
Blue Monday: le 16 scene più tristi delle serie tv da guardare oggi
Oggi lunedì 16 gennaio 2023 è il Blue Monday, ossia il giorno più triste dell'anno. Per questo (e un po' per infierire), ecco la nostra classifica delle scene più tristi delle serie tv, per piangere tutti insieme davanti alla televisione
Blue Mondays rain or shine / I’ll say this world is lonesome / I’m just the lonesome kind: Ella Fitzgerald nella sua canzone blues Cryin' Mood cantava il suo malessere e la sua tristezza, riferito al Blue Monday, ovvero il il giorno più triste dell’anno. In questo 2023 cade oggi lunedì 16 gennaio e tutti ci sentiamo un po' più tristi e depressi del solito (come da un paio d'anni a questa parte).
Il finale di Lost
Ciò deriva da un'antica credenza, secondo cui, proprio in questa giornata particolare, si uniscono un clima più freddo del solito, la mancanza di denaro derivata dal periodo post-natalizio, il calo di entusiamo dopo Capodanno causa buoni propositi andati in fumo e, in ogni caso, la fine dei festeggiamenti e il ritorno alla vita di sempre, alla monotonia, alle faccende quotidiane. Per questo, oggi, tutti ci sentiamo più malinconici, tristi, affranti.
16 scene delle serie tv per piangere in questo Blue Monday
Si sa che, in quanto a tristezza e malinconia, le serie tv fanno il loro doveroso lavoro: ci sono scene che ci hanno fatto piangere, disperare, che ci hanno strappato il cuore, che non ci hanno fatto riprendere per giorni. Perciò, munitevi di fazzoletti (tanti), preparate Netflix, Disney+, AppleTv+, Sky e le varie piattaforme di streaming e scoprite la mia classifica personale delle 16 scene più tristi delle serie tv da rivedere in questo Blue Monday.
N.B. Questo articolo è pieno di SPOILER.
1. La morte del Dottor Greene in E.R. - Medici in Prima Linea
Primo posto sempre e per sempre. E.R. è una delle mie serie tv preferite di sempre, una di quelle che sta nella Top 3 per intenderci. È una delle serie meglio scritte e realizzate di sempre, oltre ad essere il primo vero e proprio medical drama, andato in onda dal 1994 al 2009 per 15 stagioni. È basata su Five Patients di Michael Crichton (quello di Jurassic Park per intenderci), racconti ispirati a casi reali realizzati quando Crichton era un tirocinante di medicina, è una forte e intensa critica al sistema sanitario americano, ha vinto ben 22 Emmy, risultando al terzo posto delle serie più premiate di sempre ed è stata co-prodotta da Steven Spielberg. Da qui sono passate guest-star e attori famosissimi, basti pensare a George Clooney, che interpreta il Dott. Ross, tormentato ma abile pediatra, e Julianna Margulies, l'infermiera Carol che nel pilot della serie tenta il suicidio con un'overdose di farmaci (avanguardia pura nel 1994). Uno dei protagonisti più amati della serie è il Dott. Mark Greene (Anthony Edwards) e quando è morto per tutti i fan è stato come perdere un parente.
A Mark viene diagnosticato un tumore al cervello, prima operato ma poi tornato in forma terminale, così decide di trasferirsi alle Hawaii per vivere gli ultimi giorni di vita, raccontati nell’episodio On The Beach, il 21esimo dell’ottava stagione, tra il decorso finale della malattia, le liti con la figlia imbottita di antidolorifici che non riesce ad accettare la morte incombente del padre e sua moglie, il chirurgo Elisabeth Corday (Alex Kingston) che gli resta vicino più che può. Tramite una splendida sequenza finale, accompagnata dalle note della storica versione di Somewhere Over The Rainbow di Israel Kamakawiwo'ole, vediamo spirare il Dott. Greene, perché la morte è ineluttabile, ci raggiunge, non ha pietà di nessuno, neanche di una persona che ha salvato migliaia di vite. Da notare, nella puntata precedente, la bellissima e straziante lettera scritta agli amici e colleghi dell’ospedale prima di morire, che viene letta a tutti dal Dott. Carter (Noah Wyle), ex studente di Greene e suo erede nel pronto soccorso, che Crichton ci fa intendere e sceglie di raccontare attraverso una straordinaria sequenza: mentre svuota l'armadietto di Greene, Carter sostituisce il suo fonendoscopio con quello che fu del suo mentore, mettendoselo al collo. "You set the tone, Carter". Potete vederla su Sky o Prime Video.
2. Il finale di Lost
Controverso, amato, odiato, discusso: a distanza di anni, si parla ancora del finale di Lost, che ha creato numerose polemiche. A chi non è piaciuto, chi non l'ha capito fino in fondo, chi è rimasto impassibile, chi ancora sta cercando un significato recondito, ma è impossibile negarlo: l'ultima sequenza del finale di Lost è da lacrima facilissima. Personalmente, ho amato intensamente e profondamente Lost e, oltre al finale, sono stati altri due i momenti che mi hanno fatto piangere a dirotto in questa serie: la morte di Charlie e la telefonata tra Desmond e Penny. La serie tv più complessa di sempre si conclude con un finale un po' filosofico, un po' religioso, un po' esistenzialista, con i personaggi che possono trapassare e con l’occhio di Jack che finalmente può chiudersi per sempre. The End part 2 ci insegna, fondamentalmente, che l'importante non è la destinazione, ma il viaggio e coloro che incontriamo sulla nostra strada. E quel motivo finale della bellissima colonna sonora di Michael Giacchino, ancora oggi, riesce a farmi piangere a dirotto come una bambina. Su Disney+.
3. Nora e Kevin si riuniscono nel finale di The Leftovers
In questa serie capolavoro HBO (tra le mie preferite), destinata sicuramente a pochi, si piange parecchio. La trama non è così importante, poiché il punto centrale dello show è solo e soltanto uno: il dolore, quello puro e la capacità di affrontare una perdita. Quindi, dopo tre stagioni di nonsobenecosa, alla fine chi se ne importa se Nora (Carrie Coon), uno dei miei personaggi preferiti di sempre, è davvero andata dall'altra parte e poi è tornata, oppure è solo una storia che racconta a se stessa per affrontare il dolore della perdita che la affligge dalla dipartita della sua famiglia. Kevin (Justin Theroux) ci crede e lo fa perché la ama profondamente.
La sequenza finale dell’episodio The Book of Nora, episodio conclusivo della serie, è pervasa di primi piani di Nora e Kevin che recitano faccia a faccia, uno degli esempi migliori di recitazione ravvicinata in puro stile Ingmar Bergman. Due persone tristi e sole che trovano di nuovo conforto l'una nell'altra. Il racconto di Nora è fatto su un silenzio ingombrante che ci lascia senza fiato, ciò che aspettavamo di sapere da anni all’improvviso non ci interessa quasi più, poiché ciò che importa davvero è non rimanere soli quando il dolore ci spiazza e quelle parole sono tutto ciò che Kevin e Nora possono sperare. Piangono, si prendono per mano, la camera inquadra l’esterno della casa, quel dannato tema di Max Richter ci accompagna e ci lascia lì. Semplicemente perfetto, tristemente reale. La trovate su Sky.
4. Le cinque fasi del Lutto di Mr. Robot
Considero (io e la critica mondiale) Mr. Robot una delle migliori serie tv del decennio. Protagonista è Rami Malek insieme a Christian Slater, e nell'episodio 7 della quarta ed ultima stagione, dal titolo Proxy Authentication Required, ci regala una performance da brividi, grazie anche alla sceneggiatura e regia strabilianti del creatore della serie Sam Esmail. Niente di simile è mai andato in onda in tv: nel corso delle quattro stagioni abbiamo condiviso con Elliot tutto, e proprio tutto, ma questa volta ci addentriamo nel suo io più profondo e scopriamo un dolore insopportabile, lancinante, difficile da dimenticare.
Esmail mette in scena una vera e propria opera teatrale, sublimando le cinque fasi del lutto: abbiamo cercato di negare (primo atto/prima fase), arrabbiarci (secondo atto/seconda fase), scendere a patti (terzo atto/terza fase) con Mr. Robot (Christian Slater) ma, infine, abbiamo dovuto rassegnarci (quarto atto/quarta fase) all’orrore della verità e accettare (quinto atto/quinta fase) la terribile condizione del passato di Elliot. Ma se questo vi sembra folle, non è niente rispetto a quello che avviene nelle puntate finali. Mr. Robot ha vinto due Golden Globe e due Emmy e, se non l'avete vista, va recuperata assolutamente: la trovate su Netflix.
5. Euphoria: Rue in piena astinenza litiga con la sua famiglia e con Jules
Accompagnata da una soundtrack straordinaria firmata Labrinth, la serie tv life drama e un po' autobiografica di Sam Levinson è un tormento unico. Dolore, ansia, depressione, dipendenza, rabbia e malessere generale. Tra i tanti momenti devastanti di Euphoria, l'apice viene raggiunto nell'episodio Stand Still Like The Hummingbird, il quinto della seconda stagione, in cui Rue (interpretata da Zendaya, vincitrice di due Emmy per questo ruolo), in piena crisi d'astinenza, non le manda a dire a nessuno: famiglia, amici e, soprattutto, la sua ex Jules.
L'episodio si apre direttamente mel mezzo di una fortissima lite tra Rue, sua madre e sua sorella, proprio mentre cercano di aiutarla (in inglese viene chiamato intervention), insieme a Jules e all'amico Elliot che ascoltano tristemente in soggiorno. Quando scopre che Jules ha buttato la sua valigia piena di droga (appartenente in realtà a una boss della zona), Rue comincia a delirare e a insultare tutti nel modo peggiore possibile. Una sequenza difficilissima da guardare, scritta divinamente, ma che è una pugnalata continua. L'episodio ci tiene costantemente in ansia, grazie anche alla regia sopraffina, soprattutto dopo che Rue decide di scappare nel mezzo del traffico, facendo un errore dietro l'altro e finendo nel posto peggiore possibile. Da vedere su Sky.
6. Il viaggio finale di Rebecca in This is Us
This Is Us è la serie più famosa della tv vincitrice di svariati Emmy in grado di colpire ai reni peggio di una colica. La quantità di lacrime versate guardando questo show è inestimabile e scegliere un momento triste più di altri è davvero difficile. È realizzato sapientemente per colpire indistintamente qualsiasi persona, poiché riesce a toccare quelle corde emotive più nascoste, facendo esplodere chiunque prima o poi in un grido catartico di dolore misto a gioia misto a disperazione. Tra i vari episodi spezzacuore (sul podio ci sono sicuramente anche Memphis e Super Bowl Sunday della stagione 2), ho scelto il 17esimo della sesta ed ultima stagione, dal titolo The Train.
La famiglia Pearson è riunita alla baita per dare l'ultimo saluto a Rebecca (Mandy Moore) e tutti i componenti della famiglia si alternano nella stanza per dirle addio con un ultimo messaggio. Rebecca priva di sensi nel suo letto ma è in grado di sentire le parole di ognuno, in una sorta di sogno sospeso come se fosse su un treno in movimento. Così inizia a muoversi tra i vagoni del treno, salutando tutte le persone della sua vita, chiudendo cerchi e avvicinandosi sempre più alla morte. In questo viaggio è accompagnata dal saggio William (Ron Cephas Jones), che le e ci regala un monologo finale da brividi: "Se qualcosa ti rattrista quando finisce, deve essere stato meraviglioso mentre stava accadendo. La fine non è triste, Rebecca. È solo l'inizio di qualcosa di incredibilmente bello". Un discorso emozionante che accompagna mamma Pearson fino all'ultimo vagone del treno, in cui ritroverà finalmente il suo grande amore Jack (Milo Ventimiglia). Preparate caterve di fazzoletti e non perdetevela su Disney+ o Prime Video.
7. Il finale strappacuore di Fleabag
"This is a love story". Comincia così il piccolo capolavoro british scritto e interpretato da Phoebe Waller-Bridge (autrice anche di Killing Eve), nato come suo monologo teatrale, in cui interpreta un'anti-eroina alla prese con i problemi tipici di una donna 30enne. Fleabag, ovvero "Sacco di pulci", prende a ceffoni tutto quello che viene raffigurato come l'universo femminile negli altri show e ne fa una reale rappresentazione di una donna, con il male di vivere, perennemente in crisi e sofferente, dal sarcasmo pungente, fissata con il sesso, incapace di mantenere una relazione, bugiarda, ladra, anche un po' ridicola e sgradevole, ma profondamente segnata dal passato.
Sono poche le scene nella storia della televisione moderna che hanno fatto singhiozzare tanto quanto questa. Bastano due semplici parole a devastare così in profondità da non essere più gli stessi. In Episode 6, finale della seconda stagione, Fleabag si dichiara al prete più bello della televisione (Andrew Scott) dicendogli “La cosa peggiore è che ti amo fottutamente”, ma lui le risponde “Passerà”. Così lei, rimasta sola, ci guarda per un secondo in macchina e si allontana tristemente. Da allora non ho più conosciuto la pace emotiva. Se non avete mai visto questa perla firmata BBC, dovete assolutamente recuperare le due (ahimè brevissime) stagioni su Prime Video.
8. Grey’s Anatomy: le donne del Grey Sloan sostengono una paziente sopravvissuta a una violenza sessuale
"The alcohol that he drinks is his excuse and the alcohol that I drink, makes it my fault". Con questa frase Abby (interpretata dalla bravissima Khalilah Joi), paziente che arriva al pronto soccorso dopo essere stata picchiata e stuprata, descrive perfettamente la condizione di una donna che beve e viene violentata. "Sì, ma se non avesse bevuto troppo...", "Sì, ma se non si fosse vestita in quel modo...". Si sa, Shonda Rhimes è una delle più importanti scrittrici della serialià televisa contemporanea, impegnata in prima linea nella difesa dei diritti delle donne e Grey’s Anatomy è da sempre una fucina di dolore, lacrime e morte. Nel corso delle 19 stagioni del medical drama sono stati molti i momenti che ci hanno fatto piangere: dalla morte di Denny Duquette a quella di George O'Malley e Lexie, prove durissime da superare, fino alla tragica morte del del Dott. Shepherd, che segnò, in qualche modo, un punto di svolta per Meredith e per la serie in generale. Ma nel corso della 15esima stagione, c’è un episodio intenso e profondo che tutti dovrebbero vedere, a prescindere dal fatto che siate o no fan della serie.
S'intitola Silent All These Years ed è l’episodio 19, uno dei più importanti ed emozionanti della stagione: in un flashback viene finalmente raccontata la storia della Dott.ssa Jo Karev, che scopre di essere figlia di uno stupro direttamente da sua madre, cosa da cui ne uscirà devastata. Più tardi, si prende cura di Abby, la paziente vittima di violenza sessuale, talmente terrorizzata che ha paura di lasciare la sua stanza, nonostante abbia bisogno di un intervento urgente. Così Jo (che in primis è stata vittima di abusi da parte di un marito violento) decide di riunire tutte le donne dell’ospedale e allinearle in corridoio, nel tragitto tra la stanza di Abby e la sala operatoria, in modo da farla sentire al sicuro anche solo per un momento (curiosità: le donne del corridoio sono tutte lavoratrici del set della serie). Una scena potentissima, di cui tutti abbiamo bisogno, sottolineata dalla sempre perfetta soundtrack Lost Without You di Freya Ridings. La sequenza in cui vengono effettuati i test per lo stupro è drammaticamente realistica, come un pugno in faccia. Potete, anzi, dovete vederla su Disney+.
9. Le Nozze Rosse di Game of Thrones
La serie più famosa HBO è nota per la sua violenza, la sete di sangue, le morti improvvise e sconvolgenti. Sono tanti i momenti che ci hanno spezzato il cuore e personalmente una delle morti che più ho detestato è stata quella di Hodor, che mi ha fatto piangere per giorni. Ma sicuramente, l'episodio che più di tutti ci ha travolto e lasciato con un miscuglio di emozioni contrastanti (tristezza, rabbia, vendetta) è The Rains of Castamere, il nono della terza stagione, meglio conosciuto come The Red Wedding o Le Nozze Rosse in terra italica, nome derivante dalla sequenza finale che si svolge durante il matrimonio tra Edmure Tully e Roslin Frey.
Un episodio che entrato nella storia della serialità televisiva, in cui la morte inaspettata di un'intera famiglia ha lasciato gli spettatori completamente scioccati. Prima Talisa, la moglie di Robb Stark, pugnalata a tradimento all'addome gravido, poi Robb stesso, prima colpito dalle balestre e poi pugnalato al cuore e, infine, sua madre Catelyn, che dopo aver assistito alla scena prende in ostaggio e uccide inutilmente la moglie di Frey ("I'll find another one"), ma viene sgozzata negli ultimi secondi della puntata. Certo è che coloro al passo con i romanzi sapevano a cosa saremmo andati incontro, ma la "sopresa" è stata comunque brutale e devastante per tutti. Se pensate ancora, dopo oltre 10 anni, che Game of Thrones sia una serie fantasy che parli di draghi, non avete capito nulla e forse è il caso che la guardiate su Sky.
10. Il finale di Breaking Bad
Vi vedo: avete pianto tutti (me compresa) quando Walter White (Bryan Cranston) si accascia a terra, ferito e morente, mentre guarda per l'ultima volta il suo riflesso in una delle macchine per la creazione dell'anfetamina e crolla a terra, con un mezzo sorriso. In lontananza si sentono le sirene della polizia, mentre Jesse Pinkman (Aaron Paul) scappa piangendo: la separazione definitiva, la fine di un rapporto che ha spezzato il cuore a tutto il mondo. È un finale shakespeariano, la caduta del re, la fine di un’era, l’Ozymandias.
In sottofondo le note di Baby Blue dei Badfinger e noi che ci asciughiamo le lacrime e pensiamo che non dimenticheremo mai questo capolavoro vincitore di due Golden Globe e ben 16 Emmy Awards. Felina è uno dei più bei finali mai scritti: esiste qualcuno che ancora non ha mai visto Breaking Bad? Non voglio crederci, ma se così fosse, Netflix vi può aiutare: trovate tutte e cinque le stagioni.
11. La fine di Adriana ne I Soprano
I Soprano è una delle mie serie preferite in assoluto e Adriana è uno dei miei personaggi favoriti: accattivante e simpatica, interpretato meravigliosamente da Drea de Matteo, con un bellissimo sviluppo narrativo nell'arco di cinque stagioni (in totale sono 6). Anche in questa serie sono state tante le scene che mi hanno spezzato il cuore, ma la morte di Adriana nell'episodio Long Term Parking, il 12esimo della quinta stagione, rimane uno dei più difficili da guardare, proprio perchè David Chase non ce lo fa capire subito e protrae lo strazio così a lungo da risultare ancor più drammatico. Dopo essere stata indagata dall'FBI nella stagione precedente, Adriana diventa un informatore federale per proteggere suo marito Christopher (Michael Imperioli), nipote del boss del crimine Tony Soprano (James Gandolfini), ma viene scoperta dalla famiglia e, inevitabilmente, il suo tempo scade.
Tuttavia, nell'episodio stesso, il pubblico viene indotto a pensare che Adriana salga sulla sua auto e fugga dalla sua vecchia vita come avrebbe dovuto fare molto tempo prima. Ma ciò si rivela un sogno ad occhi aperti e la scena si sposta su Adriana in macchina con Silvio Dante (Steven Van Zandt), che la porta nel bosco e la giustizia per il suo tradimento. Il momento in cui Adriana realizza che è arrivata la fine è ancora uno dei momenti più toccanti dell'intero show. Considerata una delle migliori serie tv di sempre dalla critica mondiale, ha vinto 21 Emmy e 5 Golden Globe e ha fatto scuola per chi è venuto venuto dopo, vedi Breaking Bad o True Detective. Se non l'avete mai vista, fatemi un favore personale perchè è uno degli show del mio cuore e scoprirete quanto la amerete, con quel finale che si studia sui libri di Cinema. La trovate su Sky.
12. Daniel e Viktor cercano di restare a galla in Years and Years
Quando ho visto questa serie firmata HBO e BBC ho cercato di passarla a più persone possibili, come faccio di solito, perchè la Bellezza va diffusa e il significato di questo show è così profondo che non poteva restare nascosta. Ritengo Years and Years una delle migliori serie tv realizzate negli ultimi anni, creata dal genio Russell T. Davies (quello di altre due perle come Queer As Folk e Doctor Who), con un cast eccezionale e sono diversi i momenti che mi hanno fatto commuovere. Su tutti, però, c'è forse la sequenza di Episode 4, così intensa e drammatica (e, ironia della sorte, quella meno distopica di tutta la serie) da farci sentire delle complete nullità seduti sui nostri divani, al di là dello schermo. La serie si svolge nel corso di 15 anni e in questo episodio siamo nel 2027.
Daniel e Viktor sono una coppia: il primo è inglese, l'altro è ucraino ed entrambi sono in Francia per una serie di vicissitudini, ma Viktor sta per essere rimpatriato, così Daniel decide che entrambi devono tornare in UK anche se illegalmente, in modo che Viktor non venga espulso e, soprattutto, giustiziato perchè gay. Ai due vengono rubati soldi e passaporti mentre cercano di comprare documenti falsi, così s'imbarcano su un gommone sovraffollato, ma questo affonda a mezzo miglio dalla costa britannica. La sequenza del tentativo di viaggio è un pugno nello stomaco, con una regia, fotografia e soundtrack perfette, resa ancor più devastante dal fatto che, se ci fermiamo a pensare, è una situazione che ogni giorno vivono migliaia di persone. L'epilogo è devastante: il corpo di Daniel viene ritrovato sulla spiaggia, mentre Viktor si salva. Years and Years è un capolavoro meraviglioso, che vi distruggerà il cuore, ma che vi aprirà la mente. Potete vederla su Starzplay, che trovate all'interno di Amazon Prime Video, Apple Tv+ o Disney+.
13. La morte di Poussey in Orange Is The New Black
Forse il momento più tragico di Orange Is The New Black, che ci ha lasciati tutti sconvolti e e privati di uno dei personaggi più amati della serie, la cui morte fece scaturire l’intera rivolta del carcere e delle detenute di Litchfield. Nell'episodio The Animals, il 12esimo della quarta stagione, Poussey (Samira Wiley) stava solo cercando di placare la sua instabile amica Suzanne (Uzo Aduba), quando improvvisamente fu presa da una delle guardie, ma una di quelle “buone”, dimostrando così che il sistema giudiziario non risparmia nessuno, né detenuti né carcerieri.
Baxter Bayley, questo il suo nome, bloccò Poussey a terra con un ginocchio sulla schiena, senza accorgersi che le stava impedendo di respirare, mentre con l'altro braccio cercava di spingere via Suzanne. Una scena straziante ma inquietante allo stesso tempo, visto che alla messa in onda della puntata stavano facendo scalpore in USA le notizie delle violenze della polizia. Potete vedere l'intera serie con le sue 7 stagioni su Netflix.
14. I ragazzi sotto processo ascoltano il verdetto in When They See Us
Una miniserie Netflix che racconta la vera storia dei Central Park 5, diretta dalla fantastica regista Ava DuVernay, la quale si è assicurata che tutti noi spettatori provassimo esattamente le stesse sensazioni dei ragazzi nel momento della lettura del verdetto, lasciandoci con un groppo alla gola che ricorderemo per sempre. La storia di When They See Us è senza mezzi termini straziante, angosciante, frustrante: l'episodio Part 1 racconta di Antron McCray, Kevin Richardson, Raymond Santana, Yusef Salaam e Korey Wise (interpretato da Jharrel Jerome, vincitore dell'Emmy Award per l'interpretazione), cinque adolescenti che vengono interrogati brutalmente dalla polizia per ore ed ore, senza la presenza dei genitori, e costretti in seguito a confessare ingiustamente lo stupro di una donna a Central Park.
In Part 2 assistiamo ad una sequenza finale girata in un mondo così intimo, con un primo piano sul volto di ogni ragazzo e su quelli dei loro genitori lacerati dal dolore, mentre in sottofondo arrivano i verdetti di colpevolezza per tutti. Noi, al di là dello schermo, vorremmo urlare "No! Non è giusto!", mentre invece non possiamo fare altro che rimanere impotenti e farci distruggere completamente. E la splendida sequenza finale di Asante Blackk nei panni di Richardson, seduto su una sedia in mezzo ad una strada di New York, mentre suona la sua tromba, è così piena di significato che non possiamo e non dobbiamo mai toglierci di dosso.
15. La morte di Nicholas Brody in Homeland
Personalmente la considero una delle scene più dolorose ed ogni volta che la rivedo mi spezza il cuore. È la fine di un amore impossibile, quello tra Carrie Mathison (Claire Danes), agente operativa della CIA con disturbo bipolare, e Nicholas Brody (Damian Lewis), ex marine, diventato poi (quasi) terrorista, ma che alla fine si redime. L'episodio finale della terza stagione, dal titolo The Star, è uno dei più infelici dell'intera serie e la sua morte una delle più strazianti. Si svolge a Teheran, dove i due stanno svolgendo una missione, ma Nicholas viene scoperto, catturato e impiccato pubblicamente in piazza.
Carrie, incinta di sua figlia, corre verso di lui disperatamente per cercare di salvarlo, ma è troppo tardi: si arrampica sulla rete circostante, lo guarda negli occhi un'ultima volta, urla il suo nome piangendo ma viene scaraventata a terra dalle guardie. Nicholas muore sotto i suoi occhi. Homeland è una delle mie serie tv preferite e, in generale, uno dei migliori show che siano mai stati realizzati, vincitore di 5 Golden Globe e 6 Emmy con un finale strabiliante. Trovate le 8 stagioni su Disney+.
16. Il finale di Six Feet Under
Di solito, quando si parla di scene tristi, lo inserisco sempre, poiché rimane uno dei più bei finali nella storia dei finali delle serie tv. L'episodio finale della serie HBO su una famiglia di impresari funebri s'intitola Everyone’s Waiting ed è un susseguirsi di colpi allo stomaco, in cui i protagonisti, che abbiamo amato e seguito per cinque stagioni, muoiono uno dopo l’altro, il tutto accompagnato dal brano Breathe Me di Sia, un pezzo violentemente doloroso che contribuisce alla lacrima facile ma accompagna perfettamente la sequenza finale. Se non avete mai visto questo capolavoro di serie firmata HBO, con Peter Krause, Michael C. Hall, Frances Conroy, Rachel Griffiths e molte altre guest-star, premiata con 3 Golden Globe e 9 Emmy, dovete rimediare: la trovate su Sky.

Giorgia Brandolese
Da The Wire ai Pearl Jam, passando per Grant Achatz. Musicista, Giornalista, laureata in Comunicazione pubblicitaria, nel corso degli anni si specializza in Cinema, Serie Tv, Alta Cucina.
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