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Mi chiamo Beniamino Strani, ho 24 anni e sono laureato in ‘Scienze dell’Informazione: Comunicazione Pubblica e Tecniche Giornalistiche’. Ho poi ottenuto un Master in ‘Critica Musicale’. Amo ogni forma di comunicazione e tra un articolo e un altro, pubblico delle poesie su un blog.
A due passi da Ponte Milvio, uno dei luoghi più romantici della Capitale, le coppie che desiderano una cena riservata ed elegante a base di pesce avranno da oggi una valida proposta. Apre Harbour Bistrò in via Flaminia, dove poter gustare pesce di qualità in una dimensione intima e accogliente: la sala infatti è composta da circa 30 coperti ed é preceduta da un bancone adibito al cocktail bar. L’idea dei titolari Nicholas Sarno, Eleonora Zirilli e Fabrizio Sannino è di coniugare l’alta qualità della cucina tipicamente di pesce con un cocktail bar che può contare su una notevole cantina, sia per prestigio che per quantità, tra distillati, vini e bollicine e dove tutti gli ospiti del ristorante potranno amabilmente terminare la loro serata.
Reduce insieme ai soci da un importante bagaglio di esperienza anche in America, Nicholas ci racconta di aver ereditato la passione per la ristorazione dalla famiglia. A rendere unico il Bitrò sono la passione e la cura per i dettagli dei proprietari, che si occupano personalmente della scelta di materie prime di qualità, degli arredi, della divisione degli spazi oltre che nella scelta di distributori e partners.
È il pesce il grande protagonista dell’Harbour Bistrò e al suo Chef Alessio Pittacci è affidato il nobile compito di realizzare le pietanze tradizionale ma rivisitate del ristorante. “Mi sono formato nel ristorante della mia famiglia e pur avendo solo 38 anni ne ho trascorsi ben 25 nelle cucine” ci racconta lo Chef, che sottolinea quanto sia importante viaggiare e conoscere nuovi orizzonti culinari per chi fa questo mestiere: “per acquisire esperienza ho viaggiato molto e per alcuni anni la mia carriera si è svolta all’estero, soprattutto in America Latina, terra d’ispirazione oggi per la creazione dei miei piatti. Amo cucinare bene, con attenzione ai particolari per questo mi piace cucinare per poca gente. Non amo i grandi ristoranti ma quelli che più che sulla quantità investono sulla qualità”.
Ponte Milvio, luogo storico per la città di Roma, fu costruito nel 110 a.C. e fin da subito ebbe un ruolo cruciale per gli spostamenti dell’Antica Roma. Luogo di battaglia tra Costantino I e Massenzio, distrutto da Garibaldi nel 1849, oggi il ponte è una meta della cultura popolare, grazie al film Ho voglia di te. Il film di Federico Moccia uscito nel 2007 è diventato un cult per i teenagers di inizio millennio, che hanno cominciato in massa a emulare i protagonisti che legavano un lucchetto nel lampione, come segno del loro amore. Da oggi diventa anche una meta food prelibata e speciale. Solo a leggere alcuni piatti dell’Harbour Bistrò (Tapas con polpo rosticciato su vellutata di cannellini al rosmarino; ceviche di gambero rosa con passion fruit e chips di platano; tagliolino di grano saraceno con tonno, pomodoro secco e menta al profumo di lime) viene l’acquolina in bocca.
Tra amore e cucina, il Bistrò propone una cucina attenta e prelibata, nel cuore della Roma romantica.
E allora non possiamo che concludere con la celebre frase della giornalista Harriet Van Horne: ‘Cucinare è come amare, o ci si abbandona completamente o si rinuncia’.
Il rock che nasce dall’incontro tra il folk europeo e il blues americano; i registi del Neorealismo italiano che raggiungono le grandi produzioni hollywoodiane: la storia ci insegna che la commistione di diverse culture origina sempre realtà eccezionali. Questa volta sono due culture culinarie a incontrarsi, quella mediterranea e quella brasiliana.
ll ristorante Giardini del Fuenti, sarà in tour in Brasile con l’Executive Chef Michele De Blasio, in occasione di una serata gourmet a 4 mani presso il ristorante stellato Evvai di San Paolo con lo Chef Luiz Filipe Souza. La splendida location caratterizzata dalle terrazze pensili in Costiera Amalfitana con il suo paesaggio mozzafiato, esporterà quindi la nostra cucina all’insegna del gusto e della tradizione.
“Questo evento gourmet in Brasile è per noi un’opportunità unica per far conoscere all’estero la cucina del nostro Executive Chef Michele De Blasio – sottolinea Alessandra De Flammineis, Managing Director de Giardini del Fuenti – Un’occasione di confronto tra eccellenze, in cui la cucina mediterranea e ricercata de Giardini del Fuenti incrocia la cultura brasiliana, ospite di una cena stellata a quattro mani”.
I due ristoranti hanno in realtà molte cose in comune: entrambi gli Chef propongono una vasta gamma di prodotti di qualità, rispettando la tradizione con qualche inedito abbinamento.
In particolare lo Chef De Blasio persegue una vera e propria filosofia, che si racchiude nella frase: “l’originalità si riflette nel ritorno alle origini”. Senza l’uso di intermediari, lo Chef ha un rapporto diretto con allevatori, agricoltori e venditori, impegnandosi ad azzerare gli scarti. Ciò rende genuino e autentico il suo lavoro, che segue il motto del ‘come si faceva una volta’ senza rinunciare a una creativa sperimentazione. Dal Ritz Carlton di Hong Kong al fianco dello Chef Pino Lavarra a Londra con lo Chef Ducasse, la carriera di De Blasio vanta collaborazioni prestigiose, che hanno arricchito la sua esperienza e la sua ricerca della qualità. Anche lo Chef brasiliano può annoverare numerose soddisfazioni, tra cui una Stella Michelin. Lo Chef Souza definisce la sua cucina “Oriundi”, cioé una proposta gastronomica che unisce i prodotti regionali brasiliani con ricette italiane, creando così un ponte immaginario tra Brasile e Italia.
Due Sud del mondo si incontrano in uno scambio culturale arricchente e stimolante, donando la possibilità alla cultura mediterranea di esportare e far conoscere la sua bellezza oltreoceano, garantendole anche un’intrigante occasione di integrazione.
È il 1946 quando il proprietario della casa editrice Astoria, Gino Sansoni convola a nozze con Angela Giussani, che comincia a occuparsi delle collane di libri per ragazzi. L’ex modella milanese vuole inseguire però i suoi progetti personali e fonda così Astorina, dando vita a un primo fallimentare tentativo fumettistico sulle avventure di un pugile. Tutto cambia quando per caso, su un treno, ritrova un romanzo di Fantômas, il personaggio ideato dagli scrittori francesi Marcel Allain e Pierre Souvestre nel 1911, che influenzerà molte altre creazioni, tra cui James Bond e alcune opere di Magritte. Anche Giussani rimane affascinata dalle vicende dall’elegante criminale, tanto da creare poco dopo un personaggio che otterrà in Italia un successo straordinario: Diabolik.
Pubblicato per la prima volta nel 1962, il fumetto composto a quattro mani con la sorella Luciana, è ispirato a un fatto di cronaca reale avvenuto a Milano: il 26 gennaio 1958 un uomo è stato brutalmente ucciso e il killer, passato alla storia come l'assassino di via Fontanesi, si firmava con il nome Diabolich, sfidando la polizia attraverso lettere e indovinelli.
A 49 anni di distanza dalla prima uscita, il celebre fumetto tutto italiano viene omaggiato da un film dei Manetti Bros., intitolato proprio Diabolik, con Luca Marinelli nel ruolo del fascinoso ladro, Miriam Leone nei panni di della fidatissima complice Eva Kant e Valerio Mastandrea in quello dell’ispettore e avversario Ginko (dal nome del marito ed editore ‘Gino’). Soni i fratelli registi, da sempre grandi fan del personaggio, a volerlo portare sul grande schermo attraverso un film che narra il primo incontro tra Diabolik ed Eva Kant. I registi de L’Ispettore Coliandro tornano al cinema dopo il successo di Ammore e Malavita, vincitore di 5 David di Donatello tra cui ‘miglior canzone originale’, assegnato a Pivio e Aldo De Scalzi. I due musicisti genovesi hanno firmato moltissime colonne sonore, collaborando con numerosi registi come Ferzan Özpetek e Alessandro Genovesi. Continuano il loro sodalizio con i fratelli romani, componendo la colonna sonora di Diabolik, pubblicata da Carosello Records e disponibile sia in formato digitale che in doppio vinile.
«La musica è stata concepita avendo come fonte d'ispirazione certe soluzioni timbriche adottate da Bernard Herrmann e con un occhio di riguardo alle atmosfere “action” tipiche di compositori come Lalo Schifrin», raccontano Aldo De Scalzi (fratello del fondatore dei New Trolls Vittorio De Scalzi) e Pivio (nome d’arte di Roberto Giacomo Pischiutta).
Oltre alle musiche dei due compositori, sono presenti due brani originali scritti e interpretati dal frontman degli Afterhours Manuel Agnelli.
A distanza di anni Diabolik si dimostra duttile nell’evolversi verso innovative forme artistiche, influenzando le nuove generazioni che contribuiscono a rivisitare uno dei gioiellini della nostra cultura.
Il 4 dicembre, con inizio alle ore 18.00, la cantautrice Patrizia Cirulli presenta allo Spazio Alda Merini (via Magolfa 32, Milano) il suo esordio poetico, Sola di fronte al mare, pubblicato da Pluriversum Edizioni.
Quando design e cucina, i nostri fiori all’occhiello, si fondono insieme, succede sempre una magia: la creatività del famoso architetto Piero Lissoni incontra il prestigio di Molino Pasini, azienda leader nella produzione di farine artigianali, dando vita a una latta d’autore contenente un pandoro limited edition. Il designer lombardo, inserito nel 2005 nella Hall of Fame di I.D. Magazine International Design Award, ha pensato per l’occasione a una confezione che omaggia e rivisita una celebre fotografia di Luigi Ghirri, lo storico fotografo scomparso a Reggio Emilia nel 1992. Una magica sinergia tra il design e la cucina di Andrea Tortora, che ha realizzato il pandoro con la farina Sua Altezza Molino Pasini.
“Il mio ruolo è quello di rispettare la tradizione italiana, fondendo presente e passato e, sperimentandone l’armonia - afferma Tortora - offrire un dono che possa contagiare di meraviglia il quotidiano.” Figlio di pasticceri e con un prestigioso curriculum internazionale alle spalle - da Parigi a Londra, da Singapore a Venezia - Andrea Tortora è stato per anni alla guida della pasticceria del ristorante St. Hubertus, conseguendo nel 2018 la terza stella Michelin. Le guide de Il Gambero Rosso e Identità Golose lo hanno nominato Chef Pasticcere dell’anno 2017, mentre la Guida de l’Espresso lo ha insignito del titolo di Pasticceria dell’anno nel 2018.
Un lavoro orizzontale e rispettoso delle mansioni altrui, permesso anche grazie alla concessione dell’Archivio Luigi Ghirri che ha offerto in uso esclusivo al Molino una delle prime foto scattate dal grande genio della fotografia italiana.
Era il 1970 quando Ghirri immortalava la velina di un cielo stellato, rielaborata dallo Studio Lissoni per rivestire la latta d’autore 2021.
“La fotografia Modena, 1970 è una delle prime immagini realizzate da Luigi all'inizio della sua ricerca, e ritrae una porzione di un cielo stellato per presepi” spiega Adele Ghirri, responsabile dell’Archivio. “La ritroviamo riletta e interpretata da Piero Lissoni sulla latta d'autore di quest'anno. È sempre un processo delicato utilizzare opere di autori non più viventi all'interno di progetti che esulano dalle tradizionali pubblicazioni o da percorsi espositivi, ma sapevamo di essere in ottime mani e il risultato è l'esempio perfetto di come approcciarsi con sensibilità, garbo e delicatezza a immagini preesistenti. Luigi ha sempre amato il confronto e il dialogo tra linguaggi diversi, tra artisti appartenenti a campi differenti ma portatori di visioni comuni, e siamo felici di mantenere questo scambio vivo nel presente, dando la possibilità di raccontare una storia per mezzo delle sue immagini. In questo caso lo facciamo donando ad ognuno il proprio pezzetto di carta stellata, e con esso, un po' dello sguardo di Luigi”.
E a proposito di Ghirri, Piero Lissoni sottolinea: “Le sue opere sono come poesia fatta a fotografia, un po’ come i quadri di Morandi, c’è dentro lo stesso punto di vista. Questa foto in particolare è una sua interpretazione delicata di una carta stellata per i presepi, la sua fotografia è un gesto poetico”.
È la stella il leitmotiv della produzione, che troviamo anche nella forma del pandoro pensata da Tortora. Così come “stellare” è l’opera di beneficenza pensata dall’azienda, che ha deciso di devolvere il ricavato della vendita della limited edition all’Associazione Make a Wish, un’Organizzazione non profit che realizza i desideri di bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 17 anni, affetti da gravi patologie per portar loro gioia, forza e speranza.
Molino Pasini offre così un Natale tra ricordo, gusto e arte. C’è spazio anche per la condivisione in famiglia, di cui se ne sente l’urgenza in un periodo di ristrettezze sociali. Grazie al kit gnocchi, disegnato per Molino Pasini da Piero Lissoni, tutti gli appassionati di cucina potranno preparare tantissime ricette attorno al tavolo insieme alla famiglia e agli amici. Non manca anche in questo caso un tocco di design e di Alta Cucina: oltre al preparato per gnocchi Pasini, disegnato da Lissoni, c’è anche una salsa di datterini studiata dallo Chef Luca Marchini, per deliziare i nostri piatti.
Quando l’Italia mette in moto le sue più grandi qualità, facendole incontrare e sperimentare, il risultato è sempre vincente. Una formula originale per ricordare il grande fotografo Ghirri e per arricchire le festività natalizie di cultura e sensibilità artistica.
Grande attesa per le nuove stelle Michelin in Italia. Due nuovi ingressi e 33 novità. L’evento tanto atteso trasmesso in streaming è stato presentato da Fjona Kakally con la preziosa partecipazione di Federica Pellegrini come Ambassador. Questi sono i numeri delle nuove stelle confermate e attribuite quest'anno:
Una stella: 329 ristoranti (33 novità); 2 stelle: 38 ristoranti (2 novità); 3 stelle: 11 ristoranti.
Gli unici ristoranti con 3 stelle per cui valgono il viaggio sono i seguenti:
Nella classifica delle stelle per regioni, la Lombardia vince grazie ai 56 ristoranti (3 con tre stelle, 5 con due, 48 con una) ed ai 4 nuovi stellati. La Campania si aggiudica invece il record annuale di novità (ben 7) issandosi al secondo posto con 48 ristoranti, (8 con due stelle e 40 con una). Scende quindi il Piemonte, 1 novità e 45 ristoranti (1 con tre stelle, 4 con due, 40 con una), mentre con una new-entry e 41 ristoranti (1 con tre stelle, 5 con due, 35 con uno), la Toscana scala in quarta posizione davanti al Veneto che è la seconda regione più premiata del 2022 grazie a 5 nuovi ristoranti stellati (1 con tre stelle, 4 con due, 31 con una) presenti in guida.
Tra le province, Napoli si conferma prima con 30 ristoranti (6 con due stelle e 24 con una) seguita da Roma in seconda posizione con 20 (1 con tre stelle, 1 con due, 18 con una ) e quindi da Bolzano; terza a quota 19 ristoranti (1 con tre stelle, 3 con due, 15 con una) davanti a Cuneo con 18 (1 con tre stelle, 2 con due, 15 con una). Milano arriva quinta con 16 ristoranti stellati (1 con tre stelle, 3 con due, 12 con una).
I premi speciali conferiti sono stati quattro e sono:
Ma come nasce la famosa guida?
Il piccolo libro rosso è nato in Francia nel 1889 dai fratelli Michelin, diventando oggi una delle guide più prestigiose e ambite. I fondatori dell’omonima azienda di pneumatici, in un momento in cui si contavano meno di 3.000 macchine in tutta la nazione, crearono un volumetto per il viaggiatore con mappe, stazioni di servizio e una lista d’indirizzi in cui mangiare e pernottare la notte per incentivare i viaggiatori a mettersi alla guida. Quello che nacque come un esperimento per invogliare le persone a viaggiare è di fatto oggi un faro per la nostra gastronomia e per tutti gli Chef che aspirano a ottenere una stella.
Beniamino Strani
La storica insegna dedicata alla moderna tradizione della pizza napoletana apre una nuova sede nel quartiere Trastevere
PizzaRé, la storica insegna dedicata alla moderna pizza napoletana, raddoppia la sua presenza a Roma aprendo una nuova sede nel quartiere Trastevere, un nuovo e bellissimo locale. Da poche settimane è infatti attivo PizzaRè 77, il quale prende il nome dal civico di Viale Trastevere che è sede di questi luoghi che hanno l’atmosfera delle pizzerie del passato, ma con un risvolto moderno. PizzaRé significa pizza (e cucina) napoletana da ben 25 anni. Dal lontano luglio 1995, la data di apertura del primo storico locale in Via di Ripetta, comincia un'avventura ristorativa diventata celebre dal nome della famiglia Triunfo, che da più di 100 anni conferisce continuità alla tradizione della pizza napoletana. Uno dei membri di questa insegna romana è infatti Vittorio Triunfo, che assieme a Massimo Riccardi e Pasquale Romano, ha ideato il progetto.
Sono i pionieri della pizza napoletana a Roma, i realizzatori di questo progetto PizzaRé vogliono sottolineare la qualità della loro proposta nel locale trasteverino attraverso una pizza che va a modernizzare la tradizione (come avviene da anni anche a Napoli) grazie a un gruppo di giovani pizzaioli, accompagnati da un maestro della pizza, Vittorio Triunfo, il volto e l’anima di PizzaRé 77.
Vittorio Triunfo è una rispettabile figura che si dividerà tra forno e sala, in grado di preparare pizze classiche e moderne e di accogliere i clienti all'interno di un luogo piacevole e modesto. Lo spazio si compone da affascinanti vetrate che consentono alla luce naturale di entrare ed illuminare tutto l’ambiente, ospita circa 90 coperti a cui sommare 40 coperti posizionati nel dehor esterno. Gres porcellanato di colore avorio e grigio antracite con elementi rosso vinaccia, tavoli con il piano in marmo che rimandano alle vecchie pizzerie napoletane e un bancone bar per vivere il locale in ogni momento della giornata: sono queste le scelte stilistiche del progetto eseguite dall’architetto Roberto Liorni.
La pizza napoletana, protagonista di PizzaRé 77, è un prodotto realizzato con un impasto lievitato per 36 ore e idratato al 75%, capace di soddisfare le esigenze della nuova clientela, sempre più preparata. E' una pizza morbida e molto digeribile, ariosa e fragrante, cotta nel forno a legna costruito direttamente sul posto da valenti artigiani. La bocca piccola e le pietre laviche di Sorrento consentono di raggiungere la notevole temperatura di 450 °C, riuscendo così a cuocere le pizze in circa 90 secondi per ottenere un prodotto di una leggerezza incredibile. Per realizzare un impasto del genere è necessario avere a disposizione materie prime d’eccellenza; PizzaRé 77 è lo spazio per le ricercate farine del Mulino Caputo, per la mozzarella Dopdi Battipaglia, la provola di Agerola, il prosciutto di Sauris, l’olio extravergine del Sannio, la ricotta Dopdelle Colline Laziali e il pomodoro Dopdi Sarno.
Nel menu di PizzaRé 77 c’è una ricca selezione di fritti e, ovviamente, la pizza, proposta nelle tre varianti: ‘Bianche’, con Salsiccia e Friarielli, il Calzone fritto, la Tarallo (cornicione ripieno di ricotta romana D.O.P, fiordilatte di Agerola, salame Napoli, tarallo napoletano sbriciolato, olio evo) e la Nerano (crema di zucchine fresche, fiordilatte di Agerola, in uscita zucchine fritte, provolone del Monaco, olio evo); ‘Rosse’ tra cui Margherita, Marinara, Zizzona (Pomodoro San Marzano, Pachino a crudo, Grana Padano a scaglie, basilico, Bufala D.O.P intera da 250g , olio evo) e la PizzaRé (Pomodoro San Marzano, pachino, basilico, mozzarella di Bufala D.O.P, scaglie di Grana Padano, olio evo); infine le ‘Trasteverine’ con la Puttanesca (pomodoro San Marzano, pomodoro Corbarino, acciughe di Cetara, olive nere, capperi di Salina, olio evo), la Mortadella (fiordilatte di Agerola, in uscita mortadella e granella di pistacchi, olio evo) e la Porchetta (porchetta di Ariccia, fiordilatte di Agerola, Grana Padano, olio evo).
Infine il ‘Panuozzo’, un panino croccante realizzato con l’impasto della pizza e farcito con prosciutto e mozzarella, ma anche con salsiccia e friarielli o parmigiana di melanzane. Da non perdere soprattutto il momento dell’aperitivo di PizzaRé 77 con la Pizza a portafoglio. Il locale, aperto tutti giorni tranne il martedì, effettua orario continuato dalle 12 alle 24, mentre il sabato e la domenica la chiusura è posticipata alle 00.30. Il giorno di chiusura è il martedì.
Fracchiolla Martina
AL TEATRO OLIMPICO DI ROMA RIPARTONO GLI SPETTACOLI DAL VIVO: FRANCESCA REGGIANI PORTA IN SCENA LA SUA “GATTA MORTA”
Armani Hotel Milano compie 10 anni
Francesco Mascheroni, Executive Chef di Armani/Ristorante, dedica all’anniversario un menù che ripercorre la storia dell’Hotel e dei suoi ambienti
Armani Hotel Milano celebra 10 anni di attività, è un anniversario molto importante. L’11 novembre 2011 il progetto Armani Hotels e Resorts, nato dalla collaborazione tra Giorgio Armani S.p.A. ed Emaar Properties PJSC, ha aperto le porte nel cuore della città, successivamente l'Armani Hotel Dubai.
L’hotel ha sede nell’edificio realizzato da Enrico A. Griffini nel 1937, in stile razionalista. Presenta una silhouette a forma di A, in un mondo di armonia, privacy e prevenzione per la sicurezza degli ospiti.
L’Executive Chef Francesco Mascheroni presenta un menù alla carta che propone i piatti più significativi presentati in questo decennio, ripercorrendone l’evoluzione e i successi. Al centro vi è sempre la materia prima, nella sua purezza e genuinità; il design e i colori dei piatti rimandano ai diversi luoghi e atmosfere dell’hotel, in scatti ambientati negli spazi principali (dall’Armani/Bamboo Bar, all’Armani/SPA, alle camere, fino all’Armani/Ristorante), in un incontro astratto con materiali e arredi che ne determinano il luogo iconico dell’ospitalità milanese.
Si parte dal piatto più recente fino a uno del 2011, i signature dishes che sono: Dentice verdure e frutta, mango, tempura verde, shiso un antipasto di questo ultimo anno, i Ravioli di agnello delle Langhe, lime, coste, pomodori confit (2020), il Carbonaro yuzu, tofu, verdure croccanti (2019), il Gambero, carota, frutto della passione, burro tiepido (2018), lo Spaghetto ricci di mare, cavolfiore al miso, mela verde (2017), il Fois gras anguilla affumicata, mela verde, pistacchio (2016), la Guancia di vitello spuma di polenta concia, cacao (2015), il Tiramisu bianco, meringa al caffè (2014), Come un lasagna ragù d’anatra, lemongrass, agrumi (2013), il Piccione ai carboni, zucca, tamarindo (2012), un grande classico tutt’ora presente in carta, Cioccolato Liu chu, limone di Amalfi, zenzero candito (2011), un dessert a forma di A, un omaggio al mondo Armani.
Questi sono i piatti che raccontano l’evoluzione, la ricerca e le intuizioni e che hanno creato uno stile di cucina identitario che rende omaggio a occidente e oriente, in un dialogo continuo che presenta piatti provenienti dalla tradizione ma con uno sguardo contemporaneo. Il menù, composto in totale da due degustazioni, di 5 o 6 portate, sarà disponibile dall’11 novembre al 21 dicembre.
L’8 novembre, a Dubai, lo Chef Francesco Mascheroni e lo Chef dell’Armani/Ristorante di Dubai, Giovanni Papi, celebreranno il decimo anniversario dell’apertura dei due hotel con una cena a quattro mani, che sarà poi riproposta a Milano.
Fracchiolla Martina
Dal 17 al 22 NOVEMBRE a MILANO TORNA ELECTROCLASSIC FESTIVAL: la terza edizione della rassegna musicale in cui l’elettronica incontra gli strumenti tradizionali
L'elettronica dell' ELECTROCLASSIC FESTIVAL è ideata e diretta da FLORALEDA SACCHI, artista pluripremiata e vincitrice di un Latin Grammy, in collaborazione con PIERO CHIANURA, fondatore di BigBox Magazine e MusicEdu.
Attraverso sei appuntamenti saranno presentati i protagonisti musicisti e i ricercatori del suono, inteso come fonte di ricchezza e consapevolezza di sé, nei luoghi che rappresentano la cultura e lo spettacolo.
Gli eventi si terranno presso Fabbrica del Vapore, Mare Culturale Urbano e Canottieri San Cristoforo, spazi culturali milanesi simbolo della contaminazione e della multidisciplinarietà artistica, e saranno disponibili anche in diretta streaming sui canali ufficiali del festival.
Anche per la terza edizione, ELECTROCLASSIC FESTIVAL apre CALL FOR ELECTROCLASSIC 2021, una selezione di nuovi progetti musicali promossa dal Corso di Sound Design dello IED – Istituto Europeo di Design di Milano e Qobuz, piattaforma di streaming e download di musica ad alta risoluzione. L’iniziativa mette a disposizione a musicisti e compositori l’opportunità di mostrare al pubblico il proprio progetto musicale di integrazione tra suoni acustici ed elaborazione elettronica, anche in chiave multidisciplinare.
Una commissione, composta dalla Direzione di ELECTROCLASSIC e dal Coordinamento del Corso di Sound Design IED Milano, selezionerà da un minimo di 2 a un massimo di 4 progetti originali.
I musicisti che saranno selezionati si esibiranno dal vivo con il loro progetto all’interno del programma ufficiale dell’ELECTROCLASSIC FESTIVAL (data dell'esibizione 8 novembre) e riceveranno un abbonamento gratuito per 6 mesi alla piattaforma di streaming e download di musica ad alta risoluzione Qobuz.
Le candidature per partecipare a CALL FOR ELECTROCLASSIC 2021 dovranno essere presentate sul sito www.electroclassicfestival.com, compilando il modulo di iscrizione e inviando il materiale richiesto entro e non oltre il 4 novembre 2021.
Il Festival, promosso dal Comune di Milano che ha anche concesso il patrocinio insieme alla Regione Lombardia, è anche content partner della Milano Music Week 2021.
Sponsor di ELECTROCLASSIC FESTIVAL sono Qobuz, la piattaforma di streaming e download di musica ad alta risoluzione, il Corso di Sound Design dello IED di Milano e Yamaha Music Europe.
ELECTROCLASSIC FESTIVAL è un progetto nato nel 2019 dall' idea di Amadeus Arte. Lo scopo del programma, di cui è direttrice artistica Floraleda Sacchi, è quello di presentare al pubblico una selezione di progetti di musica dal vivo che abbiamo comunemente la medesima caratteristica, ovvero saper utilizzare le moderne tecnologie digitali per ampliare le personalità timbriche degli strumenti, senza che limitarle.
Fracchiolla Martina
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