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Il brand made in Italy Solodue di Elisabetta La Monica si distingue grazie all'artigianalità e sartorialità di ogni suo capo.
Esattamente 50 anni fa, I Beatles, il quartetto più famoso della storia della musica, andavano in scena al velodromo Vigrelli di Milano e oggi, come un tuffo nel passato, tornano in città con una mostra, dal titolo "I Beatles in Italia. 1965 – 2015: 50 anni dall’unica tournée italiana", all'associazione Chiamamilano, che espone le foto di quella indimenticabile giornata.
I "Fab Four" hanno fatto sognare migliaia di ragazzi e quello di mezzo secolo fa fu l'unico tour italiano della band, che come prima tappa scelse proprio il capoluogo lombardo, prima di toccare Genova e Roma.
Oggi è possibile rivivere quell'emozione, quella "beatlemania" che mandò in visibilio un'intera generazione, ma che ancora oggi, sarà per merito del ritorno al vintage, riesce a coinvolgere i più giovani, grazie a uno strumento tanto potente quanto immediato: la musica.
Ospiti di quella serata indimenticabile furono Peppino di Capri, come apripista insieme ai suoi Rockets, Fausto Leali e i New Dada, che insieme ai quattro più famosi caschetti dell'epoca fecero esplodere un pubblico di ventiseimila spettatori urlanti, raggiungendo il massimo dell'emozione quando i Beatles fecero il loro ingresso sul palco.
Dal 24 giugno fino al 5 luglio sarà possibile ammirare un'esposizione celebrativa di quella giornata, composta da fotografie e memorabilia della band, realizzata grazie al contributo del collezionista Umberto Buttafava e alcuni materiali unici della famiglia Watcher, la stessa che organizzò, per mano di Leo Watcher, proprio quell'indimenticabile tournée del 1965.
L'allestimento e il progetto fotografico sono a cura di Marcella Ricci e Maria Pietrogrande che cercheranno di rendere omaggio a quell'evento grazie anche alla partecipazione straordinaria di musicisti importati, alcuni dei quali presero proprio parte al live di cinquant'anni fa, attori e personaggi di spicco della cultura italiana.
Adesso, come allora, la febbre da Beatles colpisce proprio tutti e questa sera la grande inaugurazione sarà accompagnata dalla musica dell'associazione Twist and Shout, per mano del suo fondatore Alessio Granata, in consolle per animare la serata con il giusto ritmo, che ha già portato decine di migliaia di persone in Italia e in Europa a rivivere l'atmosfera degli anni '50 e '60.
Questa originale esposizione è dedicata a tutti i nostalgici, ma anche a tutti coloro che non riuscirono ad essere presenti a quel doppio concerto, rappresentando così un'incredibile occasione per rivivere quegli attimi, respirare quell'aria e, perchè no, tirare fuori dagli scatoloni impolverati qualche vecchio vinile, riascoltando quei singoli che resero famosi i quattro britannici al mondo intero.
Perchè si sa, tutto prima o poi torna di moda: dai pantaloni a vita alta, ai tagli un po' retrò e per la musica questo discorso è forse anche più profondo. Quando qualcuno è diventato così grande e così famoso da segnare, in piccolo o in grande che sia, la vita di migliaia di persone non passerà mai di moda. E poi, in ogni caso, la parola d'ordine in queste situazioni è sempre la stessa: "Non è vecchio, è Vintage!"
I Beatles in Italia. 1965 – 2015: 50 anni dall’unica tournée italiana Dal 24 giugno al 5 luglio 2015; tutti i giorni dalle 12 alle 20. Ingresso libero - presso l'associazione Chiamamilano, via Laghetto 2, Milano
Adele Di Giovanni
[gallery type="rectangular" ids="44599,44601,44602"]In concomitanza con l’uscita del nuovo album The Pale Emperor, il “reverendo” Marilyn Manson annuncia e conferma il tour europeo che lo porterà anche in Italia per un’unica data programmata il 17 giugno prossimo all’Alcatraz di Milano.
Un’occasione da non perdere, per rivedere dal vivo uno dei personaggi più controversi della scena rock americana. The Pale Emperor abbandona l'industrial rock tipico della band in favore di suoni più blues rock. L'album è dedicato alla madre di Manson, deceduta durante la composizione dell'album dopo una battaglia durata otto anni contro la demenza e la malattia di Alzheimer.
Marilyn Manson deve il suo nome d'arte a due icone culturali americane degli anni sessanta - il nome dell'attrice Marilyn Monroe con il cognome del serial killer Charles Manson, attualmente incarcerato, al fine di sottolineare la bizzarra dicotomia della società americana come una critica e contemporaneamente elogiativa stima nei confronti degli Stati Uniti e della loro cultura. I suoi comportamenti controversi e le polemiche dovute ai suoi testi lo hanno portato ad avere grande impatto sul pubblico.
Marylin Manson Alcatraz Milano Via Valtellina 25, 20159 – MI
Prezzo prevendita: 41.40€ Apertura dei cancelli ore 19 Inizio concerto ore 20
Per info: http://www.alcatrazmilano.it/
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Martedì 21 aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano "Fiorella Mannoia Live", il tour 2015 della cantautrice italiana dalla voce intima ed inconfondibile.
Una carriera cominciata negli anni settanta e destinata fin da subito a spiccare il volo. La cantante in breve tempo si aggiudica un posto tra le icone più amate del panorama musicale italiano e lì vi rimane tutt'ora grazie alle infinite ed emozionanti sfumature della sua voce, canzoni che portano la sua firma che rimangono scolpite nel cuore degli ascoltatori, collaborazioni con i più grandi autori italiani e la naturale raffinatezza che sfoggia nelle sue esibizioni.
Tra i suoi più grandi successi la famosissima "Quello che le donne non dicono", canzone scritta per lei da Enrico Ruggeri che descrive in maniera impeccabile la solitudine vissuta da una donna non più giovanissima che, come tante, si ritrova a ricordare i tempi passati in cui la sua bellezza la rendeva ambita da molti uomini. Questo brano vuole raccontare come le donne, nonostante il passare degli anni, continuino a mettere amore in tutto ciò che fanno anche a rischio di ricevere delusioni. "Come si cambia", brano presentato al Festival di Sanremo del 1984 per cui la cantante dichiara: "E' stato il pezzo che mi ha fatto capire che cantare era ormai diventato il mio mestiere, e soprattutto, ho capito che la mia vocazione era quella di toccare la corda delle emozioni". "Il cielo d'Irlanda", "Fragile" e "Le parole perdute", canzone che descrive il desiderio degli uomini di non arrendersi di fronte ai sogni perduti e alla corruzione del nostro tempo.
Si parte il 28 maggio a Bruxelles al Cirque Royal, il 29 a Parigi (La Cigale) ed il 31 allo Shepherd Bush Empire di Londra.
DATE CONCERTI:
21 aprile Milano, Teatro degli Arcimboldi 23 aprile Torino, Teatro Colosseo 26 aprile Roma, Auditorium Parco della Musica 29 aprile Mantova, Gran Teatro Palabam - POSTICIPATO AL 4 MAGGIO 30 aprile Bologna, Europauditorium 2 maggio Montebelluna, PalaMazzalovo 4 maggio Mantova, Gran Teatro Palabam 30 giugno Bollate, Villa Arconati - Villa Arconati Festival 11 luglio Sogliano al Rubicone, Piazza Matteotti 20 luglio Cernobbio (Co), Villa Erba 23 luglio Roma, Auditorium Parco della Musica - Cavea 17 agosto Forte dei Marmi, Villa Bertelli 27 agosto Macerata, Arena Sferisterio
INFO:
www.ticketone.it/fiorella-mannoia
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Dal 19 al 25 novembre la compagnia Circolo Bergman presenta presso il Teatro Libero di Milano “Le Affinità Elettive”, pièce tratta da uno dei capolavori di Johann Wolfgang von Goethe che scrisse questo testo nel 1809.
“Le Affinità Elettive” descrive la forza dell’amore passionale, che si scontra con l’amore riflessivo e contenuto di chi considera la maturità una buona ragione per controllare gli impulsi dell’anima.
Lo spettacolo racconta la storia di Edoardo e Carlotta, coppia felicemente sposata che ospita nella loro casa gli amici Capitano e Ottilia. Intervengono però nella routine quotidiana le affinità elettive, forze che mescolano le carte della vita e che fanno esplodere in una grande casa di montagna amori imprevisti, incrociare coppie e distruggere le certezze che erano salde fino a poco tempo prima.
I personaggi di Goethe, catapultati in una realtà a noi vicina mostrano la tenuta universale delle relazioni e delle situazioni narrate nel romanzo.
“Le Affinità Elettive” partecipa a Milano Cuore d’Europa, palinsesto culturale dedicato all’identità europea del capoluogo lombardo anche attraverso le figure e i movimenti che hanno contribuito a costruire la cittadinanza europea e la dimensione culturale.
INFO
Le Affinità Elettive
Teatro Libero
Via Savona, 10 - Milano
Biglietti
Intero 19,00 €
Ridotto under 26 e over 60 13,00 €
Allievi Teatri Possibili con TPCard 6,00 €
Allievi altre scuole di teatro 10,00 €
Prevendita € 1,50
Orario spettacoli
Dal lunedì a sabato ore 21.00
Domenica ore 16.00
Una mostra imperdibile dal 18 Aprile al 6 Luglio 2014 a Roma! Non mancate all’appuntamento Wim Wenders in mostra a Roma con Urban Solitude!
Il fotografo di paesaggi, appunti di memoria e Urban solitude presenta le sue opere nella capitale d’Italia. Orizzonti urbani stratificati, che mescolano vecchio, nuovo e senza tempo. Angoli sospesi, tra il pieno e il vuoto, tra alberi cresciuti nel cemento e animali dipinti. Viali di negozi deserti, vetrine che non mostrano niente, strade di periferia che attraversano spazi liberi di conservare il vuoto, e il ristoro dalla sovrabbondanza che acceca.
Fotografie che proseguono il viaggio fotografico di (Ernst Wilhelm) Wim Wenders, regista di Düsseldorf, che dopo circa vent’anni di tentativi, visioni innamorate, e quel progresso tecnologico che non ha mai tradito la passione per la fotografia analogica, e la Leica protagonista del video in apertura.
Urban Solitude fotografate nell’ovest americano e l’Estremo Oriente, passando per la Russia, l’Italia e la sua Germania, dal regista che continua a puntare l’obiettivo della cinepresa e quello della macchina fotografica, su spazi e paesaggi di ogni genere, dalle città alla campagna, dai nodi autostradali alle zone di confine.
L’esponente del Nuovo Cinema tedesco, (Neuer Deutscher Film o Junger Deutscher Film) che con Werner Herzog, Rainer Werner Fassbinder, Margarethe von Trotta, Alexander Kluge, Hans-Jürgen Syberberg, e Edgar Reitz, fa tesoro del neorealismo italiano e la nouvelle vague francese, per inquadrare spazi intimi, critica feroce e climi poetici, liberi da condizionamenti culturali, estetici e commerciali.
Due sezioni compongono il corpus di immagini esposte, una prima parte dedicata all’indagine sugli scenari urbani americani, mentre una seconda parte caratterizzata da uno sguardo più introspettivo. Entrambe ripercorrono quella che è stata la ricerca condotta da Wenders, dal tema del viaggio al paesaggio antropizzato, fino alla memoria dei luoghi in decadenza.
Il fotografo di paesaggi della memoria espone venticinque fotografie accompagnate da testi e haiku dell’artista, al Palazzo Incontro di Roma, dal 18 aprile al 6 luglio 2014.
La mostra, curata da Adriana Rispoli, è promossa dalla Regione Lazio nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura, e organizzata da Incontri Internazionali d’Arte e Civita.
Una mostra da segnare subito in agenda!
Ingresso:
Dal martedì alla domenica, dalle ore 11.00 alle 19.00.
Aperto in via eccezionale anche il 21 aprile e il 2 giugno 2014.
Biglietto intero: 8€
Biglietto ridotto: 6€ per ragazzi di età compresa tra 6 e 25 anni, over 65, titolari di apposite convenzioni, gruppi (min 15 max 25 persone), guide turistiche con tesserino
Ingresso gratuito: bambini fino ai 6 anni, 1 accompagnatore per gruppo, visitatori diversamente abili e 1 accompagnatore, 2 accompagnatori per scolaresca, giornalisti con tesserino.
La biglietteria chiude alle 18.30.
In pochissimo tempo, la BB Cream (Blemish balm, ovvero crema anti-imperfezioni) è diventata un prodotto apprezzatissimo in Italia. Ha spopolato, prima in Oriente, poi in Europa, e continua a spopolare per merito della sua praticità: in un solo gesto, si ottiene l’idratazione della crema giorno e il colore del fondotinta. Nella sua formula tradizionale é coprente ad effetto mat, mentre le ultime BB più tecnologiche si presentano inizialmente come creme incolori e lasciano pigmenti colorati solo a contatto con la pelle.
Da ulteriori studi nasce la CC Cream, il trattamento colour corretting, che dà ugual peso a trattamento e make up. Si uniscono i poteri idratanti e correttivi (già presenti nella BB Cream) con quelli antiage: la formula cosmetica si può riassumere con A(antiage)+BB=CC. Sono entrambi prodotti multifunzionali, ma quest’ultima ha una texture più leggera e meno oliosa. Inoltre, la CC protegge dai raggi UVA e UVB, nasconde le macchie e illumina l’incarnato.
Chanel è stata la prima casa cosmetica a lanciarla sul mercato internazionale, mentre la prima CC Cream ad arrivare in Italia è stata la Nude Magique di L’Oréal Paris: nel flacone viola troviamo quella adatta ad illuminare la pelle, in quello verde la crema specifica per attenuare i rossori, nel tubetto rosa la formula anti-fatica. Ormai ce ne sono moltissime, di ogni marchio e prezzo. Tra le più famose c’è chiaramente la Superdefense di Clinique, il brand che, come di consueto, punta su prodotti privi di profumo e dermatologicamente testati contro ogni tipo di allergia.
Oltre che multifunzionale, la CC Cream è anche molto versatile. Le amanti del fondotinta la metteranno prima della base, mentre chi non sopporta troppi prodotti sul viso la userà da sola e otterrà un effetto più naturale. È bene stenderla come un fondotinta, scaldandola con le dita e applicandola partendo dal contorno occhi e dagli angoli del naso. Per coprire le discromie più visibili, si può stendere una maggiore quantità con un pennello.
Nonostante non manchino le scettiche in materia, l’alfabeto della bellezza è destinato a continuare. Negli Stati Uniti, infatti, è già in commercio la DD Cream, Daily Defense contro i segni del tempo: una crema che idrata, colora, protegge e previene. Miracoli della scienza o trovata pubblicitaria? Se continuiamo di questo passo, testeremo presto una crema che cucina e ci stira le camicie. Dolce, amato progresso…
In questi lunghi pomeriggi mi ritrovo sempre più spesso a collassare sul divano senza preoccuparmi particolarmente delle scadenze, dei doveri e degli impegni presi. Verso le tre migro dalla scrivania al divano, una birra in mano e una sigaretta nell'altra. Allungo le gambe e con i piedi su una sedia mi dedico all'ozio, che mi piacerebbe fosse otium letterario, ma a conti fatti mi limito a procrastinare.
L'unico aspetto positivo di quest'attività è il poter ascoltare buona musica da un ottimo impianto con la cassa dei bassi più grande dello schermo del mio computer. E' in uno di questi pomeriggio che ho scoperto i Gentleman's Dub Club. Guardando il cielo grigio fuori dalla finestra cercavo giustificazioni per il mio pessimo comportamento e i GDC si spandevano nell'appartamento col loro sound prettamente inglese e un poco mi è sembrato di essere a Londra, in periferia, o a Edimburgo, in un appartamento per studenti accanto al Royal Mile, vista sul castello e malinconia a catinelle.
Oggi però sacrificherò il mio ozio per parlarvi proprio del gruppo che mi ha tanto contagiato nell'ultimo periodo. Non sono reggae, non sono dub, non sono ska, sono tutto questo e molto di più. I Gentleman's Dub Club: un club di gentiluomini dediti a nient'altro che la musica, la loro musica.
Sono in nove i protagonisti di questo viaggio, nove ragazzi di Leeds che hanno conquistato il pubblico di mezzo mondo con il loro sound variegato e profondamente radicato nella più pura tradizione Dub inglese.
Il 12 ottobre hanno suonato a Milano, al Leoncavallo, e il 18 è uscito il loro primo album, preceduto solo da 2 Ep. Ne abbiamo approfittato e, grazie agli amici di Low Fi Promotion, organizzatori dell'evento, ci siamo procurati un'intervista che vi proponiamo senza censure! W: Com'è possibile gestire un gruppo di 9 membri? Non è difficile prendere delle decisioni e trovare il sound giusto che vada bene a tutti? GDC: Si, può essere difficile, sebbene condividiamo tutti una passione per la dub e la musica reggae, per questo tiriamo avanti da sette anni. Sappiamo cosa va bene per i GDB e cosa no. In passato abbiamo sperimentato diversi modi per scrivere e registrare la nostra musica, ma alla fine ci limitiamo a suonare qualsiasi cosa funzioni al meglio Live e che faccia uscire di testa il pubblico!
W: Come descrivereste il vostro sound?
GDC: Ci ispiriamo alla dub, alla dubby-dubstep, roots, levers e allo ska. Non vogliamo limitarci a un genere, semplicemente suoniamo la musica che ci favenire voglia di ballare!
W: Chi sono gli artisti che vi hanno influenzato di più?
GDC: Tutti, da King Tubby a Mala, dai Iration Steppas a J DIlla, dai Madness ai Beach Boys, dai Channel One a Capleton. E tutto quello che ci sta in mezzo. SIamo in 9 e abbiamo background musicali molto diversi, le nostre influenze sono tantissime.
W: Quali sono i punti forti della vostra carriera? GDC: Abbiamo rilasciato 2 EP negli ultimi anni, ma ad ottobre abbiamo rilasciato "FourtyFour", il nostro album di debutto e siamo molto eccitati per questo. Sono sette anni che lo prepariamo e adesso abbiamo aspettato fin troppo...! Questo è un importante passo per la band. Siamo stati abbastanza fortunati da poter suonare in alcuni locali e festival impressionanti negli anni. I più famosi sono l'Outlook Festival in Croazia (n.d.r. Il più grande festival di Bass music d'Europa), il Glastonbury Festival e il Bestival.
W: Cosa c'è dietro al nuovo album? GDC: In passato non abbiamo rilasciato molto materiale e la ragione è che volevamo intrappolare l'energia di un Live anche nelle produzioni. Tuttavia la soluzione è arrivata dal nostro bassista Toby Davi, che ha prodotto le registrazioni ed è responsabile della gestione di ricreare l'energia dei live nel disco. Questo è stato un grosso passo avanti per noi nella produzione dell'album, ma volevamo anche mostrare gli altri lati della band, infatti in "44" abbiamo inserito dub, ska, lovers e digi-dub.
W: Ho sentito la preview dell'album su ITunes e sembra avere molte più influenze electro delle altre produzioni, ho sentito bene? GDC:Certo. Negli ultimi anni la band è stato più che influenzata dall'EDM di tutti i tipi e abbiamo assorbito le influenze riportandole nei nostri show live e nelle produzioni. E' qualcosa che penso esploreremo ancora di più in futuro.
W: Perchè si chiama "44"?
GDC:Ottima domanda! Abbiamo cominciato a suonare a Leeds e ci riunivamo nel seminterrato di Niall e Toby, che è al 44 di Otley Road... Abbiamo voluto lasciare una traccia di come abbiamo cominciato e delle idee originali dietro il progetto, così "44" sembrò un ottimo titolo.
W: Qual'è la storia della canzone e del video dietro il singolo dell'album, Riot? GDC: ovviamente, la canzone Riot stata influenzata da quello che è successo a Londra 2 anni fa. Tutti nella band vivono a Londra e sono stati coinvolti in quello che è successo. La traccia (e il video) non sono una dichiarazione politica, ma solo una riflessione su quello che è successo.
W: Quanto è influenzata la vostra musica dalla politica e dalla lotta sociale?
GDC: Non scriviamo niente di apertamente politico, tantomeno le nostre lyrics. Sentiamo che il fatto stesso di suonare musica sia abbastanza un atto politico e una protesta.
W: Se foste le ultime persone sulla terra, cosa fareste? GDC: Ci faremmo una birra e una Jam! E proveremmo a trovare qualche ragazza...
Buon ozio con i Gentleman's Dub Club!
Dall’Europa, agli Stati Uniti, e dall’America Latina all’Asia: la prima edizione del concorso indetto dall’associazione Artes di Prato per capire lo stato attuale della musica è stato un vero successo. Come sta la musica oggi, chi la rappresenta, come scrivono e cosa scrivono i compositori contemporanei? Ce lo dice Florence string quartet call for score e i giovani compositori che vi hanno partecipato con le loro partiture e il loro entusiasmo.
“L’idea del concorso – spiega il presidente dell’associazione Artes Italia, Andrea Vitello – parte proprio dall’esigenza di voler testare come sta la musica di oggi e naturalmente conoscere i nuovi compositori. L’associazione Artes nasce appunto con questo scopo, ovvero come centro di produzione e di diffusione della musica e dato che nel nostro progetto ci crediamo molto indire un concorso come Call for score ci è sembrato il modo migliore per conoscere e individuare gli artisti e le composizioni migliori”. E la risposta dei giovani compositori è stata la più lusinghiera possibile.
Hanno partecipato al concorso ben centododici artisti provenienti da quasi tutti i Continenti con lavori diversi e di grande interesse.
“Considerando che è la prima edizione – aggiunge Andrea Vitello – non possiamo che ritenerci molto soddisfatti, anche perché il tutto è frutto esclusivamente dell’impegno e del lavoro della nostra associazione, senza finanziamenti di nessun genere e con l’esclusivo patrocinio del Comune di Firenze dato all’iniziativa stessa”.
E proprio nel capoluogo toscano, nella splendida cornice del Palagio di Parte Guelfa, il prossimo 8 settembre ci sarà la premiazione dei vincitori del concorso con un concerto dedicato esclusivamente a loro e alle partiture.
Intanto i componimenti arrivati al Florence string quartet call for score sono al vaglio attento e competente della giuria del concorso composta dal maestro Andrea Portera, che ne è presidente e dai maestri Gian Paolo Luppi, Luca Ceretta, Jin-Tak Moon e Jean Paul Carradori.
“In realtà – conclude il maestro Vitello – stiamo pensando di far esibire anche i musicisti e le composizioni arrivate finaliste, così come si fa di solito nei concorsi in generale, e quindi lasciare il palcoscenico e la possibilità di farsi conoscere anche agli artisti arrivati al quarto e quinto posto perché l’evento dell’8 settembre non sia solo una premiazione ma una vera festa”.
Una festa a cui tutti sono invitati a partecipare per ascoltare della buona musica e per scoprire chi sono i nuovi talenti del panorama internazionale.
Altre info sull’associazione e le diverse iniziative di Artes su: www.artesitalia.it
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