I Blur tornano in Italia
La band inglese si esibirà il 28 Luglio a Milano per il City Sound e il 29 Luglio a Roma per il Rock in Rome.
1995 – Sono un ragazzino che si sta avvicinando alla musica. Siamo in pieno periodo Brit Pop ed io mi ci tuffo a piè pari. E per viverlo appieno devi scegliere: Blur o Oasis? Non puoi amare entrambi, devi schierarti, così come hanno fatto i tuoi coetanei di trent’anni fa: Beatles o Rolling Stones, i bravi ragazzi o quelli brutti e cattivi. E io ho scelto i figli della “working class” a cui piace il calcio e la birra, contro i “cockney” sofisticati e intellettuali. Ok, le canzoni dei Blur mi piacciono, i loro singoli sono travolgenti, gli album veramente notevoli, ma io sono un ragazzino, sono fan, devo e voglio schierarmi: il mio gruppo preferito sono gli Oasis e di conseguenza disprezzo i Blur.
2003 – Sono uno studente universitario. In otto anni sono maturato molto, anche e soprattutto musicalmente. Col tempo ho dovuto ammettere ciò che da ragazzino non mi avrebbero tirato fuori nemmeno sotto tortura: che i Blur sono una delle migliori band che la mia amata Inghilterra abbia mai sfornato (e ne ha sfornate tante). La band dell’Essex, ma formatasi a Londra, tira fuori un album migliore dell’altro (Parklife, The Great Escape, l’omonimo Blur, 13), un singolo più travolgente dell’altro (da
e tanti altri). Sperimentano, cambiano; non si fermano al Brit Pop, sono avanti, vanno oltre. Damon Albarn è un paroliere e un frontman ispiratissimo; Graham Coxon il chitarrista “nerd” che tutti avrebbero voluto nella propria band; Alex James e Dave Rowntree la loro degna sezione ritmica. Arriva la notizia che suoneranno in Italia; il giorno dell’apertura delle vendite ero il primo a fare la fila al mio solito negozio. Sono passati dieci anni ma lo ricordo come se fosse ieri: 11 Novembre 2003, Vox Club, Nonantola, provincia di Modena: la band presenta in maniera eccelsa quello che sarà il loro album più sperimentale, Think Tank; ma che sarà anche il loro ultimo album in studio: durante le registrazioni Coxon abbandona la band e in tour verrà sostituito da Simon Tong, già chitarrista dei Verve. L’assenza di Coxon però non fa rimpiangere affatto il prezzo del biglietto; un concerto travolgente, con un Damon Albarn in formissima. Il ragazzino si sbagliava: i Blur sono una band eccezionale che non ha nulla da invidiare (anzi…) agli ormai ex-rivali Oasis.
2013 – Negli ultimi anni vedo i componenti dei Blur occupati in varie attività: Albarn in innumereveli progetti musicali (i Gorillaz, i The Good, the Bad & the Queen, tre album da solista, varie colonne sonore), Coxon concentrato esclusivamente sulla sua carriera da songrwriter (ben 8 album dal 1998 al 2012), James coinvolto nelle iniziative più disparate (giornalista, esperto di astronomia, protagonista e ideatore di un documentario sulla cocaina…), Rowntree impegnato in politica e contro la pirateria musicale. Le speranze di vedere di nuovo la band dal vivo si affievoliscono col passare degli anni.
Ma proprio quando le ultime speranze sembravano svanite, ecco una serie di colpi di scena: nel 2007 viene annunciato il rientro di Coxon nella band, nel 2009 la formazione originale suona dal vivo in più occasioni (purtroppo solo in festival organizzati in Gran Bretagna: Hyde Park, Glastonbury, T in the Park), tra il 2010 e il 2012 vengono dati alle stampe due compilation, due live e soprattutto due singoli inediti (
” che comprai a quel concerto dieci anni fa e parteciperò ad un evento storico con vecchi e nuovi fan del Brit Pop, con ragazzini che li hanno appena scoperti e con persone che li conoscono a malapena. Tutto come dieci anni fa: con la stessa curiosità e con la stessa sicurezza di assistere ad un concerto pieno di emozioni.
