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Freelance under 30 con il chiodo fisso del mangiare e bere bene. Estremamente curiosa, cresce una nuova generazione di enotecnici fiorentini trasmettendo il suo entusiasmo con la penna e tra i banchi di scuola.
Varcata l’entrata di quello che nel Rinascimento era un loggiato in cui riparavano carri e carrozze, ora chiuso da una copertura in cristallo e caratterizzato da un lussureggiante giardino verticale, si entra in un luogo cosmopolita, dove pietre e marmi di oltre ottocento anni fa emanano paradossalmente un’aura dall’eleganza estremamente moderna. Una estetica sontuosa risalente al XVI° secolo, riportata alla luce con una allure contemporanea, celebrativa dei fasti del Rinascimento e contestualmente evocatrice di una modernità sofisticata. Questa è l’atmosfera che si respira al Locale, ristorante e cocktail bar custoditi tra le mura di Palazzo Concini, a cinque minuti a piedi dal Duomo di Firenze, aggiudicatosi quest’anno il 39° posto nella World’s 50 Best Bars.
Lo stesso approccio pervade anche l’identità della cucina di chef Simone Caponnetto, sbrigliata dai vincoli nostalgici dell’heritage. Fluttuante in una dimensione sospesa fra storicità e avanguardia, dove imprescindibili sono il pregio di una artigianalità minuziosa, unita alla ricerca del massimo valore nelle materie utilizzate. Sebbene molto giovane, Caponnetto ha incentrato la sua cifra su una formazione solida e sfaccettata, a cui si uniscono competenze tecniche e una buona dose di anticonvenzionalismo. Che sfociano in una cucina in cui passato e futuro si fondono, dove sapori storici si fanno compenetrare dalla modernità, per sortire un appagamento gustativo dalla spiccata unicità, fuori da stereotipi ed etichette.
Locale di Firenze diventa dunque il palcoscenico ideale per esprimere la creatività di una nuova generazione di chef sempre più protagonista, che grazie a momenti di scambio, dialogo e confronto sta delineando le nuove frontiere della gastronomia italiana.
Il Gruppo Sanpellegrino insieme al Locale di Firenze hanno dato il via a Food Fellas, un ciclo di appuntamenti mensili all’insegna del connubio di fine dining e fine drinking. Tra ottobre 2022 e giugno 2023, saranno numerosi gli chef che si divertiranno a creare menu inediti a quattro mani con lo chef patron Simone Caponnetto, attraverso piatti che raccontino la loro filosofia di cucina, per un’esperienza gastronomica esaltata e impreziosita dall’abbinamento con Acqua Panna e S.Pellegrino. Un progetto che nasce con l’obiettivo di promuovere il dialogo tra giovani chef da tutta Italia che stanno dando un nuovo contributo alla cucina del territorio con un approccio critico e innovativo e un occhio attento a tematiche etiche come la sostenibilità e la lotta allo spreco.
In un tempio del buon mangiare ma anche del buon bere come Locale non potrà mancare un ottimo e curato cocktail pairing. Nel corso delle serate del ciclo FoodFellas, Matteo Di Ienno, bartender di Locale, proporrà dei drink ideati per l’occasione con l’utilizzo di Perrier e delle Bibite Sanpellegrino, realizzate con materie prime ricercate e ingredienti unici del territorio italiano, partner ideali di preparazioni miscelate eleganti e raffinate.
Bonus: Una delle sale dell’area interrata del palazzo è adibita a laboratorio dove, fra ampolle e alambicchi, Matteo Di Ienno ed il suo staff creano distillati, estrazioni e fermentazioni.
Siamo stati al Locale a provare il menù a quattro mani realizzato da Caponnetto con lo chef procidiano Marco Ambrosino durante il secondo round di Food Fellas. Creazioni inedite dove la protagonista assoluta era la fermentazione, sia nei piatti che nel pairing con i cocktail. Ecco cosa abbiamo assaggiato.
Amuse bouche (Resident Chef Simone Caponnetto)
Brodo caldo di pane e parmigiano, olio al basilico, fiori di tagete
Cozza cotta al barbecue, caciocavallo e burro piccante
Dobladita con sgombro affumicato, salsa di ibisco
Broccolo, vongola, essenza di vongola
Escalibada di verdure grigliate
White Americano
Vermouth bianco, liquore alla genziana, top di soda, pioppino
Pan brioche al barbecue e salsa di pomodoro
Burro al pollo arrosto e mela, limone fermentato
Ostrica grigliata, glassata con lievito birra, succo di finocchio fermentato, olio al dragoncello (Chef Marco Ambrosino)
Buvoli Metodo Classico Tre Extra Brut
Cartuccia di Lepre e Pan brioche alla grue cacao (Resident Chef Simone Caponnetto)
Porgin Gin fermentato e distillato con funghi porcini e vermouth dry umami
Risotto, cipolla rossa alla brace, salsa anchoïade, sumak (Chef Marco Ambrosino)
Elisir Caterina (Uno dei tre signature cocktail del Locale) – Vermouth, Bitter e idrolato di carciofo crudo
Faraona e Punto. “Guscio” di pelle di faraona croccante, spuma ai funghi galletti, petto di faraona cotto a bassa temperatura, fondo con aggiunta di acqua lattofermentata (Resident Chef Simone Caponnetto)
Chianti Classico DOCG Isola delle Falcole Gran Selezione 2018
Agnello cotto nel fieno, hummus di ceci fermentati, miso di legumi e miso di lenticchie (Chef Marco Ambrosino)
Pinot Nero Riserva DOC ANRAR 2019 Cantina Andriano
Insalata di Agrumi cavolo nero, sorbetto e chips, spuma al tè matcha, macedonia di agrumi (Resident Chef Simone Caponnetto)
Idromele home made, con miele non pastorizzato, acqua
Miele, Ricotta e Pere Ricotta macerata, pera sottaceto, mela cotogna, caramello salato, miele millefiori direttamente dal favo (Resident Chef Simone Caponnetto)
Petit Four
Ad inaugurare Food Fellas lo scorso 19 ottobre Antonio Romano, vincitore italiano del Fine Dining Lovers Food for Thought Award durante l’ultima edizione di S.Pellegrino Young Chef Academy Competition. Il 16 novembre è stato il turno di Marco Ambrosino (prossima apertura a Napoli), mentre il prossimo appuntamento è per il 14 dicembre con la mano di Stefano Sforza (Opera a Torino). Il 18 gennaio sarà la volta di Davide Marzullo, oggi chef di Trattoria Contemporanea a Lomazzo (Como) dopo aver vinto, nella finale regionale Italia e Sud Est Europa, il S.Pellegrino Award for Social Responsibility. A seguire Giuseppe Molaro (Contaminazioni Restaurant a Somma Vesuviana), il 20 febbraio; Mattia Pecis (Cracco Portofino) il 22 marzo; Sara Scarsella (Ristorante Sintesi ad Ariccia) il 19 aprile. Il 17 maggio, inoltre, a dividere le cucine con Simone Caponnetto ci sarà il vincitore italiano della 5° edizione di S.Pellegrino Young Chef Academy Competition, che si terrà nel 2023.
È iniziata ufficialmente la ventiseiesima edizione di Artigiano in Fiera. Da sabato 3 fino a domenica 11 dicembre i visitatori potranno fare “il giro del mondo” tra i 7 padiglioni del polo di Fieramilano (Rho). Gli spazi sono aperti tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 22:30, con invito gratuito da scaricare sul sito artigianoinfiera.it.
Quest’anno Artigiano in Fiera si sviluppa su 7 padiglioni con 2.350 espositori (dei quali 510 nuovi, 700 under 35) e 84 Paesi del mondo presenti e rappresentati. Tutta l’Italia è rappresentata al gran completo, così come una grande area dedicata all’Europa dove spicca la Francia con i suoi artigiani e i suoi prodotti di qualità, ma anche la Spagna, l’Austria, il Portogallo. È stato allestito anche uno spazio di solidarietà̀ dedicato a diciotto imprese provenienti dall’Ucraina, la cui partecipazione è interamente sostenuta da Ge.Fi. Spa: un chiaro segnale di pace per un popolo segnato dal conflitto bellico. Dall’Africa si confermano le grandi presenze di Tunisia e Senegal. Il Paese d’onore è l’India, con una vasta rappresentazione dell’artigianato di ogni settore merceologico. Sempre dall’Asia si segnalano i ritorni in grande stile del Vietnam e dell’Iran, con una rappresentazione di donne artigiane del Paese e alcuni prodotti tipici. Dalle Americhe, tra i vari Paesi presenti, sono arrivati gli artigiani del Messico, della Colombia, dell’Ecuador, oltre ai ritorni da Cuba e dall’Argentina. E c’è anche una rappresentanza dalle Antille e dai territori oceanici della Francia d’oltremare (DOM-TOM).
Anche quest’anno l’offerta gastronomica si presenta variegata e in grado di soddisfare la curiosità dei visitatori con 27 ristoranti e 18 luoghi del gusto. Nei padiglioni dedicati all’Italia si rinnovano le proposte del Veneto, della Toscana, della Campania e della Sardegna e si amplia l’offerta dell’Emilia-Romagna. In Europa, invece, si segnala il nuovo ristorante francese dedicato ai formaggi della Savoia, mentre ci sono anche piccoli villaggi specializzati nelle cucine sudamericane e asiatiche, con due ristoranti indiani e la novità della gastronomia indonesiana. Altra new entry: il ristorante italoamericano, con le ricette tipiche importate dagli italiani negli States.
Si rinnovano anche quest’anno i saloni tematici come Vivere la casa, vetrina per le imprese artigiane specializzate nell’arredamento, nella valorizzazione degli spazi su misura e nelle soluzioni per l’abitare contemporaneo, l’Atelier Moda & Design, area dedicata al mondo del fashion e al design di alto livello, con creazioni sartoriali, gioiellerie artigianali e start up innovative. E infine, il Salone della Creatività, spazio dedicato agli hobbisti e alle arti creative e manuali tra decoupage e patchwork, con laboratori dal vivo.
In collaborazione con @milanodascrocco, uno dei canali Instagram più seguiti dalla community milanese, per la prima volta nella giornata di mercoledì 7 dicembre sarà organizzata una vera e propria caccia al tesoro a squadre tra i padiglioni di Artigiano in Fiera: indovinelli e indizi saranno suggeriti attraverso stories pubblicate in tempo reale sui canali Instagram di @milanodascrocco e @artigianoinfiera.
Presso la reception dei padiglioni 5/7 è allestita un'area bambini a cura di Leolandia con tanti servizi dedicati ai piccoli visitatori della fiera e alle loro famiglie. “Leolandia in Fiera” è animata da tanti show e servizi, dove i più piccoli possono divertirsi in assoluta sicurezza dalle 11.00 alle 19.00 nella magica atmosfera del parco più amato d’Italia. Sono previste anche due aree gioco per i bimbi 0-7 anni, spettacoli e laboratori.
“Da sempre è l’evento più amato dalla nostra gente – ha osservato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana -. Un appuntamento che va oltre una fiera, è un modo per esprimere i territorio, il meglio della propria regione, del proprio Paese”. “Un evento bello, partecipato e soprattutto gratuito – ha aggiunto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala -. Non è da tutti, dopo un quarto di secolo di storia alle spalle, riuscire a innovarsi e a mantenere questo appeal rendendo Artigiano in Fiera una destinazione imperdibile per i milanesi nel periodo natalizio”. “E’ la sintesi tra la bellezza delle creazioni delle nostre imprese e le tradizioni del territorio”, ha sottolineato Rosario Varì, Assessore alle Attività Produttive della Regione Calabria che ha ospitato la cerimonia inaugurale.
“Artigiano in Fiera è il luogo della valorizzazione dell’economia incentrata sulla persona e sul territorio – racconta il presidente di Ge.Fi. Gestione Fiere Spa, Antonio Intiglietta, ideatore della kermesse nel 1996 -. Anche quest’anno si conferma come la più grande rappresentazione di culture di tutto il mondo. In questo contesto di precarietà c’è chi costruisce. Noi, in particolare, stiamo costruendo la pace, perché stiamo mettendo insieme coloro che danno un senso al proprio lavoro e alla propria comunità locale. Li aiutiamo a mettersi insieme per comunicarsi in un luogo unico e per costruire una relazione con chi possa apprezzare e valorizzare il loro lavoro”.
Ulteriori dettagli e aggiornamenti sono disponibili sul sito ufficiale artigianoinfiera.it.
Dopo il grande successo di Rimini, “La Esse Romagnola” apre il suo secondo ristorante nel cuore di Milano, con l’obiettivo di esportare la vera tradizione romagnola in un format accogliente e unico nel suo genere. Fondato da quattro giovani imprenditori, il ristorante La Esse Romagnola nasce a Rimini nel 2017 dalla capacità imprenditoriale di Alice Gualtieri, Sofia Zannoni e i due fratelli Fabrizio e Diego Nanni. Quattro giovani che hanno deciso insieme di lavorare per esaltare l’identità enogastronomica della loro terra, la Romagna. Nasce così “La Esse Romagnola”, un ristorante che si propone come una trattoria moderna, quasi una boutique in cui vengono raccontati i sapori romagnoli e dove si propone una cucina autentica che utilizza esclusivamente materie prime del territorio romagnolo e di alta qualità.
A partire dalla sua apertura, il primo punto vendita di Rimini si è affermato negli anni come locale di riferimento per la città in fatto di qualità e autenticità gastronomica artigianale, sia dal punto di vista food che da quello dell’accoglienza calorosa, tipicamente romagnola. Dato il successo della prima esperienza, i quattro soci hanno così deciso di sviluppare ulteriormente il loro business, rendendo “La Esse Romagnola” un esempio di format retail solido e replicabile anche in altre città esportando in tutta Italia la vera e autentica identità romagnola raccontata dal brand di cui anche il naming sottolinea la tipicità. La “esse romagnola” si riferisce proprio alla parlata romagnola che ha nel suono della lettera S una particolare e riconoscibile inflessione onomatopeica.
Il menu è alla carta, strutturato in modo semplice e intuitivo, attentamente costruito per valorizzare al massimo gli ingredienti iconici romagnoli: primi piatti a base di pasta fresca realizzata dalle sapienti mani delle ‘zdore romagnole, secondi piatti di carne, taglieri e una proposta vegetariana.
Quello che propone la Esse Romagnola è un interessante viaggio sensoriale alla scoperta dell’autentica tradizione gastronomica della Romagna e ne rievoca anche il piacere genuino della sua convivialità. Oltre alla pasta fresca la proposta food del nuovo locale include anche un focus su alcuni prodotti romagnoli più iconici: “la Piada”, i Cassoni, ma anche Passatelli e Cappelletti. Non solo, ma nel menu si notano anche due prodotti “made in La Esse” come Il Tagliolino La Esse: un prodotto 100% creato dai soci, che propongono Il tipico tagliolino all’uovo, spesso e ruvido, condito con crema di Parmigiano, uovo in camicia e tartufo grattugiato sopra.
Quella della Piada de La Esse Romagnola è una ricetta studiata ad hoc, realizzata naturalmente con ingredienti tipici di alta qualità: come la selezione delle farine utilizzate tra le quali troviamo la Farina del Passatore e la farina di tipo 2 di Grani Antichi. Per quanto riguarda lo strutto, è utilizzato quello della Mora Romagnola e il sale delle Saline di Cervia.
Protagonista iconico del menu è anche il Cassone, tipico di Rimini, dalla forma simile ad un calzone ma creato dall ’impasto della piada e farcito con diversi ripieni. I Cassoni de La Esse, sono adatti a tutti poiché non contengono grassi animali. Oltre le classiche farciture che si possono trovare nella riviera romagnola, la Esse Romagnola propone che alcune ricette rivisitate, con l’aggiunta di ingredienti dell’entroterra, come il formaggio di Fossa di Sogliano.
La location di Milano richiama fedelmente le caratteristiche chiave e il linguaggio dello store di Rimini, che si ispira all’atmosfera delle tipiche cascine di campagna: il pavimento in legno, l’effetto sui muri è quello “consumato dal tempo” e l’illuminazione fatta di luci calde e avvolgenti. I complementi di arredo e oggettistica di una volta completano il mood. La Esse Romagnola è un vero e proprio universo in cui ogni dettaglio evoca profumi e colori tipici dell’entroterra romagnolo, dalle balle di fieno e le spighe di grano, agli outfit dello staff, ispirati all’abbigliamento tipico dei contadini.
Si è appena conclusa la prima edizione della Udine Cocktail Week, la kermesse dedicata alla mixology che si è svolta nelle strade del centro storico dal 10 al 16 ottobre. Durante tutta la settimana sono andate in scena degustazioni guidate da esperti del settore, corsi, eventi musicale e uno speciale secret party. Ogni locale aderente ha proposto una cocktail list con dei drink differenti dal solito, utilizzando esclusivamente i prodotti di Campari, Nonino, Diageo, Fabbri, About Ten. I partecipanti venivano omaggiati di gadget brandizzati Udine Cocktail Week: agenda e penna per seguire i corsi, zainetto, spilla e maglietta.
La settimana è iniziata il lunedì mattina con l'inaugurazione della UCW da parte del Sindaco di Udine, al quale poi è seguito un rinfresco offerto da Idea e Nonino.
Il martedì ha visto al Caffè Contarena Max Beltrame, barman professionista, e Francesco Bauso, fondatore della scuola Fusion Bartending, l’unica scuola italiana di formazione on line per bartender, tenere un corso su come approcciarsi e saper gestire la clientela, sia per chi è alle prime armi e vuole approcciarsi al bartending, sia per chi è già del mestiere.
Il mercoledì presso il Caffè Beltrame è stata ospite Francesca Bardelli Nonino, da poco nominata "l'influencer della grappa", per una degustazione guidata delle grappe e amari della Distilleria Nonino, seguita da un aperitivo.
La serata è proseguita con un secret party gestito dal Ginger Bar Champagneria presso il Cinema Visionario. Secret party perchè era solo su invito: l'evento era gratuito ma per entrare bisognava mostrare l'invito, ricevuto dal proprio barman. La capienza è stata raggiunta dopo 30 minuti e alle 23 c'è stato uno spettacolo a sorpresa con due ballerine brasiliane vestite con i vestiti tipici.
Perchè il cinema? Il cinema visionario a Udine ha ospitato fino ad una decina d'anni fa delle frequentatissime serate con musica e cocktail, estraniandosi dal solito contesto dei locali. Un luogo che per sua natura, la cinematografia, ti suggerisce di fermare il tempo e godersi il momento. Esattamente quello che gli organizzatori hanno voluto riportare a Udine per una sera, la tranquillità di un party al cinema. Durante la serata finger food, cocktail nonino e champagne Lallier.
Il giovedì ha visto Dave Garzon, produttore dei distillati artigianali About Ten, tenere una masterclass da titolo "l'esoticità dei distillati artigianali About Ten" presso il MoMart degustando piacevolissimi liquori con sentori di fava tonka, cardamomo, rabarbaro, china, zenzero, cannella, agave, quercia. Giovedì pomeriggio la Fabbri è stata protagonista di una masterclass sul Marendry alla quale è seguita l'inaugurazione del LUX BAR di Pasquale Guadagno. Il Barman della Fabbri, Mirco Bedin, ha gestito il banco dell'inaugurazione. Giovedì sera evento "Look At Me" una presentazione in un giardino segreto in pienissimo centro con i negozi di vestiti e accessori People, Vendome e Samia Lab, per scoprire le ultime tendenze della stagione autunno inverno.
Venerdì al Cuvee Lounge una masterclass campari Academy sul gin tenuta da Giacomo Albieri, campione Campari Bartender Competition 2022, alla quale è seguita una serata con DJ. Sempre di venerdì sera presso il D'Annata Wines l'aperitivo esotico con i distillati artigianali di About Ten.
Sabato presso il Ginger Bar Champagneria degustazione di Whisky talisker Skye e Talisker 10Y in abbinamento ad ostriche, tenuta da Dafne Kermisis, brand ambassador Diageo. La serata è proseguita con la tappa ufficiale Campari Soda al Piccolo Bar.
La Udine Cocktail Week si è conlcusa con una domenica pomeriggio di relax guidata da Dafne Kermisis, brand ambassador Diageo. Al Liberty 1894 sono stati proposti Rum Zacapa 23 e Zacapa Edicion Negra, in abbinamento con cioccolato fondente. Tutto si è concluso con un aperitivo con un buffet offerto dal Liberty 1894, e i cocktail della cocktail list ufficiale della settimana.
Lo chef Filippo Gozzoli firma un food concept che ha al centro un nuovo modello di convivialità e di condivisione. Un inno al comfort food in un’atmosfera intima ma al tempo stesso governata dal lusso e dalla creatività.
Visionnaire Bistrot sorge a pochi passi dal vivace quartiere di Brera, all’interno di Visionnaire Design Gallery in Piazza Cavour a Milano. Qui Gozzoli propone una cucina gustosa, fantasiosa e contemporanea che ha come protagonisti i quattro sapori principali sapientemente bilanciati per creare in ogni piatto quell’equilibrio perfetto e quel sapore compiuto che conducono il palato verso il gusto intenso e pieno dell’umami.
L’idea di cucina di Filippo Gozzoli è gustosa, perché con ogni piatto è in grado di regalare una sensazione di piacere e completezza; fantasiosa, perché giocata su abbinamenti particolari: ingredienti semplici, come verdure e pesce, si sposano con la frutta (fresca e secca) e con dressing ricercati che esaltano sapori e intensità.
Contemporanea nel gusto, la cucina che Gozzoli propone al Visionnaire Bistrot lo è anche nel modello: le portate sono servite assieme per consentire ai commensali di condividerle, chiacchierando e sorseggiando un calice di vino o di champagne Perrier Jouët o un cocktail fresco e dissetante.
Un inno al comfort food che trae ispirazione da tre proposte culinarie di respiro internazionale: bento, tapas e lounge bar. Bento, in un’unica volta sono serviti tutti i piatti ordinati; tapas, per la varietà di proposte che si possono gustare contemporaneamente; lounge bar, per l’atmosfera rilassata ed elegante che si respira nel bistrot. Il tutto con la regia di un servizio attento e misurato che fa sentire l’ospite coccolato come a casa.
L’offerta a pranzo ha un’importante proposta plant based che nasce dal desiderio di contribuire alla tutela dell'ambiente. Piatti a base di verdure e proteine di origine vegetale che coniugano gusto e sostenibilità, creatività e rispetto per la natura e per i suoi cicli stagionali, biodiversità e piacere per il palato. Le verdure, sempre diverse in base a stagionalità e disponibilità, vengono impreziosite da condimenti di ispirazione etnica e dalla frutta secca. Nel pomeriggio è possibile bere caffè, tè, tisane da accompagnare alle classiche “torte di credenza” della tradizione nostrana: sbrisolona, torta di mele, crostate, vengono proposte in una mise en place firmata Seletti che coniuga cucina e arte, creando un link diretto con Visionnaire Design Gallery.
Nell’orario dell’aperitivo l’atmosfera si trasforma e diventa ancor più rilassata: sul bancone spicca il bouquet royale di crudi di pesce (tartufi di mare, gamberi, scampi) a cui si affiancano lobster, capesante e ostriche gratinati, con una panatura moderna connotata dalla freschezza del limone, e accompagnati da salse a base vegetale, come maionese al caffè e liquirizia, wasabi o maionese alla barbabietola.
A cena, il menu si amplia: al bouquet royale si aggiungono altri crudi di pesce (tonno, ricciola e salmone), piatti a base di carne (come la tartare di manzo con cime di rapa, radice di cren e dressing all’ostrica, o il club sandwich con pomodoro, zucchine, melanzane, misticanza e maionese alla barbabietola), primi piatti gustosi, tra cui spicca la Minestra di Mare (pasta con primizie di mare). Completa la proposta la possibilità di scegliere piatti fuori menu, realizzati a mano libera dallo chef con gli ingredienti freschi del giorno.
La cucina di Filippo Gozzoli, che si avvale della preziosa collaborazione dello chef de cuisine Luca La Peccerella, è quindi una narrazione che parte dalla selezione degli ingredienti e termina nel piatto: come in un’opera d’arte, le sue composizioni sono il risultato di uno studio attento di colori, di intrecci travolgenti di forme e relazioni d’amore tra cibi. Una ricerca dei particolari che si ritrova anche nella cocktail list creata con la consulenza di Mattia Pastori e nel servizio attento e impeccabile di Salvatore De Biase, Restaurant e F&B Manager.
In Visionnaire Bistrot convivono design, arte e cucina: tre espressioni della creatività umana apparentemente distanti tra loro, che si uniscono in una proposta innovativa. E Visionnaire Design Gallery diventa un luogo dell’essere, un posto in cui sentirsi a casa e concedersi il piacere di un comfort food raffinato.
La Sina Chefs' Cup Contest giunge al suo ultimo appuntamento. Il 15 novembre alle ore 20 presso il ristorante Il Vizio dell'hotel Sina De La Vile di Milano andrà in scena la sfida tra i due finalisti: lo Chef Senio Venturi del Ristorante L'Asinello di Castelnuovo Berardenga (Siena) e lo chef Riccardo Agostini del Ristorante Il Piastrino di Pennabilli (Rimini). Come funziona la Sina Chefs' Cup Contest?Le cene della Sina Chef's Cup Contest sono ospitate all’interno dei ristoranti del gruppo Sina Hotels. Le cene sono aperte al pubblico e offrono la possibilità di assistere dal vivo alla preparazione delle ricette degli chef stellati durante speciali show cooking. Le proposte culinarie sono presentate ad una giuria costituita, in ogni tappa, da tre esperti del settore (critici enogastronomici, giornalisti, nutrizionisti…) e da una giuria garante composta da tre persone presente a tutte le tappe il cui peso del voto è pari a quello di un unico giurato. Gli chef stellati gareggiano a coppia e nella finale si sfida proprio la coppia che ha guadagnato più punti nella classifica. La finaleCome coppia, si sono aggiudicati il posto più alto nella classifica della Sina Chef's Cup Contest Senio Venturi e Riccardo Agostini. Al Sina Villa Medici di Firenze la coppia ha convinto la giuria che li ha premiati con il primo posto in classifica con il punteggio di 96/100 (coerenza con il tema scelto 20/20; complicità di coppia 20/20; bontà del piatto 18/20; rapporto qualità prezzo 18/20; valore estetico ed artistico del piatto 20/20). Hanno così sbaragliato tutti gli chef stellati avversari, che si sono avvicendati nel corso del contest tra i mesi di maggio e ottobre: a Perugia hanno partecipato gli chef Vincenzo Guarino e Giancarlo Polito, a Viareggio gli chef Alessandro Rossi e Maurizio Bardotti, a Romano Canavese (Torino) gli chef Enrico Marmo e Massimo Viglietti, a Venezia Stefano Vio e Valerio Dallamano, a Roma gli chef Giovanni Vanacore e Luigi Lionetti. Le proposte culinarie della serata sono ispirate a un viaggio intrapreso insieme in Corea: poco prima della pandemia chef Venturi e chef Agostini sono partiti per l'Oriente e il menù che proporranno in questa finale ne rievoca ricordi, emozioni, colori e sapori. Chef Agostini propone un antipasto che ricorda l'autunno, con i profumi evocativi del bosco: cardoncello maturato, uva acida e anice; chef Venturi invece preparerà ravioli di capocollo alla brace, crema di porri, pop corn di maiale e porro fritto, un primo piatto caratterizzato da consistenze e sapori contrastanti. Lo Chef Resident Taro Shimosaka proporrà il secondo piatto, salmone scozzese, salsa cachi e mizuna, tsukemono di cavolo viola, e per concludere il dessert, matcha e frutti di bosco. La giuriaPer questa ultima tappa milanese la giuria è costituita da Mariarosaria Bruno, giornalista di Fine Dining Lovers, Alessandra Iannello, giornalista de Il Gusto e di Agrodolce, Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola. |
Dopo anni di “buio gastronomico” la provincia di Crema torna a brillare con una nuova stella Michelin.
Il prezioso e tanto ambito riconoscimento della Guida Michelin 2023 è stato assegnato a Vitium, ristorante gourmet situato in un palazzo del 1300 nel centro storico di Crema. Vitium è stato aperto nella primavera del 2019 dal giovanissimo chef under 30 Michele Minchillo.
Pugliese di nascita, diplomato all’Alma, nonostante la giovane età Michele Minchillo vanta un curriculum vitae di tutto rispetto, con un bagaglio di esperienze lavorative importanti. La Palta con la chef Isa Mazzocchi, Al Pont de Ferr con Matias Perdomo e successivamente da Londra agli Emirati Arabi, fino a New York all’Aska del bistellato chef Frederik Berselius. Nel 2019 il progetto di aprire un ristorante tutto suo. Un inizio e un percorso sicuramente non facili per lo chef Minchillo: dalla Puglia a Crema, cittadina di 35.000 abitanti. Non Milano, Roma o Firenze, dove la sua cucina forse avrebbe avuto subito un ritorno immediato. Ma è stato amore a prima vista con la città di Crema ed è qui che ha deciso di dare vita al suo locale.
La cucina di Michele Minchillo è un mix di radici, di retaggi, di ciò che ha appreso in giro per il mondo, quindi una cucina contemporanea, con tante contaminazioni, soprattutto asiatiche, utilizzando anche tecniche di cottura moderne. Chef Minchillo è dotato di un estro unico che si concretizza in piatti dove il risultato è un buon equilibrio di gusto, dolce e salato, croccantezza e morbidezza che avvolgono i sapori e appagano il palato. Merito della bravura del giovanissimo chef e anche delle materie prime di grandissima qualità.
Tra i suoi piatti signature troviamo i ravioli ripieni di ragù alla genovese, crema di Salva Cremasco DOP e mostarda di zucca; manzo, cozze, aneto, wasabi; maiale iberico, nduja, burrata e cavolo cinese; babbà, nocciola e arancia.
Vitium è arredato in modo essenziale ma raffinato, con luci soffuse, pavimenti in legno, pareti grigie e comode poltroncine di velluto blu. La location perfetta per un viaggio nel gusto da assaporare lentamente. EnjoyVitium è il claim del ristorante, un invito a lasciarsi andare ai piaceri delle creazioni di chef Michele Minchillo.
Una trentina i coperti con tavoli ben distanziati e con una mise en place “nuda”, senza tovaglia, seguendo un po’ il trend degli ultimi tempi con stoviglieria ricercata, di design, dove ogni portata ha il suo piatto dedicato.
Sono appena state svelate - live ed in diretta streaming - le nuove stelle assegnate dalla Guida Michelin 2023. La cerimonia di presentazione è avvenuta in Franciacorta ed è stata seguita con grande trepidazione da tutta Italia. Ecco le new entry di quest'anno:
Antonino Cannavacciuolo conquista la terza stella al ristorante Villa Crespi, entrando così nell'Olimpo della ristorazione italiana. Sono state confermate tutti gli altri ristoranti con tre stelle, che quest'anno salgono quindi a quota 12.
Si sono aggiudicati la seconda stella: Enoteca La Torre (Roma), Acquolina (Roma), Locanda Sant’Uffizio Enrico Bartolini (Penago) e St. George by Heinz Beck (Taormina). Sono invece due i ristoranti che quest'anno hanno perso una stella.
Ecco la lista dei nuovi ristoranti stellati dell'edizione 2023 della Guida Michelin:
Amalfi - Sensi
Ameglia - Locanda Tamerici
Aosta - Paolo Griffa al Caffe Nazionale
Ariano Irpino - Maeba Restaurant
Ariccia - Sintesi
Bagheria - Līmū
Capolona - Terramira
Casanova di Terricciola - Cannavacciuolo Vineyard
Corvara in Badia - La Stua de Michil
Crema - Vitium
Firenze - Chic Nonna di Vito Mollica
Gabicce Monte - Dalla Gioconda
Lagundo - Luisl Stube
Lallio - Bolle
Lomazzo - Trattoria Contemporanea
Milano - Andrea Aprea
Milano - Anima
Montalcino - Campo del Drago
Montemonaco - Il Tiglio
Oppeano - Famiglia Rana
Palermo - Mec Restaurant
Pavia - Lino
Prato - Paca
Roma - Pulejo
Rubiera - Osteria del Viandante
San Pantaleo - Il Fuoco Sacro
Sauze di Cesana - RistoranTino & C.
Selva di Val Gardena - Suinsom
Taormina - Principe Cerami
Torino - Andrea Larossa
Torno - Il Sereno Al Lago
Ventimiglia - Balzi Rossi
Ventimiglia - Casa Buono
Vulcano - I Tenerumi
Nell'edizione 2023 della guida 16 ristoranti non hanno confermato la stella mentre 10 non saranno presenti per chiusura (definitiva, per rinnovo o al pubblico).
L’esclusiva Krug Ambassade ha aperto ufficialmente le sue porte allo chef Roberto Toro, che da novembre 2019 detiene una stella Michelin presso il Ristorante Otto Geleng del Grand Hotel Timeo, A Belmond Hotel, a Taormina.
Il benvenuto ufficiale è stato dato dallo chef più stellato d’Italia Enrico Bartolini durante la Cena Krug x Rice, preparata a quattro mani dai due chef stellati e andata in scena lo scorso 6 novembre. L’ingrediente principale era il riso, la cui semplicità e universalità ha trovato l’abbinamento ideale con il Krug Grande Cuvée ed il Krug Rosé.
Roberto Toro, nato in provincia di Catania nel 1975, viene da sempre considerato ambasciatore della cultura gastronomica italiana tanto che nel 2012, dopo aver ampliato i propri orizzonti all’estero, decise di rientrare in Sicilia diventando Executive Chef del Grand Hotel Timeo. Negli anni lo chef siciliano si è distinto ottenendo in breve tempo due Cappelli de L’Espresso e curando eventi internazionali, come la cena di gala per i Capi di Stato tenutasi a Taormina in occasione del G7 nel 2017 e l’inaugurazione della Settimana della Cucina Italiana presso l’Ambasciata Italiana a Washington. Nel 2018, ha poi inaugurato il ristorante Otto Geleng al Grand Hotel Timeo dove, continuando ad esaltare i sapori mediterranei tradizionali con tocchi moderni e personali, è stato premiato con la sua prima stella Michelin nel 2019.
Krug è sempre stata all’altezza della sua reputazione, come prima e ancora unica Maison de Champagne a creare ogni anno solo Cuvée de Prestige, sin dalla sua fondazione. La Maison fu fondata nel 1843 da Joseph Krug, un idealista dallo spirito anticonvenzionale, con una filosofia di vita che non ammetteva compromessi. Poiché aveva capito che la vera essenza dello Champagne è il piacere in sé, il suo sogno divenne quello di offrire lo Champagne migliore anno dopo anno, indipendentemente dalle variazioni climatiche del periodo. La profonda attenzione al carattere del vigneto, il rispetto per l’individualità di ciascun appezzamento e dei suoi vini, oltre alla creazione di un’ampia enoteca di vini di riserva di molte annate diverse, permisero a Joseph Krug di realizzare il suo sogno. Con un approccio del tutto originale alla produzione dello Champagne, decise di andare oltre la nozione stessa di millesimato per creare ogni anno la massima espressione dello Champagne. Fondò una Maison in cui tutti gli Champagne hanno lo stesso livello di distinzione e ognuno illustra una particolare espressione della natura. Sei generazioni della famiglia Krug hanno perpetuato il suo sogno, arricchendo la vision e il savoir-faire del suo fondatore.
Oggi la Maison Krug ha insignito un riconoscimento speciale a ristoranti, enoteche ed hotel che si distinguono per la loro qualità e che si fanno portavoce degli stessi ideali, andando a creare un network conosciuto come la Krug Ambassade.
Belmond è da oltre 46 anni il marchio pioniere nel settore dei viaggi di lusso eccezionali grazie a una collezione di esperienze uniche in alcune delle destinazioni più affascinanti ed emozionanti del mondo. Dall’acquisizione dell’iconico Hotel Cipriani a Venezia nel 1976, Belmond ha continuato a perpetuare la leggendaria arte del viaggiare, offrendo ai viaggiatori di tutto il mondo la possibilità di vivere avventure sorprendenti e indimenticabili. Il suo portafoglio si estende in 24 paesi con 50 proprietà straordinarie che includono l’illustre treno Venice Simplon-Orient-Express, ritiri remoti come Cap Juluca ad Anguilla, rifugi italiani come lo Splendido a Portofino, e luoghi impareggiabili che si aprono su vere e proprie meraviglie naturali come l’Hotel das Cataratas all’interno del Parco Nazionale dell'Iguazù in Brasile. Dai treni, alle crociere fluviali, ai safari lodge agli hotel, ciascuna proprietà vanta esperienze uniche e incomparabili con una propria storia da raccontare. L’essenza del brand Belmond si basa sul suo patrimonio storico, l’artigianalità e la reputazione di un servizio genuino e autentico. Belmond vede il suo ruolo quale custode di un patrimonio senza tempo, dedito alla conservazione delle sue proprietà attraverso sensibili piani di restauro. Belmond è parte del gruppo leader mondiale del lusso LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton.
Si è conclusa da pochi giorni la settimana edizione di “Panettone Senza Confini”, il contest che ha visto sfidarsi 20 grandi maestri pasticceri per decretare il migliore panettone artigianale e al cioccolato. La gara è avvenuta a bordo di una nave da crociera, l’ammiraglia Costa Toscana di Costa Crociere. La nave è salpata da Savona e ha toccato Civitavecchia, Napoli, Palma, Valencia e Marsiglia. Nel corso della settimana gli ospiti della nave hanno potuto vivere un vero e proprio viaggio alla scoperta delle diverse declinazioni del panettone, con incontri e degustazioni con i Maestri dell’arte pasticcera.
La giuria era composta dai nomi più illustri della pasticceria e del mondo dei lievitati: il Maestro della tradizione Iginio Massari, universalmente riconosciuto come “Maestro dei Maestri”, al vertice di APEI (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana) e presidente della giuria del panettone tradizionale; Pascal Lac, maestro cioccolatiere, presidente della giuria del panettone al cioccolato; Paco Torreblanca, "Miglior pasticcere del Mondo 2022" e vero e proprio artista della pasticceria; Gino Fabbri, alla guida del team vincitore della coppa del mondo di Pasticceria nel 2015, vicepresidente APEI e vincitore della Torta del Giubileo; Achille Zoia, Maestro degli impasti e “Padre” del panettone moderno; Marco Pedron, maestro pasticcere della pasticceria Caffé Cracco; Vittorio Santoro, Direttore Cast Alimenti, Davide Malizia, Campione del Mondo di zucchero artistico, direttore Aromacademy e World Pastry Star 2021, Riccardo Bellaera, Corporate Chef Pastry & Chef Baker di Costa Crociere e World Pastry Star 2021, Antonio Brizzi, Corporate Chef di Costa Crociere.
A ricevere il trofeo “Panettone senza Confini 2022” per il miglior panettone artigianale è stato Antonio Giannotti della pasticceria “Perrotta Gigliola” (Montella, Avellino). Premiato invece Luigi Fusco della pasticceria “Punto Freddo” (Scafati, Salerno) per il miglior panettone al cioccolato. Sono stati inoltre premiati Salvatore Varriale della pasticceria “Varriale” (Napoli) e Giuseppe Zippo della pasticceria “Le mille voglie” (Specchia, Lecce) per il miglior Panettone al cioccolato secondo il pubblico, che ha potuto degustare le varie preparazioni, e Marco Lusso della pasticceria “Luciano” (Barge, Cuneo) come miglior Panettone per la Critica.
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