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A partire da mercoledì 8 luglio fino al 29 agosto la Cattedrale della Fabbrica del Vapore di Milano ospita un evento artistico davvero unico ed originale: ALMA MATER in dialogo con IL TERZO PARADISO. La nuova imponente creazione multimediale di Yuval Avital che, insieme ad un'inedita versione de IL TERZO PARADISO di Michelangelo Pistoletto, creano un'opera di grande impatto e creatività, assolutamente imperdibile.

Una gigantesca installazione multimediale realizzata da Yuval Avital, artista e compositore conosciuto ed apprezzato a livello internazionale per le sue opere sonore di massa. ALMA MATER è un'opera ispirata alla figura della madre nutrice che, per l'occasione, crea un affascinante dialogo con la versione inedita del simbolo artistico di Michelangelo Pistoletto.

Un percorso interamente dedicato a donne e natura, simbolo di fecondità, nutrimento, eleganza e creazione, in cui i visitatori saranno accompagnati da ben 140 altoparlanti che emetteranno voci di nonne provenienti da tutto il mondo intrecciate a suoni viscerali della terra e meravigliose proiezioni che raffigurano Liliana Cosi e Carla Fracci, étoile d'eccezione.

Saranno proprio le figure femminili, quelle delle nonne, ad aprire le porte ad un meraviglioso viaggio verso le origini, lungo un infinito cordone ombelicale simbolicamente rappresentato da Il Terzo Paradiso, celebre opera di Pistoletto, che si snoda al centro dell'installazione in tre anelli contigui che rappresentano il forte legame tra passato, presente e futuro.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.magaglobalarts.com

Di seguito il link per acquistare Biglietti online 

INFO:

ALMA MATER in dialogo con IL TERZO PARADISO

Cattedrale della Fabbrica del Vapore - via Giulio Cesare Procaccini, 4 - 20154 Milano

da mer. 08 luglio a sab. 29 agosto dalle ore 10:00 alle 20:00 / martedì fino alle ore 22.00

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Nelle loro meravigliose confezioni, questi mélange offrono un delizioso momento di benessereper prendersi cura di se. Il regalo perfetto per dimostrare a qualcuno che lo amate.

Per questo Saint-Valentin, scegliete Løv!

 

Tè verde alla Rosa

Questo mélange è elaborato su una base di tè verde a foglie intere e petali di rosa. Fiorito e delicato, è ideale per l’afternoon tea.

Ingredienti:Tè verde, petali di rosa*, aroma naturale di rosa

 

Rooibos alla Rosa

Molto popolare nell’Africa del Sud, suo paese d’origine, il Rooibos è una bevanda dal gusto dolce e rotondo, naturalmente senza caffeina, è riconosciuto per le sue proprietà rilassanti. Profumato alla rosa, questo mélange esalta un’ aroma inebriante. Perfetto per l’afternoon tea.

Ingredienti: Rooibos*, aroma naturale di rosa

 

Tiglio-Rosa

Questa infusione inedita unisce la dolcezza delle foglie e dei fiori di tiglio ad un delicato profumo di rosa con una punta di lavanda. Perfetto per il pomeriggio come raffinato momento di puro piacere.

Ingredienti:Morceaux de pommes, tilleul,lavande, aroma naturale di rosa

 

Packaging : Boite in metallo da 100g: 13.20€ / Confezione da 20 sachets : 11.10€

Preparazione : Temperatura Té verdi : 75°C – Tempi di infusione: 3 minuti

Temperatura Infusi: 90°C - Tempi di infusione: 4-5 minuti

 

Punti Vendita : Boutique Løv Organic – Via Victor Hugo 3, 20121 Milano

Food Market- 7^ piano LaRinascente Duomo, Milano

Boutique Løv Organic - 15, rue Montorgueil - 75001 Paris

 

Vendita On-Line : www.lov-organic.com

Les produits Løv Organic sont certifiés bio par Ecocert et ne contiennent que des arômes naturels.

L’esplorazione del nudo rimane uno degli argomenti preferiti per filosofi, artisti e soprattutto fotografi. Nel panorama delle personalità di spicco in questa disciplina emerge il finnico-statunitense Arno Rafael Minkkinen, nato a Helsinki nel 1945 ed emigrato in USA all’età di sei anni. Dopo la laurea in Letteratura Inglese inizia a scattare degli autoritratti intorno al 1971 durante uno stage in una agenzia pubblicitaria di New York. Nel 1974 ottiene il master in fotografia e da quel momento diventa insegnante di arte, design e fotografia senza mai abbandonare la sua vera ossessione: lo studio del corpo umano unito alla natura, il rapporto misterioso e affascinante tra la figura dell’uomo in relazione al “landscape”, il paesaggio naturale. Il corpo inteso come protagonista, centro nevralgico del palco dell’esistenza, sapientemente studiato e messo in scena per creare composizioni visive dove la ricerca formale, la scomposizione della luce e il paesaggio concorrono a creare un unico grande elemento: lo scatto fotografico. Come ogni grande artista Arno Rafael Minkkinen elabora la sua tecnica e sceglie il suo tratto distintivo: è il bianco e nero per ogni sua immagine. Foglie, alberi, erba, fiumi e laghi si fondono in un panismo primordiale con il corpo, quasi sempre maschile, per dar vita ad un unico respiro: con il battito del cuore dell’uomo la natura vive e si anima, facendo sentire talvolta la sua potenza, talvolta la sua grazia e delicatezza, talvolta con il fragore di una cascata, talvolta col cadere di un petalo di ortensia. Il chiaroscuro spesso valorizza i soggetti, sia umani che naturali, lo stesso Minkkinen è spesso protagonista delle sue fotografie.

Per avere più notizie di questo artista è possibile trovare nelle librerie uno dei suoi scritti più famosi : “Body land: body land” del 1999 edito da Smithsonian Books, oppure “Balanced equation” del 2011, edito da Lodima Press.

08 SETTEMBRE – 02 OTTOBRE 2013

Inaugurazione DOMENICA 8 SETTEMBRE ore 20,00

                                                                  A cura Dores Sacquegna

Nerospinto Magazine, sempre attento alla società e al suo rapporto con natura e cultura vi invita a partecipare alla mostra "Regeneration.

Il concept di “REGENERATION, a second skin” (Rigenerazione, una seconda pelle), è l’ecologia culturale, quel filone di ricerca delle scienze etnoantropologiche che investiga le relazioni tra gli aspetti socio-culturali dei gruppi umani e l'ambiente nel quale vivono, in stretto rapporto con altre discipline quali ecologia, geografia umana, biologia, archeologia industriale, etc.

Il termine ecologia culturale fu proposta per la prima volta da Julian Steward nel 1955, nel testo “Theory of Culture Change;  The Methodology of Multilinear Evolution”. Nello specifico della mostra vi è lo scambio rigenerativo arte/uomo/natura/ambiente: le opere generate acquistano altra vita con l'immersione nell'organico e nel sociale. Alcuni artisti come Giovanni Lamorgese, pugliese, sono presenti con opere ri-prodotte, con il riuso dei materiali di scarto e oggetti anni’30, avviando una modalità innovativa tra artista e opera, tra spazio e fruitore, favorendo la realizzazione di un'opera partecipata. Il focus principale dell’ecologia culturale è costituito dal processo di adattamento dei gruppi sociali all'ambiente in base alle condizioni (vedi video di Gabriela Francone, “Lo tragico cotidiano) dai vincoli e limiti (Alessandro Passaro “S.T”, Gabriela Morawetz “Almost in the dark”) dalle tecnologie e dalle tecniche produttive, le modificazioni ambientali indotte direttamente o indirettamente (Batuhan Fuat Yuce e Luigi Caiffa).  Tale approccio disciplinare è quindi prioritariamente legato alle concezioni materialistiche della cultura, che viene considerata come il sistema di conoscenze che permette all'uomo di relazionarsi in modo attivo con l'ambiente in modo da rendere possibile la riproduzione bio-sociale. Fa da sfondo a questa concezione della cultura una visione del sistema sociale, mitigato però dal fatto che le conoscenze tecnologiche sono considerate altresì influenti sulle soluzioni socio-culturali che verranno prodotte dall'adattamento all'ambiente (con Keisuke SagiyamaMitsuru Tamatsuka nel video “Yosakoy”) e ai problemi di identità sociale e trasformismo (con i video di Katja A. Witt, Sofi Basseghi, Sije Kingma e le opere pittoriche di Therese Bichon, Marcor, Christine Sajecki.). Dal punto di vista diacronico vengono svolte invece le analisi dell'evoluzione nel tempo degli equilibri ecologici, supportate dalle ricerche etnoarcheologiche nelle opere fotografiche di Massimo Ruiu con “Derive” e nella pittura di Maurizio Muscettola con “Il testimone scomodo”.

ARTISTI IN MOSTRA

SOFI BASSEGHI (Australia), THÉRÈSE BICHON (Francia), LUIGI CAIFFA (Lecce), GABRIELA FRANCONE (Argentina), SIJE KINGMA (The Netherlands), GIOVANNI LAMORGESE (Lecce), MARCOR (Francia), GABRIELA MORAWETZ (Francia), MAURIZIO MUSCETTOLA(Lecce), ALESSANDRO PASSARO (Brindisi), MASSIMO RUIU (Bari), KEISUKE SAGIYAMA &  MITSURU TAMATSUKA (Giappone), CHRISTINE SAJECKI (Usa), BATUHAN FUAT YUCE (Turchia), KATJA A. WITT(Germania).

 

Primo Piano LivinGallery

Viale G. Marconi 4

Lecce, Italy 73100

Tel/fax: 0832.30 40 14

www.primopianogallery.com

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GIORNI E ORARI

dal lunedì al venerdì  dalle ore 11-13/16-19:30

E' stata inaugurata il 16 giugno la settima edizione della Biennale Internazionale di Scultura, presso il Real Castello di Racconigi (Cuneo).

A cura di Claudio Cerritelli, 62 opere di grande dimensione sono state distribuite nel parco, che è stato premiato nel 2010 come più bello d'Italia. Gli artisti scelti per l'occasione sono italiani, spagnoli e tedeschi, di differenti generazioni e provenienti da percorsi culturali eterogenei.

Il titolo di quest'anno, Pensare lo spazio. Dialogo tra natura e immaginazione, indica la necessità di vivere il rapporto tra scultura e ambiente, al fine di accrescere nell'osservatore la sensibilità davanti al costante rapporto tra artisti e mondo reale.

La scultura come forma attiva (e bene pubblico), che permette un'amplificazione polisensoriale dell'ambiente. E' quest'ultimo, infatti, a incidere sull'opera stessa: una giornata di sole o di pioggia può modificare la visione grazie a una diversa intensità della luce.

La mostra è una riflessione sulle diverse ricerche che sono state compiute nella seconda metà del Novecento in questo campo, dall'informale all'astrattismo fino al nuovo costruttivismo. Nei locali sottostanti la serra è presente una sezione storica di opere di scultori attivi nel secondo dopoguerra in Italia. Non perdete l'occasione di visitare l'interno del meraviglioso castello, raggiungendolo, magari, con una passeggiata con le carrozze messe a disposizione dall'ente che gestisce il parco.

Real Castello di Racconigi

via Morosini 1, Racconigi (Cn)

Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00

www.ilcastellodiracconigi.it

Nasce Milano Green Point,  un  luogo di formazione, confronto, approfondimento, crescita e discussione, che raccoglie l’esperienza trentennale del landscape architect Patrizia Pozzi. 150 mq situati nel cuore della vecchia Milano (Porta Venezia), al numero 3 di via Frisi. Al loro interno un luogo di produzione e progettazione del paesaggio, un’officina aperta, un laboratorio di idee, con uno spazio anche per la ristorazione e una libreria internazionale con testi di agronomia, botanica e landscape contemporaneo.

 

Milano Green Point propone corsi, tavole rotonde, incontri, workshop dedicati al rapporto tra natura, architettura, arte, paesaggio, territorio ecc.

Primo appuntamento: workshop "Abitare la Natura: Nuove Visioni" (dal 3 al 7 giugno 2013), rivolto a professionisti provenienti da formazioni diverse (fotografi, esperti di lettere e cinema, pianificatori, agronomi, paesaggisti, architetti) curato da Patrizia Pozzi con The Flat Massimo Carasi. L’iniziativa, legata al Master Paesaggi Straordinari diretto da Elisabetta Bianchessi e Marco Scottini,  rientra all’interno del programma formativo di Naba-Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e del Politecnico di Milano.

Obiettivo del workshop è avvicinare e sensibilizzare i progettisti al mondo della Natura e dell’Arte. Il sito scelto per la realizzazione del progetto è l’area davanti alla Triennale di Milano, dove nel 2003 Giuliano Mauri creò la grande volta Zenobia, oggi distrutta. Ai professionisti è stato chiesto di pensare a uno “spazio” partendo dall’osservazione dell'elemento naturale, per poi trasformarlo, attraverso il progetto, in architettura di uno spazio aperto. Un luogo visibile da più punti di vista. Fruibile a diverse velocità. Vivibile come zona sedentaria o di passaggio, che può trasformarsi per effetto degli elementi naturali utilizzati e persista nel tempo, nel rispetto dei ritmi della natura.

Il corso ha previsto la partecipazione di alcuni artisti contemporanei quali Giuliano Mauri, attraverso la testimonianza della nipote Francesca Regorda responsabile dell’Archivio, dello scultore Simon Benetton e di Filippo Armellin, artista emergente e fotografo che espone in questi mesi alcuni suoi lavori alla Galleria The Flat.

 

 

Milano Green Point contatti:

Patrizia Pozzi con  Maddalena Boatto, Sabina Chiodi, Roberta Natali, Tiziana Ronchi

Via Paolo Frisi 3, 20129 –Milano Tel | Fax: 02 7600 3912 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.patriziapozzi.it

Blog  http://paesaggi-design.blogautore.repubblica.it

Comunicazione e Ufficio Stampa Alessandra Pozzi  Tel 3385965789. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

E’ un percorso pieno di domande alla vita e sulla vita quello che coinvolge gli spettatori chiamati a seguire Augusta, protagonista del nuovo film del regista bolognese Giorgio Diritti.

 

“Un giorno devi andare” affida all’espressività del paesaggio umano e naturale dell’Amazzonia, dolorosamente attraversato dagli sguardi della protagonista Jasmine Trinca, il compito di raccontare un viaggio dell’anima, materia rara nel cinema italiano che avvicina piuttosto il regista all’orizzonte filmico europeo. E’ il dolore a spingere Augusta lontano dall’Italia, a metterla di fronte alla diversità estrema delle popolazioni indios che una missione cattolica sembra imprigionare ancora nelle trame culturali dell’occidente.

Allora la giovane e inquieta Augusta sceglie di andare oltre, di vivere dal di dentro tutti i limiti e le diversità di quella terra, scoprendo quanto la precarietà materiale possa abbattere ogni filtro con la sua interiorità, spazzando via le difese dalla sofferenza. Ma la quotidianità lasciata a casa continua ad irrompere con le figure della mamma e della nonna della donna, definendo nella storia una molteplice immagine del femminile in diversi momenti esistenziali, alla quale si aggiunge la presenza di una ragazza amazzonica il cui destino si incrocia con quello della protagonista trasformandola quasi nel suo alter ego, in un rovesciamento di costumi e abitudini tra due mondi apparentemente molto distanti.

 

Non sono le parole a definire il racconto del film costruito piuttosto sulla forza dell’immagine – e dunque sulla fotografia e il talento registico – dominata dalla natura essenziale, senza artifici, seguita nel suo corso, con tutte le difficoltà tecniche del caso, nel pieno rispetto dei luoghi e della forza narrativa scaturita dal contatto elementare, quasi primigenio, della protagonista coinvolta come persona prima che come personaggio nell’esperienza del film.

E’ necessario che anche il pubblico posto di fronte al film si metta presto in cammino per superare la pigrizia dello sguardo, andare oltre i confini della lingua e della forma per afferrare il messaggio di stile e di contenuto racchiuso nella coraggiosa ed originale regia di Diritti, sostenuta da un cast pienamente a servizio del progetto, coinvolto e aperto all’incontro con la comunità indios e con gli attori non professionisti scelti dal regista per affiancare gli interpreti italiani. Una fusione armonica che trapela dopo scena dopo scena equilibrando la presenza “straniera” fino a confonderne l’identità, persa nei meandri della foresta e quasi abbandonata nel flusso naturale.

 

Nel finale una liberazione, per Augusta e per lo spettatore che la accompagna, avvertita come esigenza di perdersi per ritrovarsi, priva però di una chiusa razionalmente definita, in sospeso come è proprio della dimensione dell’andare, senza un “dove” che imprigioni l’occhio aperto verso l’infinito.

 

"One Shot Yoga: curiosità dal mondo dello yoga in pillole" è una mini rubrica che ci fa divertire, incuriosire e imparare allo stesso tempo.

Questa settimana concentriamo la nostra attenzione su uno strumento molto utile, ma poco conosciuto: lo Yoga-Danda.

 

Dato che la Primavera, almeno qui a Milano, ahimè, non accenna a sbocciare , facendo continuare all’Inverno la sua danza, tante persone soffrono di raffreddori e problemi di narici chiuse.

E voi mi direte: si ma lo Yoga cura anche i raffreddori come uno spray nasale? Meglio.

 

Lo Yoga prescrive, per tenere libere le due narici, uno strumento molto particolare che è poco conosciuto ed utilizzato dai praticanti d’Occidente che viene chiamato Yoga-Danda, (danda = bastone).

Al contrario, invece, si conosce molto di più la lota, una speciale teiera che viene utilizzata per il lavaggio dei seni nasali.

 

È dimostrato scientificamente che, se lo yoga-danda viene posizionato sotto un’ascella e ci si appoggia su di esso, sottoponendo quella parte del corpo a una pressione sufficiente, la forza e l'ampiezza del respiro aumenta nella narice opposta e diminuisce nella narice che si trova sullo stesso lato dello yoga-danda. Dunque è possibile liberare rapidamente una narice otturata, collocando lo yoga-danda sotto l’ascella del lato opposto ed esercitando con l’attrezzo una leggera pressione. Se questa pressione viene mantenuta a lungo, il flusso respiratorio attraverso la narice che si trova sullo stesso lato diminuisce, e infine la narice si ottura.

 

Vi ricorda qualcosa questo meccanismo? Perché alla fine le risposte ai nostri problemi ce le dà la Natura nelle piccole cose. Pensate a quando dormite su un lato...

In base allo stesso meccanismo, se uno giace comodamente adagiato sul lato sinistro, con l’intero peso del corpo distribuito sulla coscia sinistra, sulla regione temporale, sulla spalla e sul braccio, dopo un certo tempo la narice destra sarà perfettamente funzionante, mentre la narice sinistra tenderà a bloccarsi.

Lo yoga-danda è un prezioso strumento per la meditazione e spesso lo si ritrova nell'iconografia del dio Shiva (nell'immagine sottostante raffigurato sia con lo yoga-danda che con la trishula, il tridente).

 

 

Namasté,

Vittorio Pascale

 

Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano

Fondatore della pagina Fb: Yogamando

Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano

hai domande? Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'affascinante Ildegarda, monaca benedettina e mistica tedesca, è il personaggio di cui vi parlerò oggi.

 

Vissuta in Europa nel XII secolo, fu per l'epoca un personaggio straordinario, controcorrente, capace di tenere testa a Federico II Barbarossa, con cui strinse un legame di amicizia che terminò solo nel momento in cui la Santa criticò aspramente la scelta dell'Imperatore di supportare due antipapi contro Alessandro III.

 

Filosofa, poetessa, compositrice, veggente, esperta di medicina naturale, consigliera politica, oltre che con l'Imperatore, tenne contatti con altri mistici, nobili e alte cariche ecclesiastiche, tutti personaggi illustri dell'Europa medievale.

 

Physica e Causae et curae sono opere scritte da Ildegarda che contribuiscono ad arricchire le conoscenze in ambito medico, naturalistico, botanico, filosofico, fitoterapico.

Per vivere allineati a se stessi, Ildegarda suggerisce, prima di tutto, una corretta e sana alimentazione, priva di eccessi e scompensi che possono creare muco e umori nocivi.

La Santa tratta anche di drenaggio, metodo utile di purificazione del corpo, parola che oggi si sente spesso abbinata ad altre tecniche rispetto a quelle proposte dalla mistica, quali i salassi e la scarificazione.

Altra metodologia suggerita è il digiuno, pratica che oltre a ripulire il corpo, alleggerisce la mente e la allinea allo Spirito.

Infine, se quanto proposto non è sufficiente per mantenere una ottima salute, Ildegarda sostiene di curarsi tramite la Natura stessa, attraverso erbe medicinali, utilizzo di metalli, pietre preziose e fauna.

Tali qualità, chiamate da lei "virtù", sono necessarie per essere in totale guarigione.

 

L'uomo è un insieme di corpo, mente e Spirito, nel momento in cui viene a mancare l'Unione dei tre elementi, si manifesta uno squilibrio.

Ildegarda fa molta attenzione anche alle emozioni e allo stato d'animo dell'uomo, spiegando che essi influiscono tramite produzioni di umori e scorie nocive al benessere, generando la bile nera. Per tal motivo, la mistica viene spesso riconosciuta come una antesignana della materia psicosomatica.

 

Oltre alla tecnica medica, Ildegarda sostiene che sia fondamentale la consapevolezza, l'attenzione e l'intenzione del cuore. Importante è anche il perdono, il lasciare andare via gli attaccamenti agli episodi che abbiamo vissuto con rabbia e rancore.

 

Rimedi proposti dalla Santa, sono tutt'oggi utilizzati nella fitoterapia contemporanea: cumino per nausea, mentuccia per mal di testa (oggi viene proposta la menta) sono solo alcuni esempi.

 

Sull'utilizzo delle pietre dedica un intero scritto chiamato De Lapidarum, suggerendo ai lettori di prendere consapevolezza che anche loro possono essere d'aiuto: il diaspro freddo, posato sul petto finché non si scalda in più applicazioni, aiuta ad equilibrare lo stato di benessere a livello cardiaco. Anche in questo caso, Ildegarda dimostra di avere conoscenza della cristalloterapia, altra tecnica sorprendente, espressione minerale della Naturopatia.

 

L'anima è padrona del corpo, il modo per far funzionare in modo corretto la propria esistenza è far sì che la seconda si adegui alla prima, evitando resistenze ed attriti.

 

"Perché l'Uomo ha in sé i cieli e la terra e tutte le creature. E' Uno, e tutte le cose nascoste dentro di lui. L'uomo è il recinto delle Meraviglie di Dio".

 

(tratto da Symphonia Armonie Celestium Revelationum)

 

La salute totale si ha nello Spirito, ottenuta grazie al raggio verde Viriditas,Unione consapevole di Uomo con Natura, quanto egli stesso Natura e Uno indivisibile dalla Natura.

La galleria Patricia Armocida ospita la prima mostra personale di Marco Mazzoni a Milano, "Il ricordo è un consolatore molesto".

L'artista rende omaggio a figure appartenenti alla tradizione popolare italiana, le guaritrici, che secondo la credenza sarda seducono, incantano, maledicono e guariscono.

 

I disegni raccontano storie legate alle arti segrete detenute da queste donne: nelle composizioni circolari, che alludono al ciclo della natura, si compenetrano piante medicinali, farfalle e volatili che si abbeverano del loro nettare e, seminascoste, emergono le sagome di volti femminili, costrette a nascondere la propria sensualità e i loro saperi.

 

Le guaritrici erano molto rispettate per la loro conoscenza delle erbe medicinali e questo conferiva loro un potere che la Chiesa e lo Stato medievale osteggiavano.

Con la Controriforma, la presa di posizione contro coloro che curavano con le erbe si inasprì e si attuò una politica di controllo delle pratiche terapeutiche per cui solo quelle accademiche esercitate dagli uomini furono consentite, mentre le guaritrici furono accusate di stregoneria e costrette a nascondersi per non subire ritorsioni.

 

Marco Mazzoni riprende ed evidenzia l'importanza dell'interazione tra le donne e le piante sviluppando un progetto che assume ad icona il volto femminile incorniciato da flora e fauna.

Ne svela la percezioni più intime, ricordi narrati su pagine di diario, visioni immaginifiche di animali impossibili, frutto dell'esplorazione estatica di viaggi allucinatori.

 

L'artista non disegna mai gli occhi del soggetto: non si tratta di ritratti, ma di nature morte in cui tutti gli elementi assumono la stessa importanza e si fondono tra loro.

Il risultato è un'opera che racconta del momento in cui la donna prende il controllo di tutto, in completa armonia con la Natura.

 

La mostra, che si concluderà il 4 maggio, espone 15 disegni nuovi, 12 realizzati su carta moleskine ed un'installazione site-specific.

 

 

 

Orari e costi

Da martedí a sabato: dalle ore 11.30 alle 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 19.00

Ingresso Gratuito

 

Patricia Armocida Galleria d'Arte

Via Lattanzio, 77 (Zona Porta Romana)

Milano

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Direttore Responsabile
INDIRA FASSIONI

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