
Chiamami con il tuo nome, la bellezza del cinema classico nell’ultimo film di Guadagnino ai Golden Globes 2018
Chiamami con il tuo nome: l'ultimo film di Guadagnino, omaggio al cinema classico, guadagna due candidature ai Golden Globes 2018 e convince critica e pubblico.
Bello, intenso, delicato ma coraggioso, elegante nella fotografia e nella scenografia, un film che richiama ai più grandi maestri del cinema del ‘900 e insieme usa la drammaturgia moderna per raccontare un sentimento profondo e di scoperta. Chiamami con il tuo nome si è aggiudicato il premio come Miglior film ai Gotham Award e due candidature ai Golden Globes e ha commosso critica e pubblico raccontando la relazione appassionata e proibita tra un diciassettenne e uno studente universitario.
Siamo nell’estate del 1983 ed Elio Perlman, italo-americano di origine ebraica, vive con i suoi genitori in un’antica villa del XVII secolo tra le province di Bergamo e Brescia.
Un giorno alla villa arriva Oliver, studente ventiquattrenne che sta lavorando alla sua tesi di laurea con il padre di Elio, a quel punto l’estate del diciassettenne cambierà per sempre. Tra i due nasce un sentimento molto forte, appassionato, delicato e di crescita reciproca e così il giovane liceale che fino a quel momento aveva cercato di interpretare i propri sentimenti e il proprio rapporto con Marzia, adolescente coetanea, si ritrova a scoprire e a tratti a contrastare un sentimento del tutto nuovo e travolgente. Oliver lo investe di un calore, di una profondità emotiva, di un impulso fisico e di sensi che il giovane diciassettenne non può ignorare e che comprende, alla fine, essere la sua vera svolta di crescita e di comprensione di sé stesso e della vita che vorrà vivere. Nell’estate del 1983 Elio Perlman si definisce e si forma, così come vuole il romanzo omonimo di Aciman da cui appunto è tratto il film.
Guadagnino ci aggiunge il simbolismo dei luoghi, dei gesti, delle ambientazioni, dei dialoghi tra i due protagonisti, ma anche tra Elio e su padre che accompagnano addirittura i titoli di coda. Ci aggiunge altresì lo scenario storico e sociale in cui la storia si consuma e si snoda: quell’Italia degli anni ’80 dove il glamour e il benessere nascondono abilmente la corruzione e il disastro finanziario imminente. Il filo conduttore di Chiamami con il tuo nome rimane, però, la bellezza. Bellezza dei luoghi e degli oggetti, degli abiti e degli ambienti, ma soprattutto bellezza dei due protagonisti, il cui sentimento, anche se a tratti viene presentato quasi crudo e nudo, rimangono giovani di grande fascinazione e delicatezza. Chi in questa pellicola ci ritroverà echi di Bertolucci o di Renoir non si sbaglierà.
Il film di Guadagnino è anche e soprattutto un grande omaggio al cinema classico, quello dalle atmosfere più sognanti e incantate dove la cura dei dettagli aveva una grande rilevanza, così come lo è qui, fosse anche solo nella camicia di lino indossata da Oliver o nel Magen David indossato da Elio. Una pellicola straordinaria, una perla sublime, poesia allo stato puro dove l’arte, la cultura e i sentimenti si manifestano prepotentemente in una fotografia tra le più belle del cinema italiano. Un film imperdibile dal 25 gennaio in tutte le sale nazionali.
Antonia Del Sambro
