
Pamela Guglielmetti pubblica "La legge del tempo": nel nuovo singolo dell'artista canavese un'esperienza sensoriale polifonica
Danza, teatro e musica animano il variegato universo artistico della canavese Pamela Guglielmetti, mossa in ogni sua declinazione espressiva da coraggio e urgenza comunicativa. Eporediese di nascita, ma ligure d’adozione- solo recentemente è tornata ad abitare in Piemonte- Pamela Guglielmetti è un’attrice, coreografa, regista, scrittrice e cantautrice: artista dalle mille sfumature, ha pubblicato il suo primo album “L’eco dei mondi perduti” nel 2019 ;“Frammenti”, disco candidato al Premio Tenco 2020 e , nel 2021, "Cammino controvento".
Esce oggi su tutte le piattaforme digitali, per l’etichetta La Stanza Nascosta Records, il suo nuovo singolo “La legge del tempo”. Disponibile dal 30 maggio-dopo l'anteprima nazionale su Tgcom24- anche il videoclip ufficiale; una produzione Masterblack, per la regia di Andry Verga.
La legge del tempo è un pop d’autore raffinato e punteggiato di suggestioni, la trasposizione sonora di un tempo proustianamente reso sensibile al cuore- si legge nella nota stampa di accompagnamento al singolo.
In questo progetto, singolo e videoclip, ho voluto utilizzare- racconta Pamela Guglielmetti- diversi linguaggi narrativi e differenti simbologie, tornando ad una interezza artistica che oltre al canto comprende il teatro e l’espressione del corpo, le mie “tante voci” di cui non potrei fare a meno.
La legge del tempo- prosegue l’artista- racconta di un incontro tra due persone, un contatto che mette inevitabilmente a confronto con le proprie ferite e quelle dell’altro. I bisogni emotivi di entrambi sono diversi, come accade nella stragrande maggioranza dei casi: il bisogno di controllo e di riempire un vuoto si scontra con l’esigenza di lentezza, di ricostruzione, di chiusura con il passato; desideri, modalità, tempi che sembrano inconciliabili. È qui che entrano in gioco l’accettazione, la capacità di lasciare fluire gli eventi. Il concetto di “tempo” non è assoluto, al contrario è mutevole, come tutto ciò che è regolato dalle leggi naturali che tanto spaventano l’uomo. L’assenza di controllo, di pianificazione, la necessaria pacificazione con ciò che accade e nelle modalità in cui accade, sono alcune tra le grandi prove a cui veniamo chiamati. La donna che esprime i propri sentimenti in questo pezzo dice “È troppo, te l’ho ripetuto, tu non ascoltavi… inseguivi quello che volevi ma c’ero anch’io e non sentivi”, schiacciata da esigenze che lei non è in grado di sostenere in quel momento della sua esistenza. Spesso, in circostanze simili, gli incontri accadono, avvicinano, feriscono e allontanano di nuovo. Altre volte, quando si riesce a cavalcare il proprio dolore e la paura verso sé stessi, può accadere il miracolo.
Gli arrangiamenti sono stati curati dal produttore Salvatore Papotto, musicista e direttore artistico de La Stanza Nascosta Records, etichetta sarda (ma operativa in tutta Italia) che sta rivelando particolare attenzione nei confronti di una novelle vague cantautorale raffinata e profonda, che troppo spesso resta sommersa.
Il nostro intento condiviso- racconta la cantautrice- era quello di condurre l’ ascoltatore in una bolla spazio temporale mutevole, come mutevoli sono le percezioni, gli eventi, gli attimi. Il suono di strumenti reali si fonde a quello di strumenti digitali cercando un punto di incontro, una unione di linguaggi. Salvatore ed io abbiamo deciso di trasformare il nuovo progetto discografico in un viaggio alla ricerca di atmosfere e suggestioni inedite. Non volevamo che la parte strumentale fosse di accompagnamento, bensì che fosse il nucleo pulsante di tutte le narrazioni, senza rubare importanza alla voce ma, al contrario, sostenendone il carico emotivo e narrativo.
Umori, emozioni e sensazioni- spiega il produttore Salvatore Papotto- influiscono sensibilmente sulla nostra percezione del tempo. Per questo nel brano, pur restando uguali i bpm, sono batteria e basso a variare nell'arrangiamento, comunicando, di volta in volta, un senso di lentezza o di maggior velocità; metafora degli incontri duraturi e di quelli fugaci.
Ho voluto mettere in ombra quello che Bergson definiva tempo spazializzato, quello astratto ed esteriore della scienza, fatto di una successione di istanti della stessa durata e valorizzare quello che il filosofo definiva “tempo come durata”, un tempo spirituale, interiore, continuo, indivisibile e irripetibile.
La musica del brano è cofirmata dal compositore Franco Tonso, presente anche al pianoforte.
Franco è un musicista di talento e di grande sensibilità- dice Pamela Guglielmetti. In questo pezzo il suo pianoforte scompare e riemerge dal flusso del tempo come sabbia inghiottita e rilasciata dai flutti.
“La legge del tempo è un viaggio- spiega Andry Verga, direttore della fotografia e regista- un video che racconta come amori, relazioni e sentimenti a volte si incontrano e si sfiorano, ma non sempre vengono capiti e corrisposti nella stessa maniera da entrambe le persone. Per me è stata una sfida, che ho accettato quando Pamela mi ha chiesto di interpretare queste “visioni”. Con pochi elementi, giocando con le luci e il bianco e nero, spero di essere riuscito a comunicare quello che è il messaggio della canzone. Grazie alla capacità che Pamela ha di interpretare il testo e la musica anche con il corpo, abbiamo cercato di visualizzare i sentimenti che affiorano quando si toccano le parti più delicate dei nostri rapporti. Gioacchino Inzirillo, performer dalle numerose esperienze all’interno del mondo artistico e musicale italiano, ha dato il tocco finale, si è prestato con professionalità ed eleganza. Il suo contributo è stato prezioso per conferire al video la visione di una coppia che intraprende un viaggio… nel tempo. Il video è stato girato grazie all’aiuto di Fabio Cuccè alla regia e alla presenza di Jessica Barillaro nella parte tecnica”.
Il regista- racconta Pamela Guglielmetti- ha saputo rappresentare il valore simbolico di cromatismi importanti, che la cultura occidentale ha ampiamente snaturalizzato: il rosso, il nero e il bianco. La vera natura di questi colori risiede in culture millenarie legate alla terra ed alla vita, come quella Maya. Il rosso, spesso associato alla passione, rappresenta invece la nascita, il nutrimento, l’istinto di sopravvivenza, la forza vitale. Il rosso incarna la sincronicità del tempo, fondamento essenziale di questa cultura precolombiana. Questo colore corrisponde all’Est, dove sorge il sole, e si contrappone all’Ovest, punto in cui il sole cala. L’Ovest rappresenta il nero, l’oscurità, ma non ha connotazioni negative; è simbolo di concentrazione, riposo, presenza, perché è di notte che ci si ferma ad osservare le stelle. Il video mette di fronte alla dualità, che non è mai contrapposizione, ma integrazione; una dualità scandita dallo scorrere del tempo, dal perdersi e ritrovarsi di due anime fragili, una delle quali compare, a volte, solo come lontano ricordo incarnato da un velo rosso. Tra i due toni, di tanto in tanto, fa ingresso il bianco a illuminare una strada, a portare speranza.
Un singolo, quello di Pamela Guglielmetti, che stupisce per l'eleganza degli arrangiamenti e per l'espressività della performance vocale che restituisce i sussulti del cuore disegnando un'esperienza sensoriale polifonica.
Non resta che attendere l'album!
Lina Cavalieri
Photo credits: Franco Marino
