Francia, 1962, b/n, 91’. In proiezione: Lunedì 11 gennaio h 19
Storie di ordinaria follia R.: M. Ferreri. Sc.: M. Ferreri, Sergio Amidei, dall’omonimo libro di racconti di Charles Bukowski. Int.: Ben Gazzara, Ornella Muti, Tanya Lopert, Susan Tyrrell, Katya Berger, Carlo Monni. Italia/Francia, 1981, 101’. In proiezione Lunedì 11 gennaio h 19
Le amiche R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Suso Cecchi D’Amico, Alba De Cespedes, dal racconto Tra donne sole (in La bella estate) di Cesare Pavese. Int.: Valentina Cortese, Eleonora Rossi Drago, Madeleine Fischer, Yvonne Forneaux, Gabriele Ferzetti, Franco Fabrizi. Italia, 1955, b/n, 90’. In proiezione: Venerdì 8 gennaio h 17
L’avventura R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Elio Bartolini, Tonino Guerra. Int.: Monica Vitti, Gabriele Ferzetti, Lea Massari, Dominique Blanchard, Lelio Luttazzi. Italia/Fr., 1959, b/n, 140’. In proiezione: Giovedì 7 gennaio h 21 / Martedì 19 gennaio h 17
Blow-Up R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Tonino Guerra (con la collaborazione di Edward Bond), dal racconto di Julio Cortàzar La bava del diavolo. Int.: David Hemmings, Vanessa Redgrave, Sarah Miles, Peter Bowles, Verushka. Italia/GB, 1966, col., 110’. In proiezione: Domenica 17 gennaio h 14.45 / Martedì 26 gennaio h 18.45
Cronaca di un amore R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Daniele D’Anza, Silvio Giovaninetti, Francesco Maselli, Piero Tellini. Int.: Lucia Bosé, Massimo Girotti, Ferdinando Sarmi, Gino Rossi. Italia, 1950, b/n, 110’. In proiezione: Mercoledì 13 gennaio h 16.45
Il deserto rosso R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Tonino Guerra. Int.: Monica Vitti, Richard Harris, Carlo Chionetti, Xenia Valderi, Aldo Grotti. Italia/Fr., 1964, col., 120’. In proiezione: Domenica 24 gennaio h 14.45
L’eclisse R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Tonino Guerra, con la collaborazione di Elio Bartolini e Ottiero Ottieri. Int.: Alain Delon, Monica Vitti, Francisco Rabal, Lilla Brignone. Italia/Fr., 1962, b/n, 125’. In proiezione: Domenica 10 gennaio h 14.30
Il grido R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Elio Bartolini, Ennio De Concini. Int.: Steve Cochran, Alida Valli, Dorian Gray, Betsy Blair, Lyn Shaw. Italia, 1956, 102’. In proiezione: Lunedì 11 gennaio h 17 / Martedì 26 gennaio h 16.45
La notte R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Ennio Flaiano, Tonino Guerra. Int: Jeanne Moreau, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Bernhard Vicki. Italia/Fr., 1961, 122’. In proiezione: Sabato 9 gennaio h 18.30 / Giovedì 14 gennaio h 16.45
Professione reporter R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Mark People, Peter Wallen. Int.: Jack Nicholson, Maria Schneider, Jenny Runacre, Ian Hendry . Italia/Fr./Sp., 1975, col., 124’. In proiezione: Sabato 23 gennaio h 21.15 / Lunedì 25 gennaio h 16.45
Zabriskie Point R.: M. Antonioni. Sc.: M. Antonioni, Tonino Guerra, Fred Gardner, Sam Shepard, Clare People. Mont.: M. Antonioni, con la collaborazione di Franco (Kim) Arcalli. Int.: Mark Frechette, Daria Halprin, Rod Taylor, Harrison Ford. Italia/USA, 1970, col., 110’. In proiezione: Martedì 12 gennaio h 18.45 / Domenica 24 gennaio h 21
MODALITÀ D’INGRESSO:
Biglietto d’ingresso intero: € 7,00 Biglietto d’ingresso ridotto con Cinetessera: € 5,50 Cinetessera annuale: € 6,00, valida anche per le proiezioni all’ Area Metropolis 2.0 – Paderno Dugnano. I biglietti possono essere acquistati in prevendita alla cassa di Spazio Oberdan da una settimana prima dell’evento nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria.
Sopravvivere al pranzo di Natale non è un’impresa semplice. Ecco qualche consiglio cinematografico da degustare tra una portata e l’altra, in grado di mettere a tacere discussioni e, magari, anche il chiasso dei più piccoli. Nell’attesa dell’arrivo di amici e parenti, mentre l’ansia da prestazione sale, è consigliabile la visione di Pranzo di Natale di Danièle Thompson, ovvero, l’occasione migliore per litigare. Il film narra la storia di tre sorelle che approfittano della festività per stare insieme dopo tanto tempo ma, già durante la preparazione delle pietanze, l’armonia lascia il posto ad antichi dissapori sviscerando un’ironica riflessione sulle choses de la vie.
Per superare le controversie bisogna essere camaleontici ce lo insegna Ogni maledetto Natale, da vedere preferibilmente tra gli antipasti e la prima portata. Questa commedia surreale e satirica, scritta e diretta dai creatori di Boris, narra la storia di Massimo e Giulia che, fidanzati da pochissimo, si dividono tra parenti e suoceri. Ma la vera sorpresa in quello che sembra essere il più classico dei Xmas Movie, si rivela nella seconda parte del film. Qui lo spettatore scopre che gli attori che interpretano i parenti di Massimo sono gli stessi che hanno interpretato quelli di Giulia, solamente vestiti di panni letteralmente diversi. In fondo bisogna ammettere che è la famiglia, di qualsiasi estrazione sociale e provenienza geografica essa sia, l’elemento che più terrorizza le giovani coppie nel giorno di Natale.
Tra il proverbiale riposino tra primo e secondo poi, c’è sempre qualcuno che comincia a sentire gli effetti del vino e si ritrova a filosofeggiare sull’attualità. A questo punto, l’unico modo per mettere a tacere le polemiche è sintonizzare la TV su Il Pranzo di Natale, un reportage nato dal basso che mixa linguaggi diversi, da immagini amatoriali a video realizzati da professionisti. A tirare le fila di questo film-partecipato da 50 minuti, Piera Degli Esposti. L’attrice teatrale osservando il Natale italiano del 2011 cerca di scavare nel presente sospeso di un Paese che annaspa alla ricerca di una nuova direzione.
Per il dolce rinunciate pure alle pellicole d’autore! A Natale anche per i cinefili più accaniti arriva il momento di essere meno critici e concedere ad amici e parenti un buon cine-panettone. Solo tra un ammazza caffè e l’altro, quando ormai gran parte della ciurma avrà battuto in ritirata, per i sopravvissuti, si consiglia un enorme salto indietro nel tempo fino al 1946, anno in cui Frank Capra debuttò con “
- Serena Savardi -
UGO, NESSUNO E CENTOMILA è la cine-rassegna, organizzata da Fondazione Cineteca Italiana, dedicata a Ugo Tognazzi, che si terrà dall’8 al 31 dicembre 2015 al MIC – Museo Interattivo del Cinema.
Così come rimanda il titolo dell’evento, Tognazzi era sia attore di cinema, personaggio televisivo a fianco di Raimondo Vianello, ma anche grande attore teatrale che, nel corso della sua carriera, ha interpretato “centomila” ruoli differenti, rappresentando tutte le sfumature che sono intercorse nel passaggio dal Neorealismo cinematografico alla Commedia all’italiana. Ugo fu abile interprete, in chiave comica, di vizi e virtù della società a lui contemporanea; il suo volto, dai lineamenti contadineschi e contemporaneamente borghesi, rispecchiava perfettamente quell’intera generazione di uomini, tipicamente delle province settentrionali, “fatti da sé”, i “self-made men” del boom economico.
La rassegna si aprirà martedì (8/12) alle ore 15.00 con “Il fischio al naso” (1967), sceneggiatura importante sia per la sua carriera, che con questo film si apre anche alla regia, sia per il peso del contenuto, tratto dal celebre racconto “Sette piani” di Dino Buzzati: l’inquietudine del malato terminale viene rivisitata in chiave comica, con un risultato allo stesso tempo riflessivo ed esilarante.
La programmazione risulta ricca di capolavori di importanti registi del panorama italiano del tempo, che portano la firma interpretativa dell’attore, tra i quali: “Il vizietto” (1978), commedia scritta e originariamente interpretata da Jean Poiret, “La grande abbuffata” (1973), con l’altrettanto celebre Marcello Mastroianni, la commedia nazional-popolare di Monicelli, “Romanzo popolare” (1974), e l’intramontabile secondo atto di “Amici miei” (1982), manifesto di un’intera generazione. Un continuo salto avanti e indietro nel tempo per rivivere le grandi interpretazioni del comico, tra le quali, secondo la critica, la migliore si può trovare in “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli valse la Palma d’oro per la miglior interpretazione al Festival di Cannes.
Un uomo dal rapporto con il pubblico senza mezzi termini, non rimaneva indifferente, poteva solo essere amato o odiato, ma senza dubbio, anche tra chi non lo apprezzava, Ugo Tognazzi ha lasciato un segno indelebile, quello di un comico, interprete della sua epoca, che con ironia rifletteva, senza troppi mezzi termini, sulla complessità della vita stessa.
UGO, NESSUNO E CENTOMILA Dall’8 al 31 dicembre 2015 MIC – Museo Interattivo del Cinema
INFO: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.cinetecamilano.it Telefono 02 87242114
Biglietto d’ingresso intero: € 5,50 Biglietto ridotto: € 4,00 Biglietto d’ingresso adulto + bambino: € 6,00
Martedì 8 dicembre h 15.00 Il fischio al naso (Ugo Tognazzi, Italia, 1967, 113’ con Ugo Tognazzi e Tina Louise) h 17.00 Venga a prendere il caffè da noi (Alberto Lattuada, Italia, 1970, 113’ con Ugo Tognazzi e Milena Vukotic)
Mercoledì 9 dicembre h 15.00 Il vizietto (Edouard Molinaro, Fr./Ita., 1978, 103’ con Ugo Tognazzi e Michel Serrault) h 17.00 La stanza del vescovo (Dino Risi, Italia, 1977, 110’ con Ugo Tognazzi e Ornella Muti)
Venerdì 11 dicembre h 15.00 La donna scimmia (Marco Ferreri, Ita./Fr., 1964, b/n, 90’ con Ugo Tognazzi e Annie Girardot) h 17.00 Il federale (Luciano Salce, Italia, 1961, b/n, 100’ con Ugo Tognazzi, Gianni Agus) h 19.00 Una storia moderna-L’ape regina (Marco Ferreri, Ita./Fr., 1963, b/n, 91’ con Ugo Tognazzi e Marina Vlady)
Sabato 12 dicembre h 16.00 Io la conoscevo bene (Antonio Pietrangeli, Ita./Fr./RFT, 1965, b/n, 109’ con Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli) h 18.00 La tragedia di un uomo ridicolo (Bernardo Bertolucci, Italia, 1981, 110’ con Ugo Tognazzi e Anouk Aimée)
Domenica 13 dicembre h 17.00 Nell’anno del signore (Luigi Magni, Italia, 1969, 117’ con Ugo Tognazzi e Nino Manfredi) h 19.15 L’udienza (Marco Ferreri, Italia, 1971, 112’ con Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale)
Martedì 15 dicembre h 15.00 Marcia Nuziale (Marco Ferreri, Italia, 1966, b/n, 80’ con Ugo Tognazzi e Gaia Germani) h 17.00 La grande abbuffata (Marco Ferreri, Ita./Fr., 1973, 123’ con Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni)
Mercoledì 16 dicembre h 17.00 Romanzo popolare (Mario Monicelli, Italia, 1974, 102’ con Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Michele Placido)
Giovedì 17 dicembre h 15.00 Il maestro e Margherita (Aleksandar Petrović , Italia/Jug., 1972, 100’ con Ugo Tognazzi, Mismy Farmer) h 17.00 La vita agra (Carlo Lizzani, Ita./Fr., 1963, b/n, 100’ con Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli)
Venerdì 18 dicembre h 15.00 Una storia moderna-L’ape regina (Marco Ferreri, Ita./Fr., 1963, b/n, 91’ con Ugo Tognazzi e Marina Vlady) h 17.00 La donna scimmia (Marco Ferreri, Ita./Fr., 1964, b/n, 90’ con Ugo Tognazzi e Annie Girardot) h 19.00 La stanza del vescovo (Dino Risi, Italia, 1977, 110’ con Ugo Tognazzi e Ornella Muti)
Sabato 19 dicembre h 18.00 Amici miei atto II (Mario Monicelli, Italia, 1982, 129’ con Ugo Tognazzi e Gastone Moschin)
Domenica 20 dicembre h 19.00 La grande abbuffata (Marco Ferreri, Ita./Fr., 1973, 123’ con Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni)
Martedì 29 dicembre h 17.00 Il federale (Luciano Salce, Italia, 1961, b/n, 100’ con Ugo Tognazzi, Gianni Agus)
Mercoledì 30 dicembre h 17.00 L’udienza (Marco Ferreri, Italia, 1971, 112’ con Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale)
Giovedì 31 dicembre h 17.00 Il fischio al naso (Ugo Tognazzi, Italia, 1967, 113’ con Ugo Tognazzi e Tina Louise)
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Mercoledì 21 ottobre alle ore 20:15 all’Anteo andrà in scena il primo film in versione restaurata del regista Marco Bellocchio: “I pugni in tasca”. Per l’occasione sarà presente in sala il noto critico cinematografico Maurizio Porro che intervisterà il regista.
Per chi non potesse essere presente, “I pugni in tasca” sarà in programmazione anche giovedì 22 ottobre all’Apollo spazioCinema alle 13:00; 17:50 e 20:00, oppure domenica 25 ottobre alle 11:00 all’Anteo.
In questo film, Marco Bellocchio racconta la storia di un tormentato “figlio di papà” che forte di un legame di estrema complicità che lo unisce alla sorella, decide di uccidere la madre paralitica e il fratello minorato. “I pugni in tasca” rappresenta per il regista un grido d’esordio contro i pilastri che da sempre cercano di sorreggere la borghesia taliana, come la famiglia e il cattolicesimo.
Marco Bellocchio mantiene durante tutta la pellicola una posizione di equilibrio fra adesione e distacco verso la follia e la razionalità di un protagonista inscenato con estrema modernità e forza.
Info: “I pugni in tasca” di Marco Bellocchio Prezzo: Intero 8€ - Ridotto 6€ (domenica mattina all’Anteo €5) Biglietti disponbili online su: www.spaziocinema.info
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In realtà il titolo avrebbe potuto essere anche storia di Cesare e Vittorio. Storia nel senso stretto del termine perché i due protagonisti vivono e percorrono una parabola di vita fatta di insuccessi e rivalse, di brutture e bellezze metropolitane e di angosce e passioni personali.
Il leit motiv attraverso tutta la pellicola rimane infatti il desiderio costante di essere cattivi per scelta degli altri e quindi di potersi alla fine salvare per volontà e mezzi propri.
Cosa si fa per tirarsi fuori da una periferia dimenticata e ridotta a brandelli dove per sopravvivere devo essere necessariamente cattivo e violento?
Devi amare la vita e cercare di afferrarla anche con azioni e pensieri non proprio deontologici.
Cesare e Vittorio ragazzi sbandati e di vita che ricordano i giovani pasoliniani del secolo scorso decido così a un certo punto di affrancarsi dal ruolo degli emarginati e degli extraterrestri e di decidere del proprio futuro da soli.
Si innamorano, si sposano e cercano di trovare sostegno e forza dalle rispettive compagne anche esse innamorate della vita e di un futuro migliore per tutti loro.
Il personaggio borderline è stato scelto dal regista perché per decenni lo stesso autore e cineasta è stato considerato un asociale, scontroso, fuori da ogni logica del cinema di botteghino e di festival e mostre internazionali.
Claudio Caligari è stato (culturalmente e artisticamente parlando) il personaggio che ha proposto e che ha fatto conoscere fin dal suo successo con un film difficile e cupo come l’odore della notte.
Ora che è scomparso prematuramente per una malattia, la sua pellicola postuma è stata scelta per rappresentare l’Italia agli Oscar americani.
Naturalmente chi ama il cinema veramente e lo stesso produttore del film, Valerio Mastrandrea, si augura che la scelta sia stata fatta per la qualità indubbia dell’opera.
Se così non fosse, c’è da augurarsi almeno che chi giudicherà la pellicola di Caligari abbia la consapevolezza che Non essere cattivo non è solo fiction, ottima fotografia filmica e riprese da grande produzione ma è il cinema italiano di alta fattura. Una vecchia scuola che reinterpretata in maniera moderna e con le tecniche più avanzate riesce comunque a fare dei sentimenti e delle emozioni il fulcro essenziale dell’arte cinematografica.
Non resta che aspettare quindi e sperare che la storia di Cesare e Vittorio tocchi le menti e i cuori degli spettatori e dei giurati internazionali, come sarebbe giusto che andasse.
Antonia del Sambro
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Dopo Mr & Mrs Smith, film che fece scoccare la scintilla, Brad Pitt e Angelina Jolie tornano insieme sul grande schermo, con una pellicola scritta, diretta e interpretata dalla stessa Angelina: By The Sea.
10 anni, un matrimonio e tanti figli insieme e i “Brangelina”, così la coppia è stata soprannominata dai fans, torna a collaborare insieme in questo film ambientato negli anni ’70, che vede protagonisti uno scrittore, Roland, e una ballerina, Vanessa, che cercano di salvare il loro matrimonio organizzando un viaggio in Europa.
Girato e ambientato a Malta, nelle isole Mgarr ix-Xini, By The Sea vede all’interno della crew organizzativa anche Jon Hutman, lo scenografo con il quale la Jolie aveva lavorato in Unbroken, suo terzo film da regista.
Il primo trailer è stato rilasciato lo scorso 6 agosto 2015 e l’uscita nelle sale è prevista in Italia il prossimo 12 novembre. Sarà un successo? Staremo a vedere.
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Aspettando l’uscita dell’ultimo capitolo della saga Hunger Games, la protagonista Jennifer Lawrence regala ai suoi fans una novità da prima pagina.
L’attrice, già vincitrice di un Oscar per "Un Gelido Inverno" nel 2011, sarà infatti il nuovo volto di Lady Dior, la linea di borse della nota casa di moda francese. Proprio come il suo alter ego Katniss Everdeen dei romanzi di Susan Collins, la Lawrence diventa testimonial di una campagna dedicata al grande pubblico, anche se in questo caso lo scopo non sarà quello di sconfiggere una dittatura, ma quello di essere la portavoce di migliaia di donne.
L’analogia è se non altro curiosa, soprattutto per i fan della saga che hanno già iniziato a guardare in rete i teaser del film, che uscirà nelle sale cinematografiche solo il prossimo novembre. Una bellezza acqua e sapone, dal trucco leggero ed elegante, che negli scatti di Dior sembra essere ancora più eterea.
La giovane attrice statunitense, si sa, ama vestire i panni dell’eroina, come dimostra il ruolo di Mystica, all’interno della saga X-Men che la portò alla fama internazionale. Questa volta però non ci saranno armature, né archi con frecce da scoccare, né tantomeno superpoteri, ma dovrà convincere e stupire tutti quanti con il suo unico asso nella manica: la sua semplicità.
Visti i precedenti volti della casa francese, la scelta di passare il testimone a questa “donna d’azione” ha lasciato perplessi molti amanti della storica eleganza di Marion Cotillard o della sofisticata raffinatezza di Mila Kunis. Eppure, come tutti noi abbiamo imparato a osservare, le sfide non spaventano di certo Jennifer Lawrence, che proprio come le sue protagoniste sul grande schermo, che abbiano o no i super poteri, riesce sempre a convincere con ogni sua interpretazione.
La grintosa Katniss Everdeen, la più misteriosa Mystica, la dolcissima Tyffany Maxwell, de “Il Lato Positivo” al fianco di Bradley Cooper, sono soltanto degli esempi di quello che una giovane donna come lei può raggiungere. Perché recitare non vuol dire fingere; recitare, come qualsiasi arte che si rispetti, è regalare un pezzetto della propria anima al pubblico, cambiare se stessi anche solo per un personaggio. Gli attori non interpretano qualcun altro, gli attori diventano qualcun altro.
Per questo quando vediamo il volto di Jennifer Lawrence firmato Dior, vedremo attraverso i suoi occhi ogni singola sfaccettatura di ogni sua singola interpretazione. Il suo carattere combattivo fuoriuscirà dallo sguardo etereo di quel cartellone pubblicitario, perchè un volto non è e non dev’essere soltanto un viso anonimo, come direbbe lo stesso Chrstian Dior: “il segreto della bellezza consiste nell’essere interessante, nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante”.
Adele Di Giovanni
[gallery type="rectangular" ids="45339,45340,45341,45342,45343,45344"]Dal 7 all’11 giugno 2015 presso Spazio Oberdan, Fondazione Cineteca Italiana ospita l’VIII EDIZIONE DEL NUOVO CINEMA ISRAELIANO.
NUOVO CINEMA ISRAELIANO è uno degli eventi cittadini che fanno da cornice all’esposizione universale 2015 e offre a una platea in cerca di novità le ultime proposte cinematografiche israeliane: film di qualità, ma non solo. A cura di Paola Mortara e Nanette Hayon.
Durante i cinque giorni di programmazione sono previsti incontri e presentazioni di libri: La dieta Kasher a cura di Rossella Tercatin e Svita di Luciano Bassani. Il popolo del libro diventa poi anche il popolo del libro digitale: dai rotoli ai file il passo è breve. Verrà, infatti, presentata la nuova casa editrice digitale Tiqqun - di letteratura esclusivamente ebraica ed israeliana - con le sue due proposte Ladri nella notte di Arthur Koestler e Life on Mars di Fiammetta Martegani.
Come di consueto, la rassegna filmica prevede lungometraggi, documentari e una sezione dedicata a percorsi ebraici familiari italiani.
Si apre con Life as a Rumor di Adi Arbel e Moish Goldberg, che narra la storia di Assi Dayan, figlio di Moshe Dayan, regista, attore e protagonista di vicende di ogni genere, scomparso di recente. Fra i lungometraggi, segnaliamo Bethlehem di Yuval Adler, storia di un ragazzo palestinese reclutato per collaborare con i servizi segreti israeliani. Sempre tra i lungometraggi, Big Bad Wolves di Aharon Keshales e Navot Papushado, un thriller dai toni un po’ pulp con protagonista un poliziotto in pensione che si fa giustizia da solo. The Good Son di Shirly Berkovitz, invece, affronta il difficile argomento dell’identità sessuale in toni delicati e intimi.
Ricordiamo ancora: Magic Man di Guy Nattiv e Erez Tadmor, la storia di un ebreo greco che torna a Salonicco e Santorini sulle tracce di colui che salvò il padre durante la Shoah; Next to Her di Asaf Korman, in cui si racconta la vicenda di Heli e della sorella Gaby, portatrice di handicap; Matzor di Gilberto Tofano, noto sceneggiatore italiano, bellissimo film realizzato in Israele nel 1969 e qui proposto anche perché segna il lancio del progetto di restauro di questa pellicola di altissimo valore. Matzor è la storia di Tamar, vedova di guerra, e del suo percorso per uscire dal dolore della perdita del marito.
Vengono poi presentati due episodi originali della serie televisiva israeliana Betipul di Hagai Levi, grande successo in Israele e adattata per la televisione in vari paesi, tra cui l’Italia, col titolo In Treatment, incentrata sugli incontri di uno psicologo con i suoi pazienti.
A conclusione, per la sezione dedicata alle vicende familiari nel nostro paese, tre pellicole da non perdere: il prezioso film di Claudio Della Seta, La memoria che ritorna girato negli anni Venti; un divertente cortometraggio, Felice nel Box, con attori che vi sorprenderanno, della giovane regista Ghila Valabrega, su un curioso ritrovamento; e infine The Tree of Life di Hava Volterra, il viaggio di un’arzilla ottantaduenne alla ricerca dei propri antenati ebrei.
Per consultare gli orari delle proiezioni, cliccare qui.
INFO:
Spazio Oberdan
via Vittorio Veneto 2 T 02.87242114 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.cinetecamilano.it
MODALITÀ D’INGRESSO:
Biglietto d’ingresso: intero € 7,00 Biglietto d’ingresso ridotto per possessori di Cinetessera o studenti universitari: € 5,50 Primo spettacolo pomeridiano (giorni feriali): intero € 5,50, ridotto € 3,50 Cinetessera annuale: € 6,00, valida anche per le proiezioni al MIC – Museo Interattivo del Cinema - e all’ Area Metropolis 2.0 – Paderno Dugnano.
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Fatemelo dire, è triste constatare che quando il cinema italiano ritorna alla propria origine e natura viene irrimediabilmente snobbato. Perché creare atmosfere e dialoghi sapienti fa incavolare i cineasti stranieri che non ci riescono, pertanto è più semplice premiare il caos e le battute scontate e sempliciotte, è più semplice dare rilevanza a La grande bellezza (il film più brutto mai visto a dar retta alla perduta e compianta Virna Lisi), alla sua denuncia sprezzante e irriverente della nostra capitale ma che è piaciuta così tanto, evidentemente, agli stranieri.
E così quando Sorrentino cerca di riscattarsi mettendo in scena, nel senso più letterale dell’arte visiva, una storia vera con dei personaggi che sono presentati soprattutto come persone, con dialoghi saggi e ben distribuiti e silenzi cinematografici altrettanto esplicativi allora non va bene e al diavolo il cast di eccezionali interpreti internazionali.
Fatemi dire anche che per fortuna il pubblico non si fa ingannare, che gli spettatori se il Cielo vuole sanno ancora scegliere con la loro testa e premiano Youth, La giovinezza facendole vincere la più importante e reale sfida del botteghino. La pellicola di Sorrentino sbanca nel primo fine settimana di uscita, quello cruciale per rientrare nei costi produttivi e se ne fa un baffo dei premi storici e blasonati. La giovinezza è peraltro un film crudele e romantico, riflessivo e di azione decisionale, fermo e liquido insieme.
Tutto gira attorno alla decisione dei due protagonisti, non più giovani e non più ambiziosi o arrivisti di completare il senso della loro vita assaporando il tempo e la possibilità data loro dall’età di scegliere. E lo fanno partendo dalla vacanza che scelgono, un centro benessere sulle Alpi svizzere. Chi ha letto e amato La montagna incantata non può non cogliere il sottile e magari involontario omaggio di Sorrentino a Mann.
Nel silenzio e nella sospensione dell’altezza e della location tra le montagne cominciano le riflessioni, ricomincia la vita e si risvegliano i sensi. Non per nulla l’icona su cui ruota tutto il film è la scena della giovane ragazza che entra nella stessa vasca idromassaggio dove si trovano i protagonisti. Un movimento di macchina perfetto in campo e controcampo che sospende il tempo e il linguaggio e spiega allo spettatore la filosofia del non ritorno nell’esistenza dell’essere umano. Primi piani e piani americani che traducono in immagine la struttura robusta e matura della sceneggiatura, anche questa di Sorrentino che finalmente fa pace con la sua parte di cineasta più puro e confeziona la migliore pellicola della sua vita.
Gli spettatori plaudono, gli estimatori del regista ritornano dopo la delusione della penultima pellicola e i francesi lo snobbano. Ma fatemelo dire, chi se ne importa.
Antonia del Sambro
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